Assumere acido acetil-salicilico (aspirina) senza una specifica indicazione medica può essere pericoloso per il rischio di ictus emorragico. Uno degli effetti indesiderati che considerano medici e cardiologi prescrivendola ai pazienti a rischio per prevenire attacchi di cuore o ictus. Secondo un nuovo studio del Baylor College of Medicine di Pinnacle (USA), questa pratica è giusta fino a che i pazienti sono sotto controllo dei loro medici e non corrono ulteriori rischi dovuti agli effetti collaterali di quella prescrizione. Una pericolosa realtà che era stata già provata dalla Harvard Medical School e Brigham & Women Hospital di Boston.
In questa nuova ricerca (Frequency and Predictors of Inappropriate Aspirin Prescribing for Primary Prevention of Cardiovascular Disease), gli esperti hanno scoperto che su 68.808 pazienti in trattamento dei cardiologi negli Stati Uniti, 7.972 di loro stavano assumendo aspirina pur avendo un basso rischio di attacco cardiaco o di ictus nel prossimo decennio. Questo significa che il 11,6 per cento dei pazienti stava prendendo inutilmente il farmaco.
L’acido acetilsalicilico o aspirina previene la formazione di coaguli nel sangue o trombi. Il trombo è una delle cause di ictus e infarto perché ostruisce l’arteria. Il problema è che se il sangue non coagula, c’è il rischio di sanguinamento eccessivo, che può portare al cosiddetto “ictus emorragico”. Questo è l’opposto dell’ictus ischemico o ictus causato da coagulo di sangue. Per questo motivo, l’aspirina deve essere assunta solo da persone con un reale problema di coagulo di sangue. Da molto tempo, i medici la raccomandano alle persone che hanno già avuto un ictus ischemico e infarto. Essa può essere somministrata a persone con almeno un rischio dal 6% al 10% di ictus nei prossimi dieci anni, secondo quanto fissato dalle linee guida della American Heart Assn., della Stroke Assn americana. e della Preventive Services Task Force statunitense.
Per lo studio i ricercatori hanno utilizzato i dati del registro di Cardiologia del Collegio Americano di Pinnacle. Tutti i partecipanti a questo studio erano pazienti che stavano assumendo aspirina per prevenire il loro primo ictus o attacco cardiaco. Per calcolare il loro rischio di avere ictus nel prossimo decennio, i ricercatori del Baylor College of Medicine hanno fatto ricorso allo strumento di valutazione di Framingham sul rischio di malattie cardiovascolari in generale. In base all’analisi dello strumento, anche chi è sotto l’età media di 49,9 anni della popolazione stà prendendo aspirina nonostante il loro basso rischio di avere ictus o attacco cardiaco. Le donne sono per il 16,6% parte di questi “giovani” che assumono aspirina rispetto a chi ne ha realmente bisogno, ovvero 65enni e oltre.
L’aspirina è un farmaco da banco, quindi, non era chiaro se questi pazienti si se la sono autoprescritta o se l’iniziativa era del medico. L’inappropriato tasso di prescrizione era del 32,8% nella coorte complessiva. Le conclusioni degli autori sono che “l’inappropriata prescrizione dell’aspirina si verifica in circa un terzo dei pazienti trattati per la prevenzione primaria, e i nostri risultati identificano l’opportunità di miglioramento del controllo sulla prescrizione in presenza di malattie cardiocircolatorie CVD”.
Credo vada anche valutato il tasso dello INR nell’eventuale prescrzione medica del farmaco piu’ appropriato