“Analizzare tutte le donazioni di sangue con il test Zika”: negli Usa è diventato obbligatorio. In Italia non ancora

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La ricerca del virus Zika è già obbligatoria per le donazioni di sangue in alcune zone del Porto Rico e della Florida, aree particolarmente colpite dall’epidemia. La Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia della sanità negli Stati Uniti, ha pubblicato un documento nel quale si raccomandano tutti i centri di donazione del sangue del Paese di analizzare sistematicamente i campioni prelevati.

CONTROLLI PIU’ SEVERI SULLE DONAZIONI

“Alla luce delle nuove informazioni scientifiche ed epidemiologiche raccolte sul virus Zika, è chiaro che devono essere prese precauzioni più severe”, ha dichiarato la dottoressa Luciana Borio, scienziato capo della FDA di chiare origini italiane. “Abbiamo emesso nuove raccomandazioni per l’esecuzione immediata dell’esame, per mantenere i requisiti di sicurezza nell’apporto di sangue negli Stati Uniti“. ZIKA3

Dal momento della scoperta del primo caso indigeno di Porto Rico, lo scorso dicembre, l’epidemia ha continuato a crescere negli Stati Uniti, raggiungendo rapidamente le Samoa americane e le Isole Vergini. Nel mese di luglio 2016, i primi casi di trasmissione diretta sono stati individuati sulla terraferma, in Florida. Anche un primo caso di trasmissione per via sessuale da parte di un portatore asintomatico è stato segnalato dalle autorità degli Stati Uniti (l’Italia come dimostra QUESTO DOCUMENTO DELL’OMS è uno dei Paesi nei quali questo fenomeno si è manifestato), impressionando per una possibile contaminazione della rete di donazione di sangue. La combinazione di contaminazione locale e la possibilità di trasmissione del virus dalle persone prive di sintomi rende infatti più difficile l’esclusione delle persone a rischio. “C’è ancora molta incertezza per quanto riguarda la natura e la portata della trasmissione del virus Zika”, ha aggiunto il dottor Peter Marks dell’FDA. “In queste condizioni, la raccomandazione di sottoporre a test tutte le scorte di sangue contribuirà a garantire l’accesso al sangue sano per tutti coloro che hanno bisogno di una trasfusione“. Questo nuovo test viene aggiunto a quelli per rivelare la presenza del virus dell’AIDS, dell’epatite, o del virus del West Nile. L’FDA spera di proteggere le persone in uno stato molto fragile di salute, ma anche le donne in gravidanza che ricevono una trasfusione di sangue: il feto, infatti, potrebbe essere infettato e sviluppare QUESTE MALATTIE.

ECCO COME FUNZIONA IN ITALIA

In Italia, al momento, si applica la sospensione temporanea di 28 giorni dal rientro per i donatori che abbiano soggiornato nelle aree dove si sono registrati casi autoctoni d’infezione; o anche la sospensione temporanea di 28 giorni dalla risoluzione dei sintomi per i donatori con anamnesi positiva per infezione da ZIKAV (infezione documentata oppure comparsa di sintomatologia compatibile con infezione da ZIKAV); o anche la sospensione temporanea di 28 giorni dopo l’ultimo rapporto sessuale per i donatori che riferiscano un rapporto sessuale con partner maschile con infezione documentata o sospetta (comparsa di sintomatologia compatibile con infezione da ZIKAV) oppure che abbia viaggiato o soggiornato in una zona con trasmissione attiva dello ZIKAV nei 6 mesi precedenti il predetto rapporto.

Alla luce delle nuove raccomandazioni della FDA statunitense, desta preoccupazione pensare all’ondata di donazioni registrata in occasione del terremoto ed ai possibili pericoli che potrebbero correre i riceventi.

QUESTO E’ IL DOCUMENTO di raccomandazioni emesso in 15 pagine dall’FDA.

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