Alessitimia o alexitimia, come si riconosce e come si cura

La alessitimia è la mancanza di consapevolezza emotiva o incapacità di descrivere i sentimenti, una condizione resa famosa da Beppe Grillo

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Alessitimia o alexitimia,  che malattia è? Quali sintomi presenta? Come si cura?

Ad accendere un faro sulla alessitimia e’ stato un personaggio metà comico e metà leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo. Il fondatore del partito pentastellato nel suo intervento nella manifestazione di Circo Massimo di Roma del 21 ottobre ha ironizzato sostenendo che chi scrive le leggi e le norme in Europa è affetto da alessitimia ovvero dall’incapacità di provare emozioni nella loro vita.

DEFINIZIONE CLINICA DELLA ALESSITIMIA

In realtà la alessitimia è una patologia molto più diffusa di quanto si creda. Ed è alla base di molti fallimenti di coppia. ScienceDirect per offrire una definizione clinica della alexitimia prende a prestito quella fornita dagli psicologi Nemiah et altri del 1976: “L’alexitimia è un fenomeno subclinico che comporta una mancanza di consapevolezza emotiva o, più specificamente, difficoltà nell’identificare e descrivere i sentimenti e nel distinguere i sentimenti dalle sensazioni corporee dell’eccitazione emotiva”.

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Per l’enciclopedia Psychcentral la alexitimia è “una carenza o la completa incapacità nel valutare e descrivere il proprio stato emotivo. Considerato un tratto della personalità, non un disturbo”.

Molto interessante l’analisi fatta nello studio “A Behavior Analytic Interpretation of Alexithymia” del Dipartimento di Psicologia dell’Università del Nevada, a Reno. Lo studio parte dalla definizione di alexithymia come “termine usato per descrivere le persone che sembrano incapaci di provare o almeno descrivere le emozioni e cerca di offrire “un’interpretazione teorica dell’alessitimia da una prospettiva comportamentista radicale”. Così “vengono fornite descrizioni delle varie condizioni di stimolo discriminante e consequenziale coinvolte nelle complesse storie di apprendimento degli individui che potrebbero essere affette da alessitimia”.

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Per la rivista specializzata Disabled World, l’alessitimia può essere uno “stato” conseguente “a una causa specifica e spesso è una condizione temporanea. Per esempio è noto che possa essere innescata come disturbo da stress post-traumatico, causato dall’esperienza di un evento orribile”. Ci sono poi “tratti” di alessitimia come “caratteristica inerente alla personalità di una persona. Tratti di alessitimia possono essere ’innati’ o causati da eventi che accadono nella prima infanzia di una persona, come la trascuratezza o l’abuso da parte di un parente stretto”.

DIFFUSIONE E SINTOMI DELLA ALESSITIMIA

Gli autori si dividono sul grado di diffusione della alessitimia nella popolazione ma concordano che non ha differenze di genere. Per alcuni autori sarebbe addirittura “presente in circa il 10% della popolazione generale ed è nota per accompagnarsi ad un certo numero di condizioni psichiatriche”. Per altri autori la diffusione oscilla da un minimo del 4,7% della popolazione generale fino a punte del 8,9%.

Riguardo ai sintomi della alessitimia sono essenzialmente due: 1) Una componente cognitiva in cui le persone sono costrette ad affrontare sforzi con il pensiero e con le emozioni mentre cercano di nominare, comprendere e parlare di sentimenti; 2) Una componente affettiva in cui le persone potrebbero lottare con l’esperienza della condivisione, della risposta e della percezione delle emozioni.

IL TRATTAMENTO DELLA ALESSITIMIA

Il trattamento dell’alessitimia può essere incorporato nel trattamento generale della condizione più ampia della persona. Sulla base dei risultati di una valutazione psicologica della persona, i medici avranno un’idea migliore di come i sintomi alessitimici possano essere associati a una o più forme di condizioni di salute mentale.

Il trattamento è molto lento e complesso. Per le persone che vivono con l’alessitimia, infatti, il professionista della salute mentale si concentrerà spesso a costruire le fondamenta per nominare le emozioni e apprezzare una serie di sentimenti. Il processo includerà probabilmente sia la considerazione delle esperienze di altre persone sia l’auto-riflessione. Per questo sono suggerite forme di terapia di gruppo oltre che individuali, come tenere un diario delle emozioni e la pratica di arti espressive.

Secondo il gruppo di studio della Training School of Cognitive Therapy, Terzocentro Psicoterapia Cognitiva di Roma guidato da G. Nicolò, “è stato ipotizzato che l’alterazione della capacità di riconoscere e dare un senso alle emozioni sia presente in un sottocampione di persone affette da disturbo di personalità (PD). In particolare è possibile che la difficoltà di riconoscere ed esprimere sentimenti, o alessitimia, sia correlata a molti dei sintomi e dei problemi nel dare un senso alle interazioni sociali che sono le caratteristiche del PD. In questo studio abbiamo misurato i livelli di alexithymia con la Alexithymia Scale-20 di Toronto ed esplorato le sue correlazioni con la presenza complessiva di PD e diverse diagnosi, sintomi e difficoltà interpersonali. I risultati erano ampiamente coerenti con l’ipotesi”.

Le conclusioni dello studio sono che ”livelli più elevati di alessitimia erano legati ad alti livelli di psicopatologia globale e alla rappresentazione disfunzionale delle relazioni interpersonali. Un sottocampione di pazienti, per lo più affetti da PD evitante, dipendente, passivo-aggressivo e depressivo, aveva caratteristiche alessitimiche e, in particolare, riportava difficoltà nel descrivere i propri sentimenti agli altri”.

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