Circola sui forum di discussione degli assistenti di volo e viaggia da uno smartphone all’altro attraverso whatsapp: si tratta di un video che dimostrerebbe (il condizionale è d’obbligo, considerato che al momento è proposto in forma anonima e senza i requisiti richiesti ai test ufficiali) la facile infiammabilità delle nuove divise Alitalia. Saluteokay lo propone come testimonianza senza valore di prova e come contributo al dibattito in atto sulla sicurezza e sul comfort di questi abiti.
UN TESSUTO DEL TUTTO SOMIGLIANTE
Il video mostra un test indipendente su un tessuto riferito allo “orlo dei pantaloni distribuiti agli steward“. Dal documento non si è in grado di stabilire se questo risponda al vero: non c’è l’etichetta di provenienza ma a colpo d’occhio il tessuto ha la trama identica a quella della nuova divisa in uso tra gli assistenti di volo Alitalia/Etihad.
Nel video l’anonimo “verificatore” avvicina una fiamma viva al brandello di tessuto e questo in pochi istanti si incendia completamente. Ora, non è possibile fare un raffronto con tessuti di materie naturali (tutto lana o tutto cotone) ma l’etichetta ritratta dall’interno della giacca e del pantalone Az, mostra una composizione il larga parte di fibre sintetiche: 71% viscosa, 2% elastan e 27% lana. La fodera interna è interamente di viscosa, come tutti gli abiti moderni.
GLI INTERROGATIVI E LE POSIZIONI
Può essere sufficiente questa documentazione per sollevare perplessità circa la non rispondenza dei tessuti della nuova divisa Alitalia? Secondo noi no. Il test non è stato eseguito nelle condizioni previste dalla legge, non rispetta i parametri fissati per i laboratori accreditati e, soprattutto, non attesta l’esatta provenienza del frammento di tessuto. Peraltro, la compagnia aerea rispetto alle preoccupazioni espresse dai sindacati attraverso QUESTO ARTICOLO, ha ribattuto che “le affermazioni di alcune organizzazioni sindacali sul rischio di infiammabilità delle nuove divise Alitalia sono gravi, non suffragate da alcun elemento concreto e perciò totalmente prive di fondamento. Le divise hanno superato tutti i test sul rischio infiammabilità e rispettano nel modo più rigoroso gli standard di sicurezza imposti dalle normative vigenti. La compagnia si riserva di procedere nelle sedi appropriate al fine di tutelare la propria immagine contro accuse palesemente infondate“.
A questo punto, però, sarebbe auspicabile che l’Alitalia renda pubblici i risultati di questi test ufficiali, circostanza che Anpac, Anpav e Usb negano sia avvenuta “nonostante le nostre ripetute formali richieste avvenute in data 26/05/2016 e 06/06/2016». «Circolano, in rete, dei ‘test’ indipendenti – riferiscono i rappresentanti di quei sindacati – attribuiti a quei tessuti con risultati preoccupanti che, se confermati e validati, richiederebbero l’immediato ritiro e sostituzione dei materiali impiegati, il tutto a tutela della sicurezza del personale e dei passeggeri».
Per gli assistenti di volo le divise sono equiparate a Dispositivi di Protezione Individuale Dpi: la normativa che li regolamenta è QUI RIASSUNTA.
ECCO IL VIDEO-TEST ANONIMO