Pasta e farina prodotte dopo aver trasportato il grano su camion che nel viaggio precedente avevano caricato rifiuti tossici e pericolosi. E’ giò che ha scoperto il Corpo Forestale dello Stato che, nel corso di un’operazione che ha riguardato 21 diverse province distribuite in cinque regioni del Nord Italia, ha sequestrato ben mille quintali di grano sospetto.
CAMION DI RIFIUTI PERICOLOSI RIUSATI PER IL GRANO
Grano trasportato su mezzi pesanti utilizzati per lo spostamento transnazionale di rifiuti speciali pericolosi. E’ infatti questa la terribile scoperta effettuata dal personale del Corpo forestale dello Stato appartenente al Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) di Reggio Emilia e alla Sezione anticrimine del Comando Regionale di Bologna a seguito di un’approfondita attività di polizia giudiziaria che ha riguardato 31 società di trasporto in conto terzi, sia italiane che comunitarie. Le Regioni interessate dall’Operazione “Grano sicuro” della Forestale sono cinque, nello specifico l’Emilia-Romagna, la Lombardia, il Piemonte, il Trentino Alto Adige e il Veneto, per un totale di 21 province interessate. Eseguite 56 perquisizioni presso tutte le sedi delle imprese a vario titolo coinvolte. Il personale della Forestale ha quindi sequestrato oltre 1000 quintali di grano sfuso ad uso alimentare e relativi vani di carico, di imprese di trasporto per le quali le indagini hanno indicato anche l’attività di trasporto di rifiuti speciali pericolosi. Come accertato in alcuni casi, tra i rifiuti pericolosi si è riscontrato anche l’amianto.
GRANO DESTINATO A FARINE E IMPRESE PRODUTTRICI DI PASTA
Le indagini di polizia coordinate dal Procuratore della Repubblica di Reggio Emilia, Giorgio Grandinetti e dal Pubblico Ministero, Valentina Salvi, hanno consentito di evidenziare casi nei quali stabilmente gli stessi vani di carico che trasportavano rifiuti speciali pericolosi, successivamente, in tempi ravvicinati, venivano caricati alimenti sfusi, destinati al consumo umano sotto forma di farine e pasta. Tale procedimento consentiva alle imprese di ottimizzare l’utilizzo dei camion, che viaggiavano sempre pieni, sia dalle nazioni straniere (Germania, Austria) che dall’Italia, e che quindi potevano proporre prezzi concorrenziali per il trasporto delle merci alimentari e dei rifiuti, rispetto alle imprese di trasporto che osservano la normativa di settore, per la quale non è possibile utilizzare mezzi adibiti al trasporto di rifiuti pericolosi per gli alimenti. I provvedimenti concessori dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali vietano l’utilizzo dei mezzi e dei recipienti che hanno contenuto rifiuti pericolosi per il trasporto di prodotti alimentari. Anche il Regolamento Comunitario in tema di sicurezza alimentare dispone che i prodotti alimentari sfusi, liquidi, granulari o in polvere devono essere trasportati in vani di carico e o contenitori riservati al trasporto di prodotti alimentari. Il rispetto di tali divieti avrebbe però comportato il conseguente aumento dei costi, nonché l’impossibilità di rispettare i principi elementari di leale concorrenza.
I REATI CONTESTATI
Le indagini della Forestale mirano a contestare in primo luogo la grave violazione di adulterazione di sostanze destinate all’alimentazione umana, che tali condotte abusive mettono a rischio. E’ necessario garantire l’integrità alimentare della merce sfusa che, se trasportata in cattivo stato di conservazione, potrebbe generare pericolo per la salute pubblica e dei consumatori. Al momento non sono stati raccolti elementi comprovanti che queste modalità di trasporto abbiano inquinato pericolosamente le granaglie e le farine caricate sui mezzi ma sarà necessario attendere il risultato di ulteriori analisi di laboratorio. Non si esclude che le indagini della Procura di Reggio Emilia e della Forestale, a largo spettro, interessino a breve anche l’estero, in particolare la Germania e l’Austria, dove le imprese coinvolte dovranno fornire tutta la documentazione relativa al carico e allo scarico delle merci che viaggiavano sui mezzi caduti sotto la lente e in particolare su quelli sequestrati durante l’operazione. A carico delle imprese si ipotizza altresì il reato di mancata ottemperanza alle prescrizioni in tema di trasporto di rifiuti speciali pericolosi.