Il toxoplasma collegato a schizofrenia e disturbi mentali: gatti di casa sotto accusa

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Attenzione al micio di casa: può essere indirettamente responsabile di una malattia mentale che si può manifestare anche a distanza di anni. Secondo un nuovo studio epidemiologico, infatti, un parassita portato da gatti, il Toxoplasma gondii, è da collegare all’insorgenza di disturbi mentali, aborti, malattie simil-influenzali, cecità e persino casi di decesso negli esseri umani.

Il Toxoplasma gondii è un parassita che infetta l’uomo e gli animali ed è il parassita più comune nelle nazioni sviluppate. Milioni di persone negli Stati Uniti e in molte altre parti dell’Occidente, sono infettate da questo organismo pur senza presentare i sintomi della malattia. Si stima che fino al 50% delle persone in tutto il mondo siano entrate in contatto con il Toxoplasma gondii, con incidenza molto elevata in macellatori, veterinari e, appunto, proprietari di gatti.

IL DOPPIO DELLE PROBABILITA’ DI AMMALARSI DI SCHIZOFRENIA

Sono le statistiche ad evidenziare che gli esseri umani che si infettano da questo possono presentare sintomi che sono molto simili a quella della schizofrenia. Lo studio che sottolinea questa inquietante correlazione si intitola “Beyond the association. Toxoplasma gondii in schizophrenia, bipolar disorder, and addiction: systematic review and meta-analysis” ed è stato condotto da un’equipe di ricercatori olandesi, francesi e statunitensi. I risultati hanno dimostrato che un individuo infetto da T. gondii ha quasi il doppio delle probabilità di sviluppare la schizofrenia. “Nella schizofrenia, l’evidenza di un’associazione con T. gondii è sconvolgente” sottolineano gli autori in un comunicato stampa. “Questi risultati possono fornire ulteriori indicazioni su come l’infezione da Toxoplasma gondii può eventualmente influenzare il rischio di disturbi psichiatrici specifici.

ATTENZIONE SOPRATTUTTO A BAMBINI E DONNE INCINTE

In realtà, dal 1953 sono stati presentati alla comunità scientifica ben 19 studi sulla presenza di anticorpi del Toxoplasma gondii in persone che hanno la schizofrenia e ancor più gravi disturbi psichiatrici. Inoltre, in studi di controllo, ben 18 ricerche riportato una maggiore percentuale di questi anticorpi. In altri 11 altri studi, la differenza tra i livelli di anticorpi è stato abbastanza significativo. Un altro studio forse ancora più importante, dal titolo “Is childhood cat ownership a risk factor for schizophrenia later in life?”, suggerisce anche che i bambini possono essere infettati da questo “intruso” e tenerlo con sé fino all’età adulta, il che, naturalmente, aumenta il rischio di sviluppare disturbi mentali come la schizofrenia.
“E’ stato documentato in tre studi che la proprietà di un gatto nell’infanzia è un elemento significativamente più comune nelle famiglie in cui al bambino viene successivamente diagnosticata schizofrenia o un’altra grave malattia mentale“, spiegano gli autori dello studio E. Fuller Torrey, Robert H. Yolken e Wendy Simmons . I Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, per limitare il rischio di infezione suggeriscono il cambio dei sacchetti per i rifiuti ogni giorno e di assicurarsi che le carni con le quali si alimentano i propri gatti siano sempre ben cotte. Inoltre, viene consigliato anche che le donne incinte evitino di entrare a contatto con cassonetti e cesti per i rifiuti.

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