Il glifosato, un amminoacido sintetico analogo alla glicina, è il biocida più utilizzato sul pianeta: viene impiegato nelle colture agricole come diserbante selettivo. La sua presenza negli alimenti per l’alimentazione umana e per il consumo animale è ovunque. Studi epidemiologici hanno evidenziato una forte correlazione tra la crescente incidenza negli Stati Uniti di un gran numero di malattie croniche e il crescente utilizzo di glifosato sulle colture di mais, di soia e di frumento. Il meccanismo d’azione patologica è ben noto: il glifosato, agendo come un analogo della glicina, può essere erroneamente incorporato nei peptidi durante la sintesi proteica e determinare un’alterazione metabolica.
LA CONDANNA NEGLI USA
Il glifosato è balzato agli onori della cronaca mondiale ad agosto 2018 quando Monsanto, acquisita nei mesi scorsi dal gruppo tedesco Bayer, è stata condannata negli Stati Uniti a pagare una multa da 289 milioni di dollari a causa di un erbicida contenente glifosato, ritenuto cancerogeno. Un tribunale californiano ha giudicato Monsanto colpevole nell’ambito di una causa intentata per dimostrare che i diserbanti a base di glifosato della società, tra cui il marchio Roundup, provocherebbero il cancro. Il procedimento legale contro Monsanto, rilevata da Bayer nel 2018 per 63 miliardi di dollari, è il primo di oltre 5.000 cause analoghe intentate negli Stati Uniti. Monsanto ha già fatto sapere che farà ricorso in appello contro la sentenza.
Il 19 marzo 2019 il Tribunale della California ha sentenziato che diserbante Roundup, prodotto dalla Monsanto del gruppo Bayer, ha contribuito al cancro del settantenne cittadino statunitense Edwin Hardeman. E’ stata così riconosciuta la responsabilità del gruppo agrochimico che distribuisce il prodotto a base di glifosato. Il gruppo Bayer, che ha perso la prima fase del processo e ora dovrà affrontare la seconda in cui si stabilità anche la dimensione del risarcimento, era stato condannato in una causa analoga nell’estate 2018 quando fu condannato a pagare 289 milioni di dollari a Dewayne Johnson, che si era ammalato di cancro a causa dell’esposizione al Roundup. Questa somma è stata successivamente ridotta a 78,5 milioni, mentre Bayer ha presentato appello contro il merito del verdetto.
LO STUDIO SU 353 LAVORI
Stephanie Seneff, 256 pubblicazioni all’attivo, del Dipartimento di Ingegneria Elettrica e Scienze dei computer del Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Cambridge (USA), e Anthony Samsel, chimico ambientale, degli organismi e dei polimeri, hanno condotto un’analisi della letteratura di ricerca raccogliendo il loro lavoro nella pubblicazione dal titolo “Glyphosate pathways to modern diseases V: Amino acid analogue of glycine in diverse proteins” pubblicato sul Journal of Biological Physics and Chemistry di Basilea.
Il loro studio ha preso in considerazione 353 lavori concludendo che la presenza diffusa di glifosato negli alimenti umani “può spiegare facilmente un legame con il diabete, l’obesità, l’asma, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), l’edema polmonare, l’insufficienza surrenalica, l’ipotiroidismo, il morbo di Alzheimer, la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), la malattia di Parkinson, le malattie da prioni, il lupus , la malattia mitocondriale, il linfoma non-Hodgkin, i difetti della colonna vertebrale (spina bifida), la sterilità, l’ipertensione, il glaucoma, l’osteoporosi, la malattia del fegato grasso neurale e l’insufficienza renale”.
La glicina, il più piccolo aminoacido, ha proprietà uniche che supportano la flessibilità e la capacità di ancorarsi alla membrana plasmatica o citoscheletro. La sostituzione di glifosato alla glicina ed ai suoi derivati metabolici può spiegare facilmente un legame con quelle malattie. “Gli elementi di correlazione diretta con le prove biologiche sono un’evidenza convincente circa l’azione glifosato come un analogo della glicina e spiegano la tossicità del glifosato. Il glufosinato, un analogo del glutammato, probabilmente presenta un meccanismo di tossicità analoga. Vi è un urgente bisogno di trovare un modo efficace ed economico per far crescere le colture senza l’uso del glifosato e glufosinato come erbicidi” evidenziano gli autori.
DIVIETO D’USO IN ITALIA MA NON IN EUROPA
Che il glifosato sia una sostanza assolutamente tossica e pericolosa per la salute umana è riconosciunto unanimamente dalla comunità scientifica internazionale: nel marzo 2015 l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro IARC, istituzione scientifica dell’Organizzazione mondiale della sanità considerata la massima autorità in materia di tumori, IN QUESTA PUBBLICAZIONE aveva dichiarato il glifosato “potenzialmente cancerogeno” per gli umani. Tanto che in Italia il 9 agosto 2016 il Ministero della Salute ha emesso QUESTO DECRETO dirigenziale che “revoca le autorizzazioni all’immissione in commercio di prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva glifosate in associazione con il coformulante ammina di sego polietossilata”. Salvo poi concedere QUESTA PROROGA di 90 giorni. Meno “virtuosa” è l’Unione Europea che, invece, continua a prorogare la licenza di vendita del glifosato scaduta nel 2012 e del suo impiego. A novembre 2017 l’Unione Europea ha autorizzato l’uso di glifosato per altri 5 anni, quindi fino a dicembre 2022: 18 Paesi hanno votato a favore, 9 contro e uno si è astenuto.
Per finire, molti ritengono non autorevole lo studio condotto dalla coppia di ricercatori del Mit: le loro competenze non sono strettamente medico-cliniche o epidemiologiche e la meta-analisi riguarda una serie di pubblicazioni spesso contraddittorie rispetto alle conclusioni tracciate da Seneff e Samsel. Resta una certezza: in Italia, dove il glifosato è vietato da agosto 2016, la quasi totalità di mais e di grano usato per la produzione di pasta e pane, sono importati da nazioni dove quella sostanza è ancora impiegata. QUESTO E’ LO STUDIO di Seneff e Samsel.