Amianto, asbestosi e mesotelioma: seimila morti l’anno

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In Italia ci sono ancora più di 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto, di cui più di 34 milioni in matrice compatta e il resto in matrice friabile, distribuiti in più di 40mila siti e in più di un 1 milione di micrositi, nei quali l’amianto continua a ridursi allo stato pulverulento, disperdendo le sue polveri e le sue fibre. A questa massa di bombe ambientali si aggiunga la situazione degli acquedotti, tuttora in larga parte costituiti di fatiscenti strutture in cemento-amianto che, oltre a perdere circa il 40% dell’acqua, contaminano quella residua, con fibre di amianto che vengono quindi ingerite, e provocano danni alla salute. Determinando quello che è un bilancio da strage: sono più di 6.000 coloro che in Italia perdono la vita ogni anno in seguito all’insorgenza di patologie “asbesto correlate” (in seguito a mesotelioma, tumore polmonare, tumori delle vie aeree e del tratto gastrointestinale e alle ovaie; asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici e loro complicanze cardiocircolatorie).

SEIMILA DECESSI L’ANNO

Sono i dati che fanno parte del libro bianco “Primo Rapporto Mesoteliomi” preparato dall’Osservatorio Nazionale Amianto Ona. E’ un prezzo altissimo quello pagato alla diffusione dell’amianto in termini non solo di spesa sanitaria, per prestazioni previdenziali e assistenziali e per minori giornate lavorative, ma anche in termini di ripercussioni sociali: un costo umano inaccettabile, per la sacralità della vita. Questa drammatica situazione che riguarda indistintamente tutti, non può essere considerata circoscritta e limitata ai soli nuovi casi di diagnosi di patologie “asbesto correlate” data l’estrema diffusione delle fibre di amianto. A più di 20 anni dall’entrata in vigore della legge 257, avvenuta nel 1992, soltanto meno di 500mila tonnellate di materiali contenenti amianto sono stati bonificati, e la rimanente grande parte continua e continuerà a contaminare il territorio e l’ambiente, e a determinare nuove esposizioni, nuove patologie, nuovi lutti e tragedie.

Le patologie “asbesto correlate” sono a lungo latenti. Il mesotelioma, infatti, può manifestarsi anche a distanza di 40-50 anni dalla prima esposizione alle polveri e fibre di amianto. Poiché il periodo di più intenso  utilizzo è stato quello che va dagli anni Sessanta fino all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso e poiché i circa 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto sono ancora oggi diffusi nel territorio e spesso lasciati in condizioni di degrado, il picco delle malattie da amianto è previsto a partire dal 2020, con un andamento costante fino al 2030.

UN TRIBUTO DRAMMATICO DI VITE

Le importazioni italiane di amianto grezzo sono state sempre superiori a 50mila tonnellate/anno fino al 1991, e sono proseguite anche dopo la messa al bando del minerale fino ai tempi più recenti, come già dimostrato dall’Osservatorio Nazionale sull’Amianto.Tutte condizioni che, nella totale assenza di validi strumenti di prevenzione primaria e di efficace prevenzione tecnica, hanno innescato una vera e propria epidemia di patologie asbesto correlate, con un tributo molto pesante: più di 1.500 casi di mesotelioma ogni anno e almeno altri 3.000 casi di tumore polmonare riconducibili a queste esposizioni, cui si aggiungono tutte le altre patologie, con un bilancio che non può essere ritenuto inferiore a 6.000 decessi ogni anno. AMIANTO

L’Osservatorio Nazionale sull’Amianto, in relazione all’incrocio di tutti i dati epidemiologici disponibili, ha formulato una stima di 4.560 mesoteliomi per il periodo dal 1 gennaio 2009 al 31 dicembre 2011, che ha ripartito in 1.480 casi per l’anno 2009, 1.520 per il 2010 e 1.560 per il 2011. Negli uomini il 40% dei casi si è manifestato tra i 65 ed i 74 anni, mentre invece il 40% dei casi femminili concentra la manifestazione del mesotelioma nella fascia di età compresa fra i 75 ed gli 84 anni e ciò perché si presume che le esposizioni femminili siano state di minore intensità e quindi con maggiori tempi di latenza.

MONITORAGGIO E DENUNCIA

L’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus ha deciso di dotarsi di uno strumento che permetterà la raccolta e la sintesi dei dati sull’impatto delle patologie asbesto correlate, sempre più capillare e aperto anche al contributo dei cittadini. Per questo scopo è stato costituito il Centro di Controllo delle Malattie Asbesto Correlate (C.C.M.A.C.) che con la realizzazione dell’applicativo e della piattaforma web (CONSULTABILE IN QUESTO SITO) consentirà la gestione dei dati di incidenza delle patologie asbesto correlate che saranno raccolti nelle diverse sedi territoriali, con la possibilità dei cittadini e delle istituzioni di segnalare, anche in forma anonima, i casi di mesotelioma e di altre patologie asbesto correlate.

Parallelamente prosegue l’attività del Dipartimento bonifica e decontaminazione dei siti ambientali e lavorativi, che con ATTRAVERSO QUESTO PORTALE  permette ai cittadini di segnalare la presenza di amianto su territorio. Uno strumento che contribuisce alla mappatura avviata dalla Guardia Nazionale Amianto al fine di richiedere la  bonifica dei siti contaminati e la collaborazione delle istituzioni locali nello spirito di sussidiarietà proprio dell’associazione. In un anno e mezzo di attività le segnalazioni pervenute la portale sono 852, di cui 619 in forma anonima e 233 mediante registrazione nominale.

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