La recitazione per sconfiggere il dolore del cancro e riportare sulla scena, in primo piano, il corpo e non la malattia. E’ l’obiettivo del primo laboratorio di recitazione per malati di tumore organizzato in Italia dal servizio di Oncologia dell’ospedale “Grassi” di Ostia (Roma).
LA CURA OLTRE LA CURA

L’annuncio è arrivato nel corso dell’incontro “La cura oltre la cura – Il benessere vien mangiando. Il cibo tra Cultura e Salute” tenutosi sabato 22 aprile nel nosocomio ostiense per iniziativa della dottoressa Maria Rita Noviello. Il laboratorio di recitazione destinato ai malati oncologici inizierà la sua attività dal prossimo 2 maggio: due volte al mese, di martedì, l’attore napoletano Alberto Pagliarulo, patner di Luigi De Filippo in molte sue commedie, incontrerà gli ospiti del “Grassi” per insegnare loro recitazione. L’iniziativa rientra nel progetto “La cura oltre la cura” ideato fin dal 2004 dalla dottoressa Noviello: “la recitazione è un farmaco – sostiene l’oncologa – combatte la timidezza, l’insicurezza, pone al centro della scena la persona, il suo corpo, che il cancro tende a marginalizzare rispetto alla malattia”.
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Sono circa 300 gli assistiti dal servizio di Oncologia del Grassi, con un bacino di utenza di oltre cinquemila cartelle cliniche. E il piano di cure integrate – strumento riconosciuto dall’OMS come indica QUESTO ARTICOLO – “La cura oltre la cura” costituisce un elemento di eccellenza nell’assistenza dei malati. Questo progetto, che ha ormai tredici anni di attività include gruppi di ascolto e sostegno emotivo, gruppi di pazienti operate al seno, gruppi per i familiari dei malati. Tra le opportunità offerte ai pazienti anche corsi di meditazione ed eventi periodici. Tra i più partecipati quello sull’utilità del ballo nel sostegno psico-fisico e quello sul cinema e sui sogni. Prossimamente, dopo l’estate, sarà la creatività nella poesia, nella pittura, nella letteratura, a fornire una chiave di riappropriazione della propria identità contro il Mostro.
IL CANCRO SI PREVIENE ANCHE A TAVOLA
L’incontro di sabato 22 aprile “Il benessere vien mangiando. Il cibo tra Cultura e Salute”, gremito in ogni ordine di posti, ha ribadito l’importanza dell’ alimentazione in oncologia perché il 30% dei tumori dipende da una alimentazione errata. Un buon oncologo per curare bene i suoi pazienti non può ignorare questo dato. Nella sua relazione “Combattere il cancro con coltello e forchetta” Maria Rita Noviello ha sottolineato quanto l’alimentazione non deve essere considerata solo un mezzo per assumere calorie ed energia ma soprattutto un mezzo per arrecare benefici alla nostra salute come bene ci insegnano gli orientali e come già predicava Ippocrate secoli fa :” Che il cibo sia la tua unica medicina!”. La nostra alimentazione deve essere ricca di frutta e verdura perché contengono antiossidanti e composti fitochomici come i polifenoli che combattono il cancro sia nel suo esordio che nella sua progressione attivando quella che si chiama apoptosi (suicidio di una cellula malata) ed inibendo la formazione di vasi sanguigni nel tumore. Tra i vegetali i migliori sono le crucifere (cavoli e broccoli per intenderci) tra la frutta gli agrumi e i frutti di bosco. Non dobbiamo poi dimenticare aglio e cipolla. Ricco di polifenoli sono anche il the verde e il cioccolato fondente a partire dal 70% di pasta di cacao e il resveratrolo che troviamo anche nel vino rosso. La carne rossa non va eliminata ma ridimensionata a circa 4 etti a settimana e non cotta alla brace. Al bando salumi salsicce e carne conservata. Ci sarebbe ancora altro ma queste sono salienti tenendo conto che sarebbe importante non ricorrere al fast food ma allo slow food inteso come mangiare cucinato fresco e con calma.