Cavalli in miniatura, che dolcezza di pet therapy!

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La pet therapy, conosciuta in Italia anche come zooterapia, è un modo di curare senza farmaci o interventi specialistici fondato semplicemente sull’interazione uomo-animale. L’intuizione si deve al neuropsichiatra infantile statunitense Boris M. Levinson che nel 1965, lavorando con un bambino autistico, si accorse che la presenza del suo golden retriever Jingles facilitava la relazione con il suo piccolo paziente, fino a considerare il cane un co-terapista. Evidentemente l’efficacia del co-terapista animale è da ricercare nella facilità che questi da’ all’instaurarsi  di un rapporto empatico tra paziente e psicoterapeuta. Approfondimenti IN QUESTO LINKvlcsnap-2016-01-25-15h49m56s232

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In buona sintesi, dunque, la pet therapy integra, rafforza e coadiuva le terapie tradizionali e può essere impiegata su pazienti affetti da differenti patologie con obiettivi di miglioramento comportamentale, fisico, cognitivo, psicosociale e psicologico-emotivo. La  presenza di un cane, di un gatto, di un coniglio, di un pappagallo, in molti casi consolida un rapporto emotivo con il paziente e ciò consente di stabilire sia un canale di comunicazione paziente-animale-medico che uno stimolo alla partecipazione attiva del paziente.

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La zooterapia è adottata con successo in molti ospedali pediatrici e da qualche tempo inizia ad avere credito anche nelle case di cura per anziani alle prese con decadimento cognitivo, come l’Alzheimer o la demenza senile. Cani, gatti, conigli, pappagalli e, da qualche mese, anche i cavalli. L’azione degli equini nell’ippoterapia era nota da tempo, sia per l’aspetto di riequilibrio posturale che nella relazione empatica verso persone disabili , ma adesso si parla di pet therapy da “visita”. E’ l’ultima novità maturata negli Usa grazie all’associazione “Gentle Carousel Miniature Therapy Horses” un gruppo composto da 501 volontari che si occupano di beneficenza senza scopo di lucro portando piccoli cavalli in visita all’interno di ospedali, programmi di hospice, stazioni di polizia, caserme dei pompieri e da bambini che hanno vissuto eventi traumatici. Finora oltre 45mila adulti e piccoli hanno ricevuto la visita di questi cavalli in miniatura a Newtown in Connecticut, a  Washington DC o negli orfanotrofi in Grecia.

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In Francia, Svizzera e Stati Uniti è molto diffusa l’onoterapia, che impiega gli asini. Da non molti mesi anche l’Italia ne fa uso, in particolare in diversi maneggi di Bari, Lecce, Roma, Como, Pordenone, Pesaro e Trento.

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