I medici: “no al pronto soccorso gestito dagli infermieri”

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SANTACATERINAInfermieri al posto dei medici per effettuare visite sui pazienti che si recano in un presidio ambulatoriale? No, grazie. Anzi, si tratta di una violazione di legge contro la quale i medici presentaranno un esposto alla Procura della Repubblica e chiederanno ragione delle spese affrontate dalla Asl.

Sono le conclusioni alle quali è giunta l’assemblea indetta dall’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri del Lazio con praticamente tutte le sigle rappresentative dei camici bianchi del territorio: Anaao-Assomed, Anpo-Ascoti-Fials Medici, Cimo, Cimop, C.I.Pe, Cisl Medici, Co.Si.P.S. Fassid, Fesmed, Fimmg, Fimp, Smi Lazio, Smi Fvm Lazio, Snami, Spes, Sumai, Uil Medici, Ugl Medici. Oggetto della discussione l’ambulatorioSee&Treat” (“Vedi&Tratta”) attivato presso il Presidio Sanitario Integrato Santa Caterina della Rosa, in zona Prenestina, nel Distretto Sanitario 6 dell’ASL-RMC, dedicato alle cosiddette urgenze minori e gestito soltanto da professionalità infermieristiche.

REFERTI NULLI SE VALIDATI A DISTANZA DAI MEDICI

Questo il verbale redatto dai camici bianchi per riassumere la posizione ufficiale rispetto all’iniziativa. “La mancanza di garanzie per la tutela della salute del paziente all’interno di un percorso di diagnosi-terapia-dimissione interamente delineato solo con competenze infermieristiche è stato il rilievo comune a tutti gli interventi. Ma è stato anche evidenziato il rischio per un medico di commettere il reato di falso ideologico in atto pubblico, laddove egli si prestasse a validare e certificare ex post e a distanza le decisioni prese dall’infermiere: cioè senza aver prima e personalmente visitato il paziente. Nonché il rischio per lo stesso infermiere di incorrere nel reato di abuso di professione, con conseguenti ricadute su di lui di responsabilità in campo penale e civile. Unanime, pertanto, l’indicazione all’Ordine di chiedere alla Regione Lazio un confronto urgente per esaminare congiuntamente e compiutamente tutte queste criticità, come pure i reali costi e benefici per il Servizio Sanitario Regionale.

Inoltre, sulla base di quanto emerso, è stata avanzata la possibilità di presentare un esposto denuncia alla Procura della Repubblica, a tutela preventiva della salute dei cittadini e del medico cui dovessero essere addossate responsabilità per atti e prescrizioni non da lui valutati e decisi a priori. Infine, prospettata anche l’eventualità un ricorso alla Corte dei Conti per verificare l’effettivo “costo zero” dell’iniziativa attuata dalla Direzione Generale della ASL RmC. L’Ordine si è riservato di compiere tali passi alla luce dell’esito che avrà il confronto che si appresta a chiedere con i vertici della Regione.

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