Vaccino più una scarica elettrica, la nuova arma combinata contro il coronavirus Sars-Cov2?

Provata sui topi l’efficacia di un vaccino contro il coronavirus Sars-Cov2 attivato attraverso una piccola scarica elettrica, meccanismo chiamato di elettroporazione

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La nuova tecnica per battere il coronavirus Sars-Cov2 è quella dell’elettroporazione: il vaccino viene innescato attraverso una piccola scarica elettrica.

A lanciare il metodo, che consentirebbe in questo modo di poter addirittura fronteggiare nel giro di poche settimane le possibili mutazioni del coronavirus Sars-Cov2 è la Takis, azienda di biotecnologie del distretto industriale di Castel Romano, alla periferia di Roma lungo la via Pontina. Gli incoraggianti risultati sono arrivati con la sperimentazione sui topi del vaccino.

La tecnologia della Takis consiste nella iniezione di un frammento di DNA, seguito da un breve stimolo elettrico. La tecnologia viene chiamata “elettroporazione” ed è stata messa a punto in Italia. “Una delle caratteristiche importanti del nostro vaccino, è che può essere ripetuto nel tempo e adattato all’evoluzione del virus. Alla Takis stiamo già lavorando ad un processo modificabile nel giro di poche settimane, qualora il virus accumuli mutazioni e diventi invisibile al sistema immunitario: lo stesso concetto che usiamo per sviluppare i vaccini contro il cancro.” dichiara Fabio Palombo, direttore del programma NeoMatrix.

I risultati ottenuti ad oggi sono incoraggianti e ben oltre le aspettative: dopo una singola vaccinazione, i topi hanno sviluppato anticorpi che possono bloccare l’infezione del virus SARS-CoV-2 sulle cellule umane” dichiara Luigi Aurisicchio, CEO/CSO della Takis.

L’INMI (Istituto Nazionale Malattie Infettive) “Lazzaro Spallanzani” è stato tra i primi istituti al mondo ad isolare il SARS-CoV-2 e rappresenta una eccellenza italiana nel campo delle malattie infettive. Grazie al saggio di neutralizzazione messo a punto è possibile verificare l’efficacia di vaccini e molecole terapeutiche direttamente sul virus, senza usare sistemi artificiali.

E’ quindi possibile studiare la qualità e la potenza della risposta immunitaria necessaria per bloccare l’infezione e la diffusione di SARS-CoV-2.

Il disegno molecolare dei nostri vaccini ha tenuto conto di una serie di importanti parametri per generare anticorpi funzionali contro la proteina Spike, in particolare contro la regione che si lega alle cellule del polmone dell’uomo” afferma Giuseppe Roscilli, Direttore Area Anticorpi monoclonali.

Ad oggi, la risposta immune generata dalla maggior parte dei nostri 5 candidati ha un effetto sul virus. Ci aspettiamo risultati ancora migliori dopo la seconda vaccinazione” commenta Emanuele Marra, direttore Area Malattie infettive.

Grazie alle competenze dello Spallanzani, per quanto ne sappiamo, siamo i primi al mondo ad aver dimostrato la neutralizzazione del coronavirus da parte di un vaccino. Ci aspettiamo che questo accada anche nell’uomo. Stiamo anche esplorando altre interessanti piattaforme tecnologiche in collaborazione con la LineaRx, un’azienda americana. Alcuni vaccini hanno ricevuto importanti finanziamenti e hanno già iniziato la fase clinica in altri paesi. Noi ce la stiamo mettendo tutta perché un vaccino che nasce dalla ricerca italiana, con una tecnologia tutta italiana ed innovativa, venga sperimentato in Italia e messo a disposizione di tutti. Per fare questo, abbiamo bisogno del supporto delle istituzioni e di partners che ci aiutino ad accelerare il processo: questa non è una gara, e insieme possiamo vincere tutti contro il coronavirus” conclude Aurisicchio.

IL CHIARIMENTO DELLO SPALLANZANI

Dall’Istituto Spallanzani cin una nota trasmessa alle agenzie di stampa si rileva che il comunicato della Takis «non è stato concordato con l’Inmi né da esso autorizzato» e di avere «partecipato ad una proposta di ricerca presentata da Takis nell’ambito di un bando ‘urgente’ lanciato alla Comunità Europea, che non è stata finanziata. In vista della possibile partecipazione ad ulteriori bandi, sono state effettuate prove preliminari e parziali sulla risposta in termini di anticorpi neutralizzanti in topi inoculati con formulazioni iniziali di potenziali vaccini».

Secondo l’istituto «i risultati di queste prove, tuttora in corso di valutazione, indicano che è possibile rilevare negli animali inoculati una risposta in termini di anticorpi neutralizzanti, il che è la premessa per lo sviluppo di un modello di studio basato sui consueti animali da esperimento».

L’Istituto, prosegue la nota, «sta al momento completando queste valutazioni preliminari, per decidere sull’opportunità di continuare questi studi e formalizzare accordi specifici». In ogni caso, si rileva «l’Inmi non ha redatto alcun report ufficiale e non ha ancora distribuito in maniera formale i risultati degli esami effettuati» e «sulla base dei dati sinora disponibili l’Inmi, per quanto a propria conoscenza, ritiene che non sia possibile giungere a conclusioni del potenziale candidato vaccinale».

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