Congelare gli ovociti e gli spermatozoi da utilizzare per gravidanze da portare avanti in “tempi migliori”. La crioconservazione delle cellule germinali è una risorsa sempre più privilegiata per dare una risposta ai giorni d’oggi, quando cresce l’età media del parto e i problemi di infertilità sono ancora ignorati da molti. Anche se si pone il problema di rivolgersi a strutture affidabili e autorevoli: in ballo, infatti, c’è la maternità, una delle aspettative più importanti per una coppia.
I NUMERI DELLA PMA IN ITALIA
Nella relazione sull’applicazione della legge 40 sulla PMA (Procreazione medicalmente assistita) del Ministero della Salute, inviata al Parlamento a luglio 214, emerge che in Italia le procedure di scongelamento e congelamento aumentano per gli embrioni e diminuiscono per gli ovociti. Le gravidanze vanno dal 17,6% nel 2011 al 18,9% nel 2012 rispetto agli scongelamenti da embrioni, e dal 14% nel 2011 al 15,4% nel 2012 rispetto agli scongelamenti da ovociti. Per tutte le tecniche di scongelamento aumenta il numero dei nati vivi, da 924 nel 2011 a 1138 nel 2012. Poiché nelle tecniche di PMA si riscontra un lieve aumento di gravidanze ottenute (da 15.467 a 15.670) e dei nati (da 11.933 a 11.974), è evidente che la riduzione dello scongelamento di embrioni e ovociti può essere influenzata dalla minor credibilità dei centri che si occupano della crioconservazione. Così non è un caso che si conferma la tendenza a un aumento del numero dei centri privati – 218 nel 2012, erano 185 al 31 gennaio 2009 – e a una diminuzione di quelli pubblici e privati convenzionati che sono 137 nel 2012 quando erano 156 al 31 gennaio 2009.
Riguardo all’utilità della crioconservazione degli ovociti partiamo da tre dati: innanzitutto, la tendenza a posticipare sempre l’età del parto. In Italia nel 2000 una donna aveva il primo figlio poco dopo i 30 anni, nel 2013 l’età media del parto è salita a 31,5 anni, nel mezzo un trend che non ha mai smesso di crescere (dati Istat). Inoltre, secondo quanto rilevato dal Censis con la recente indagine “Diventare genitori oggi”, il 90% degli under 35 intervistati ha dichiarato che vorrebbe diventare genitore, ma la crisi ed il contesto economico costringono a rinviare la scelta. Non certo ultimo, c’è una scarsa conoscenza dei problemi legati alla fertilità: sempre secondo l’indagine Censis, sei intervistati su dieci dichiarano di sapere poco o nulla di infertilità, cause e problemi connessi.
OVULI VECCHI DOPO I 40 ANNI
«Il quadro è chiaro: siamo davanti ad una situazione dove si tende, per diversi motivi, a rimandare la scelta di avere un figlio e non si ha conoscenza dei problemi legati all’infertilità. In questo quadro, un elemento è stabile: il tempo è il peggior ostacolo ad una gravidanza. L’orologio biologico non tiene conto delle condizioni sociali, economiche ed emotive. E dopo i 35 anni la capacità fertile di una donna tende a diminuire in modo significativo. A 40 anni non si è anagraficamente vecchi, ma vecchi sono gli ovuli che il proprio sistema produce». Prosegue Jemec: «Se l’esigenza non è non avere figli, ma rimandare la scelta, la risposta è quella di fermare il processo di invecchiamento degli ovuli. E questo è possibile conservando i propri ovuli quando si è ancora relativamente giovani, per poterli così utilizzare in un secondo tempo quando le condizioni personali saranno migliori o potranno far affrontare questo passo con maggiore serenità. Non abbiamo la certezza matematica che una scelta di questo tipo porterà ad una maternità; ma, avendo a disposizione ovuli “giovani”, ci saranno sicuramente maggiori possibilità».
COS’E’ IL SOCIAL EGG FREEZING?
Ecco perché il social egg freezing rappresenta oggi una rivoluzione. «È un passo ulteriore verso l’emancipazione della donna» aggiunge Jemec. «Non bisogna demonizzare questa scelta, ma occorre quantomeno prendere atto che esiste questa possibilità. Com’è oggi per la pillola anticoncezionale: è una possibilità di scelta che negli anni 70 ha rappresentato però un elemento rivoluzionario, capace di scardinare un certo modo di pensare. E oggi l’uso della pillola è socialmente accettato come una possibilità di scelta. E così bisogna guardare al social egg freezing: una possibilità in più dove fare una libera scelta». Attraverso una mirata stimolazione ormonale vengono prelevati e raccolti gli ovociti da conservare. Il congelamento avviene attraverso il procedimento di vitrificazione (congelamento rapido) che permette elevati tassi di sopravvivenza degli ovuli (oltre il 95%). Quindi questi vengono conservati in azoto liquido in attesa di essere utilizzati. Individuato il momento di utilizzo, gli ovuli vengono scongelati e fecondati in vitro; quindi impiantati. I tassi di successo, ovvero di raggiungimento di una gravidanza si aggirano intorno al 60%, sono comunque legati all’età della donna al momento del congelamento. L’importante è affidarsi ad un centro specializzato.
TECNICA SICURA E EFFICACE
Come viene evidenziato dal Ministero della Salute, “nelle procedure di PMA rientrano anche le tecniche di crioconservazione dei gameti (ovociti e spermatozoi) e degli embrioni. Negli ultimi anni i progressi fatti anche dai ricercatori Italiani, nel campo della crioconservazione ovocitaria, e i più di 1.500 bambini nati in Italia, a seguito dell’applicazione di questa tecnica, hanno fatto sì che, oggi, possa essere considerata una tecnica sicura ed efficace. Per questo motivo viene proposta anche nei casi di pazienti oncologiche o con patologie iatrogene, che debbano sottoporsi a terapie tali da mettere a rischio la loro fertilità futura, per preservare la loro capacità riproduttiva”.