L’Aifa Agenzia Italiana del farmaco, ha pubblicato il primo report sui protocolli degli studi clinici dei farmaci utilizzati per il trattamento di pazienti affetti da Covid-19 valutati dalla Commissione tecnico scientifica (CTS).
Di seguito una sintesi dei dati del Report della CTS relativi al periodo 17 marzo-13 aprile, una sintesi della scheda tecnica sull’utilizzo dell’eparina a basso peso molecolare e una sintesi degli studi autorizzati dall’Aifa.
Price: ---
0 used & new available from
IL VIA LIBERA DELLA COMMISSIONE TECNICO SCIENTIFICA
Al 13 aprile sono state valutate dalla CTS 80 domande, tra richieste di autorizzazione di avvio di protocolli di sperimentazione e proposte di studi clinici. Sono stati 16 gli studi clinici che hanno avuto parere favorevole. Di questi 7 sono stati autorizzati anche dal Comitato Etico Unico dell’INMI L. Spallanzani e sono stati avviati. A questi si aggiungono due studi clinici sul medicinale Remdesivir, approvati dall’AIFA prima dell’entrata in vigore del DL Cura Italia.
Dei 16 studi clinici che hanno avuto parere favorevole da parte della CTS, 9 studi clinici devono finalizzare la presentazione dei documenti necessari e/o sono in attesa di approvazione da parte del Comitato Etico.
Va ricordato che tutti i farmaci in uso sono quasi esclusivamente finalizzati a ridurre la gravità della polmonite conseguente al covid-19 e quindi a ridurre il ricorso alla ventilazione assistita (terapia intensiva) e, soprattutto, l’esito mortale della patologia.
Solo il vaccino, al momento, sembra l’unica possibilità per essere immunizzati dal coronavirus (leggi qui)
SPERANZE DALL’EPARINA
Le eparine a basso peso molecolare (EBPM) sono utilizzate nella prevenzione del tromboembolismo venoso post chirurgico e del tromboembolismo venoso in pazienti non chirurgici affetti da una patologia acuta (come ad esempio insufficienza cardiaca acuta, insufficienza respiratoria, infezioni gravi o malattie reumatiche) con mobilità ridotta e ad aumentato rischio di tromboembolismo venoso. Sono inoltre utilizzate nel trattamento della trombosi venosa profonda e dell’embolia polmonare e della sindrome coronarica acuta. Riguardo il trattamento dei pazienti con Covid-19 con le eparine a basso peso molecolare, nel razionale della sua scheda tecnica l’Aifa indica che l’uso delle EBPM si può collocare sia nella fase iniziale della malattia che nella fase avanzata. Nella fase iniziale, quando è presente una polmonite e si determina una ridotta mobilità del paziente con allettamento, l’eparina potrà essere utilizzata a dose profilattica allo scopo di prevenire il tromboembolismo venoso. Nella fase più avanzata della malattia, in pazienti ricoverati, per contenere i fenomeni trombotici a partenza dal circolo polmonare come conseguenza dell’iperinfiammazione dovuta alla malattia, le EBPM dovranno essere utilizzate a dosi terapeutiche.
Poiché l’uso terapeutico delle EBPM sta entrando nella pratica clinica sulla base di evidenze incomplete e con importanti incertezze anche in merito alla sicurezza, si sottolinea l’urgente necessità di studi randomizzati che ne valutino efficacia clinica e sicurezza.
ECCO TUTTI I FARMACI IN USO NEGLI STUDI CLINICI
Di seguito le sperimentazioni già autorizzate.
Colchicina (11 aprile 2020)
Lo studio è condotto a Tor Vergata (Roma), Perugia, Morgagni (Forlì), Aarhus University (Danimarca), Ancona, Pantalla (Perugia), Pol. Umberto I (Roma) e Sir più Aipo (Milano.
La colchicina è un potente farmaco antinfiammatorio economico, somministrato per via orale, che è stato inizialmente estratto dal croco autunnale (o colchico d’autunno o falso zafferano, piccola pianta bulbosa erbacea autunnale, velenosa, dai fiori color rosa-violetto appartenente alla famiglia delle Liliaceae) ed è stato usato per secoli. Il suo meccanismo d’azione è attraverso l’inibizione della polimerizzazione della tubulina e la generazione di microtubuli e, possibilmente, effetti su molecole di adesione cellulare, chemochine infiammatorie e inflammasoma (complesso infiammatorio che porta alla morte delle cellule). La colchicina è attualmente indicata per il trattamento della gotta, della febbre mediterranea familiare e della pericardite.
I partecipanti riceveranno 0,5 mg di colchicina tre volte al giorno se il peso è inferiore a 100 kg; 1 mg due volte al giorno se il peso è superiore a 100 kg. La valutazione avverrà dopo 30 giorni dal trattamento. Per verificare l’ipotesi che il farmaco sperimentale possa dimezzare il tasso di accesso allo stadio critico (dal 25% al 12,5%), sono necessari 308 malati. I due segMenti in sperimentazione saranno randomizzati con 154 pazienti trattati con il trattamento attuale e 154 con colchicina aggiunta al trattamento attuale.
Studio Solidarity (9 aprile 2020)
Presso l’Università di Verona
Si tratta di uno studio multicentrico randomizzato condotto su maggiorenni recentemente ricoverati o tuttora in ospedale su diversi farmaci: Remdesivir (infusione giornaliera per 10 giorni) ; Clorochina o idrossiclorochina (due dosi di carico orale, quindi due volte al giorno per via orale per 10 giorni); Lopinavir con Ritonavir (per via orale due volte al giorno per 14 giorni); Lopinavir con Ritonavir (idem) più Interferone (iniezione giornaliera per 6 giorni).
Idrossiclorochina solfato, somministrazione precoce pre-ospedaliera (8 aprile 2020)
Condotto presso il reparto di Cardiologia dell’ospedale di Ascoli Piceno
Si basa sulla somministrazione di idrossiclorochina, un farmaco impiegato nella malaria con proprietà nelle malattie autoimmuni (leggi qui) in persone che hanno sintomi (febbre oltre 37°, tosse, dispnea) non gravi e tali da poter restare a casa e quelli risultati positivi al tampone rinofaringeo. Lo studio, randomizzato in aperto, prevede la somministrazione di l’idrossiclorochina una dose di 400 mg il primo giorno di trattamento, seguito con un’offerta di 200 mg per i successivi 6 giorni (durata totale del trattamento: 7 giorni consecutivi). I pazienti di età pari o superiore a 70 anni, con insufficienza renale o epatica nota o malattia cardiaca nota (malattia coronarica, cardiomiopatia dilatativa, cardiomiopatia ipertrofica) non riceveranno 400 mg nella prima dose ma 200 mg al giorno per 7 giorni consecutivi.
Price: 29,99 €
1 used & new available from 29,99 €
Tocilizumab TCZ (30 marzo 2020)
In un totale di 50 centri diversi
Il Tocilizumab è un anticorpo monoclonale già impiegato con successo nell’artrite reumatoide, nella psoriasi e in altre malattie autoimmuni. L’obiettivo generale di questi studi è valutare se la terapia con TCZ è in grado di ridurre il numero dei pazienti con polmonite da SARS-CoV2 che richiedono una ventilazione meccanica.
La prima sperimentazione è condotta su 330 pazienti affetti da covid-19 ai quali è stata diagnosticata una polmonite confermata secondo i criteri dell’OMS, inclusa una PCR positiva per qualsiasi campione (ad es. Respiratorio, sangue, urine, feci, altro fluido corporeo). La metà di loro sarà trattata con placebo, l’altra metà con Tocilizumab ad una dose di 8 mg / kg, con una dose massima di 800 mg. I pazienti saranno seguiti per un totale di 60 giorni dopo la prima dose del farmaco in studio. Un’infusione aggiuntiva di trattamento in cieco di TCZ o placebo può essere somministrato 8-12 ore dopo l’infusione iniziale. Per i pazienti dimessi tra il 28 ° giorno e il completamento dello studio, le visite possono essere condotte telefonicamente.
Tocilizumab TCZ (27 marzo 2020)
A Modena, Reggio Emilia e Genova
Lo studio ha una durata di 14 giorni a partire dalla randomizzazione dei pazienti in due bracci. il braccio sperimentale riceverà la terapia con Tocilizumab entro 8 ore dall’ingresso in studio + la terapia standard. Quello di controllo riceverà la terapia standard e TCZ solo con aggravamento delle condizioni e ingresso in terapia intensiva.
Il dosaggio di questa sperimentazione è doppio rispetto al precedente: TCZ 8 mg/Kg endovena Infusione in 60 minuti) fino ad un massimo di 800 mg con ripetizione dello stesso dosaggio a 12 ore. Si rende necessario un campione di 199 soggetti per gruppo, 398 in totale.
Tocivid (22 marzo 2020)
Lo studio, partito dal Pascale di Napoli (leggi qui) è in fase avanzata su 600 centri italiani e 2111 pazienti (originariamente erano 330).
L’obiettivo dichiarato è ridurre la mortalità da Covid-19. Il protocollo prevede la somministrazione di Tocilizumab endovena 8 mg/kg fino ad un massimo di 800mg per dose, in infusione della durata di 1 ora. (NB. Si tratta della stessa dose registrata dall’FDA per il trattamento della “tempesta citochinica” conseguente a trattamento con cellule CAR-T). Una seconda somministrazione (stessa dose) può essere somministrata dopo 12 ore se la funzione respiratoria non si è ripristinata, a discrezione dell’Investigatore.
Sarilumab (26 marzo 2020)
Presso l’istituto “Lazzaro Spallanzani” di Roma
Non si hanno dettagli ma solo la scheda di autorizzazione dell’Aifa.
Emapalumab più Anakinra 25 marzo 2020)
Presso l’istituto “Lazzaro Spallanzani” di Roma
Studio randomizzato, in aperto, a 3 gruppi paralleli, multicentrico per valutare l’efficacia e la sicurezza di somministrazioni endovenose di emapalumab, un anticorpo monoclonale anti-interferone gamma (anti-IFNγ), e di anakinra, antinfiammatorio antagonista del recettore per la interleuchina-1(IL-1), a confronto con terapia standard, nel ridurre l’iper-infiammazione e il distress respiratorio in pazienti con infezione da SARS-CoV-2. L’obiettivo dello studio è quello di individuare nuovi approcci terapeutici per ridurre il numero di pazienti che richiedono la ventilazione assistita e quindi la terapia intensiva.
Il periodo di trattamento di 2 settimane è in aperto. I pazienti sono randomizzati al trattamento con emapalumab, anakinra e terapia standard sulla base di una randomizzazione 1:1:1. Emapalumab sarà somministrato per via endovenosa ogni 3 giorni per un totale di 5 infusioni (Giorni 1, 4, 7, 10, 13). Anakinra sarà somministrato in 4 somministrazioni endovenose al giorno per 15 giorni (da Giorno 1 al Giorno 15). L’endpoint primario sarà valutato al Giorno 15.
Lo studio includerà un totale di 54 pazienti, 18 per gruppo secondo una randomizzazione 1:1:1. I criteri di arruolamento includono la diagnosi documentata di infezione da SARS-CoV-2, secondo quanto previsto dalla routine ospedaliera e un’età compresa tra 30 e 80 anni.
Remdesivir RDV (11 marzo 2020)
Studio internazionale fino a 50 centri a livello globale, principalmente in Asia
L’obiettivo è di valutare l’efficacia di 2 regimi di RDV in termini di normalizzazione della temperatura e saturazione di ossigeno fino al Giorno 14. Il metodo prevede di arruolare circa 400 partecipanti randomizzati con un rapporto 1:1 a uno dei seguenti bracci di trattamento: Braccio di trattamento 1: proseguimento della terapia standard di cura unitamente alla somministrazione endovenosa (EV) di RDV 200 mg il Giorno 1, seguita da RDV 100 mg EV nei Giorni 2, 3, 4 e 5 Braccio di trattamento 2: proseguimento della terapia standard di cura unitamente alla somministrazione EV di RDV 200 mg il Giorno 1, seguita da RDV 100 mg EV nei Giorni 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9 e 10.