Un istituto di ricerca brasiliano ha comunicato che il virus Zika, particolarmente diffuso in America Latina e inoculato dalla zanzara Aedes aegypti, potrebbe trasmettersi anche attraverso l’urina e la saliva. “La presenza del virus Zika, in forma attiva, è stata rilevata nella saliva e nelle urine“, ha spiegato alla stampa Paolo Gadelha, direttore del Fiocruz Institute di Rio de Janeiro (Osvaldo Cruz Foundation). “Dovremo fare molti altri studi per scoprire, tuttavia, se la saliva e l’urina siano o meno un percorso importante di trasmissione”, ha aggiunto Gadelha.
LE PRECAUZIONI DA ASSUMERE
Il pericolo maggiore lo corrono i feti delle donne in gravidanza che possono essere soggetti a microcefalia. “Sapendo dell’esistenza di questa possibile trasmissione, le donne in gravidanza dovrebbero adottare misure precauzionali“, come “evitare di baciare e di condividere le posate” con una persona con i segni che fanno sospettare di aver contratto lo Zika, ha sottolineato il ricercatore. C’è anche il sospetto che lo Zika possa trasmettersi per via sessuale (un solo caso a Dallas, nel Texas USA). E per questo già lo statunitense Cdc (Centers for Disease Control and Prevention) ha pubblicato linee guida specifiche per le donne incinta, nelle quali si suggerisce di evitare i rapporti sessuali o di usare comunque il preservativo fino alla nascita del bimbo alle donne i cui partner sono di ritorno da un viaggio nei Paesi interessati. Dall’Onu si suggerisce ai Paesi interessati di autorizzare all’aborto le gestanti colpite da Zika virus. QUI PUOI TROVARE LA LISTA dei Paesi in cui è segnalata l’epidemia.
NOVE CASI FINORA IN ITALIA
Trasmessa dalla puntura della zanzara tigre Aedes, lo Zika è fortemente sospettato di essere la causa di molti casi di microcefalia, una malformazione congenita nei neonati le cui madri sono state infettate durante la gravidanza. Circa 1,5 milioni di pazienti colpiti dal virus Zika sono stati segnalati in Brasile, dove sono stati confermati 404 casi di microcefalia e 3.670 casi sospetti sono in corso di esame, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che ha dichiarato la vicenda come “emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale”.
Ad oggi, sono in tutto nove i casi certificati di contagio da virus Zika in Italia. L’ultimo è stato diagnosticato allo Spallanzani di Roma in una persona italiana che ha soggiornato in Brasile nella seconda metà del mese di gennaio. Va ricordato che lo Zika si manifesta con i suoi sintomi, arbovirosi quindi molto simili all’influenza, dopo un periodo di incubazione che a seconda dei casi varia tra i 3 e i 12 giorni. In Italia, come in molti altri Paesi, i donatori di sangue che hanno soggiornato nei Paesi colpiti devono aspettare 28 giorni prima di donare.
In tempo per l’arrivo del caldo e quindi della stagione delle zanzare, non risultano al momento da parte delle amministrazioni pubbliche previsioni di intervento specifico contro il proliferare degli insetti. Andrebbe, invece, attuata una campagna accurata di disinfestazione e di distribuzione di prodotti larvicidi ripetute nei mesi. ECCO COME DIFENDERSI dalle punture di zanzara.