Autismo e attaccamento ai familiari

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CHILDREN.SURGERYI bambini possono mostrarsi sicuri, evitanti, ambivalenti o disorganizzati: tutto dipende dal tipo di attaccamento che sviluppano con i loro caregiver, ovvero con i genitori o comunque con colui che si prende cura di loro. E’ fondamentale, dunque, che si sentano compresi e sostenuti. In questo aspetto, minori autistici e normodotati sono uguali.

Lo rivela l’ultima ricerca scientifica prodotta dal dipartimento di Psicologia dell’Università di Haifa (Israele). I risultati sono il tema del seminario promosso dall’Istituto di Ortofonologia (IdO) su “Attaccamento e autismo: l’importanza dell’insightfullness genitoriale”, del 30 e 31 gennaio presso l’Aula Magna dell’Istituto comprensivo Regina Elena a Roma. Relatore principale è David Oppenheim, ex presidente del dipartimento di Psicologia e membro senior del ‘Center for the study of child development’ dell’Università di Haifa. Coordina i lavori Magda Di Renzo, direttrice della Scuola di specializzazione IdO in Psicoterapia psicodinamica dell’età evolutiva. E’ presente anche Ayelet Erez, membro della Clinica per la psicoterapia psicodinamica dell’età evolutiva del ministero della Salute di Haifa.
Secondo la teoria dell’attaccamento, tutti i bambini entro la fine del primo anno di vita sviluppano un forte legame emotivo ai loro caregiver, che, se viene minacciato, procura loro angoscia. “Gli attaccamenti forniscono ai bambini una base sicura da cui partire per avventurarsi nell’esplorazione del mondo esterno – spiega Oppenheim – per poi farvi ritorno nei momenti di difficoltà o necessità. Probabilmente il bisogno di protezione e assistenza è cruciale per la sopravvivenza della specie, per questo motivo i minori sviluppano un attaccamento ai loro genitori indipendentemente dalla qualità delle cure che ricevono. Tuttavia – prosegue il professore – l’intensità di un attaccamento sicuro dipende dalla qualità delle cure ricevute: i bambini che hanno avuto un caregiving sensibile e reattivo rispondono in modo appropriato perché si fidano dei loro caregivers, sentendoli disponibili nel momento del bisogno. Questi sono attaccamenti sicuri. I minori che ricevono un’assistenza che non corrisponde alle loro esigenze rimangono ugualmente attaccati ai loro caregiver, ma il loro attaccamento è pieno di incertezza e ansia”. Insomma, “in fondo basterebbe osservarli i bambini autistici per capirli”.

CHE COS’E’ L’INSIGHTFULLNESS

Con il termine “insightfullness “ (vedere il mondo dal punto di vista del bambino) si intende la capacità dei genitori di fornire una sorta di fotografia complessa e integra del mondo interno del bambino, che includa un ampio spettro di motivazioni appropriate al contesto, unita alla capacità di aggiornare le rappresentazioni che hanno del bambino. Valorizzazione dei pensieri e del mondo interno del bambino. Che, in questo modo, può sentirsi una persona completa e accolta.

Il convegno dell’IdO sarà l’occasione per approfondire la tipologia di attaccamenti nell’autismo. L’evento segna inoltre l’avvio sia della Scuola di specializzazione IdO in Psicoterapia psicodinamica dell’età evolutiva che del corso biennale per medici e psicologi su ‘Valutazione e trattamento in età evolutiva’

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