Scarti di prosciutto in cattivo stato di conservazione usati per le farciture di tortellini, ravioli e agnolotti. Ed altri tranci del prodotto tipico spacciati per prodotti a denominazione di origine protetta Dop quando invece non lo erano.
LA FRODE AI DANNI DELLE IMPRESE ACQUIRENTI E DEI CONSUMATORI
Ben 40 tonnellate di prosciutto crudo e di ritagli di prosciutto crudo sono state sequestrate in tre aziende di produzione, rispettivamente di Parma, Bologna e Modena. I tre legali rappresentanti delle imprese, sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per “frode in Commercio”, “vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine” e “detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione”.
Ad effettuare i controlli sono stati i Carabinieri del N.A.S. di Bologna, nell’ambito di specifici servizi finalizzati ad individuare e contrastare le frodi alimentari. Riguardo alle irregolarità riscontrate, sia di natura amministrativa che penali, l’amministratore delegato di una azienda operante nel settore della produzione, lavorazione e commercializzazione di prosciutti nella provincia di Parma, è stato denunciato per aver detenuto, posto in vendita e commercializzato scarti di lavorazione e prodotti in cattivo stato di conservazione. Quegli scarti, invece di essere avviati allo smaltimento, venivano presentati come “ritagli prosciutto stagionato”, ad aziende alimentari attive nella produzione di pasta ripiena e salumi, che quindi venivano tratte in inganno sulla reale qualità del suddetto prodotto.
Reati analoghi sono stati contestati ai legali rappresentanti di due aziende operanti nelle province di Bologna e Modena, per avere, nell’ambito delle rispettive attività imprenditoriali, concorso nel sezionare, confezionare e commercializzare tranci di prosciutto crudo, che venivano etichettati e spacciati impropriamente con denominazione D.O.P. Complessivamente sono state sequestrare 40 tonnellate di prosciutto crudo e ritagli di prosciutto crudo, per un valore commerciale di oltre mezzo milione di euro. I carabinieri hanno contestato sanzioni amministrative per un importo complessivo di 14mila euro.
“Le frodi a tavola si moltiplicano nel tempo della crisi – affermano dalla Coldiretti dove si ricorda che nel 2015 sono stati effettuati sequestri per 78,7 milioni nella filiera della carne – soprattutto con la diffusione dei cibi low cost, e sono crimini particolarmente odiosi perché si fondano sull’inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti”. QUI TROVI gli altri esempi di frodi alimentari denunciate dalla Coldiretti in Italia, primo Paese al mondo per contraffazioni alimentari. Tra i casi di frode alimentare, QUELLO di pane, pasta e merendine contaminati e IL CASO di 17 milioni di litri di vino adulterato del Pavese.
È vergognoso che si dia la notizia è nessuno abbia il coraggio di fare i nomi. A che serve? Dite i nomi delle aziende e dei prodotti. Potrei darli da mangiare stasera ai miei figli. Oppure buttare le confezioni che ho in dispensa e che magari sono ottime. Questo modo di fare danneggia solo noi e le aziende serie