Melanoma, diagnosi più rapida ed economica con “Clicca il neo”

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La frequenza di osservazione del melanoma nel sistema di teledermatologia è risultata superiore rispetto a quella sperimentata attraverso visite ambulatoriali programmate”. Sono le straordinarie conclusioni della prima fase di sperimentazione di una nuova app per smartphone e tablet, “Clicca il neo”.

LA DIAGNOSI A DOMICILIO

Il logo dello studio Gised condotto a Bergano sulla diagnosi in teledermatologia del melanoma

Come evidenzia QUESTO ARTICOLO la diagnosi precoce di melanoma è di fondamentale importanza. L’obiettivo della app sperimentata dal Centro studi Gised è proprio quello di abbattere i tempi d’attesa per una visita specialistica e ridurre i costi per eventuali visite infruttuose. Lo studio è stato effettuato tra ottobre 2016 e febbraio 2017 scorso all’Agenzia di tutela della salute (Ats) di Bergamo: 211 dipendenti dell’Ats hanno provato il nuovo sistema mentre altri 213 soggetti si sono sottoposti a strumenti di monitoraggio tradizionale. “Il livello di accuratezza è risultato equivalente – spiega l’Agenzia bergamasca – con un punto in più per la app: chi l’ha utilizzata, ha risparmiato tempo e denaro”.

Il sistema è semplicissimo: istallata la app, basta scattare una foto al nevo o alla lesione sospetta sulla pelle e lo smartphone ed il cellulare danno indicazioni rispetto alla pericolosità che quella anomalia possa essere riconducibile ad un melanoma. I parametri considerati dal device si rifanno a QUESTO METODO ABCDE quindi sono la irregolarità del nevo, il colore, la forma.

Già a giugno 2016 gli studiosi avevano presentato una prima tornata di risultati incoraggianti circa la sperimentazione di “Clicca il neo”. Nell’articolo “Sviluppo di un sistema di teledermatologia per la diagnosi precoce del melanoma. L’esperienza pilota del progetto Clicca il neo” pubblicato sulla rivista Recenti progressi in Medicina, le conclusioni sono significative: tra luglio e dicembre 2015 erano state inviate 302 immagini e  “il 4,3% delle foto sono state considerate come immagini di lesioni altamente sospette: l’1,6% sospette per un carcinoma spinocellulare e 2,3% sospette per un melanoma. La metà dei 4 casi sospetti carcinomi spinocellulari e la metà dei 6 sospetti melanomi hanno ricevuto una conferma della diagnosi dopo asportazione chirurgica ed esame istologico. Per quanto riguarda i melanomi si è trattato in 2 casi di melanomi sottili (spessore inferiore a 1 mm) e, in un caso, di un melanoma in situ”.

Le considerazioni conclusive sono che si aprono “nuove prospettive per lo sviluppo di un approccio preventivo al melanoma che veda il coinvolgimento attivo del cittadino (patient empowerment) e possa ridurre i costi attraverso un uso oculato delle tecnologie esistenti e il passaggio da un’erogazione di servizi reattivi a un’assistenza proattiva, orientata alla prevenzione”. QUESTA E’ LA PUBBLICAZIONE della prima fase di studio in lingua italiana.

IN QUESTE PAGINE puoi trovare tutti gli aggiornamenti di saluteokay.com relativi alla ricerca sul melanoma.

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