Paura delle reazioni avverse, discordanza tra indicazioni e consigli medici e scarsa informazione sono gli ostacoli più frequenti alla vaccinazione anti-Hpv (papillomavirus). In Italia, la vaccinazione HPV è somministrata gratuitamente a partire dal 2007 dal Servizio Sanitario Nazionale SSN ad adolescenti di 11 anni. Il Piano Nazionale di Immunizzazione ha fissato come obiettivo della copertura un minimo del 70% per raggiungere quota 95% entro i prossimi tre anni. Invece, nel 2012 (ultimo dato disponibile), quattro anni dopo l’introduzione della vaccinazione, la copertura media è rimasta stabile al 69%.
Sulle motivazioni dell’insuccesso un team di ricercatori del Centro nazionale di Epidemiologia aderenti al Progetto Valore e dell’Istituto Superiore di Sanità, capeggiato da Cristina Giambi, ha condotto la ricerca “Exploring reasons for non-vaccination against human papillomavirus in Italy” (Indagine sulle ragioni della non-vaccinazione contro il papillomavirus umano in Italia). I risultati sono stati pubblicati a novembre 2014 sulla rivista Bmc Infectious Disease.
QUASI DUEMILA QUESTIONARI PER CAPIRE IL FALLIMENTO
I servizi di vaccinazione hanno selezionato, attraverso i registri di immunizzazione, un campione di ragazze nate nel 1997 e 1998 che non si sono vaccinate sottoponendo alle loro famiglie un questionario di 23 voci per indagare quali ostacoli alla vaccinazione, la conoscenza dei rischi da contagio di HPV, la percezione del rischio di infettarsi, quali siano le fonti informative e il parere sui professionisti consultati per ottenere quelle notizie. “Abbiamo analizzato 1.738 questionari – segnalano i ricercatori – Le barriere principali sono la paura di effetti indesiderati (segnalati dall’80% delle famiglie), la mancanza di fiducia in un nuovo vaccino (76%), informazioni discordanti ricevute dai professionisti sanitari (65%) e le scarse informazioni sulla vaccinazione HPV (54%). Complessivamente, il 54% delle famiglie ha risposto correttamente a più della metà delle 10 domande che esplorano le conoscenze sulla vaccinazione HPV. Sebbene i pediatri/medici di medicina generale e i ginecologi sono stati considerati la fonte più affidabile di informazioni da parte rispettivamente del 79% e del 61% degli intervistati, sono stati consultati solo dal 49% e dal 31% delle famiglie. Tra i genitori che hanno discusso la vaccinazione con un medico, il 28% ha ricevuto consigli discordanti e il 31% ha ricevuto la raccomandazione di accettare la vaccinazione”.
Conclusioni
MIGLIORARE L’INFORMAZIONE, ECCO COSA FARE
Poiché gli operatori sanitari sono ritenuti dalle famiglie la fonte più affidabile d’informazioni sulla vaccinazione contro l’Hpv e giocano un ruolo fondamentale nel processo decisionale, è importante investire sulla loro formazione, includendo gli aspetti relativi alla comunicazione, affinché i genitori ricevano informazioni esaustive, chiare, trasparenti e omogenee. La creazione di un network di sanità pubblica intorno alle vaccinazioni permetterebbe la collaborazione tra servizi vaccinali e operatori sanitari del territorio, lo scambio di informazioni, la condivisione di messaggi comuni e degli strumenti comunicativi per offrire la vaccinazione.
UN VIRUS DA TEMERE FORTEMENTE
I papillomavirus sono virus estremamente comuni in tutto il mondo e, degli oltre 100 tipi di Hpv, 13 sono definiti Hpv ad alto rischio e sono collegati all’insorgenza di vari tipi di tumori, soprattutto quello della cervice uterina.