L’obiettivo dichiarato è di fare la guerra al cancro con armi naturali, efficaci, prive di tossicità ed economiche. Ed in questo senso sostanze presenti nell’uva, nella soia, nella curcuma, nei lupini e nei capperi, hanno dimostrato potentissime qualità.
180 SCIENZIATI PER PROVARE L’EFFICACIA DI ANTITUMORALI NATURALI
Terapie mirate, con la conseguente adozione di una “oncologia personalizzata”, hanno ottenuto successi di rilievo in alcuni tipi di cancro; tuttavia, notevoli problemi permangono riguardo all’approccio. Molte terapie mirate sono altamente tossiche, i costi sono estremamente elevati e la maggior parte dei pazienti incorrono in ricadute dopo pochi mesi dall’apparente soluzione della malattia.
Le ricadute derivano dalla eterogeneità genetica nei tumori, che ospitano cellule resistenti alla terapia o che hanno adottato percorsi alternativi e di compensazione (cioè, i percorsi che non sono legati agli stessi meccanismi come quelli che sono stati presi di mira). Per far fronte a queste limitazioni, è stata costituita dall’organizzazione non governativa internazionale e interdisciplinare Getting to Know Cancer (Conoscere il cancro), una task force internazionale con base in Canada composta da 180 scienziati provenienti da 22 diversi Paesi (tra i quali gli italiani Amedeo Amedei dell’Università di Firenze, Maria Rosa Ciriolo di Roma Tor Vergata, Marianeve Carotenuto di Napoli, Giovanna Damia del Mario Negri di Milano, Carmela Fimognari di Rimini, Daniele Generali di Trieste) per esplorare il concetto di approccio terapeutico a bassa tossicità “ad ampio spettro” che potrebbe intervenire simultaneamente su meccanismi chiave in molte direzioni. Studiando i fenotipi caratteristici di alcuni tumori e il microambiente tumorale per spiegare i vari aspetti di rilevanza biologica del cancro, i gruppi interdisciplinari hanno esaminato ciascuno una zona caratteristica e individuato una vasta gamma di bersagli molecolari ad alta priorità (74 in totale) sui quali intervenire per migliorare la qualità e l’aspettativa di vita del paziente. Per questi obiettivi è stata poi proposta la somministrazioni di prodotti per approcci terapeutici a bassa tossicità, molti dei quali erano sostanze fitochimiche.
QUERCETINA, CURCUMINA, RESVERATROLO E GENISTEINA
Gian Luigi Russo e Carmela Spagnuolo dell’Istituto di scienze dell’alimentazione del Consiglio nazionale delle ricerche (Isa-Cnr) di Avellino, ed Emanuela Signori dell’Istituto di farmacologia traslazionale (Ift-Cnr) di Roma hanno preso parte allo studio. Le conclusioni dello studio sono state pubblicate in un numero speciale di Seminars in Cancer Biology edito da Elsevier con il titolo di “Designing a Broad-Spectrum Integrative Approach for Cancer Prevention and Treatment“.
“Il nostro gruppo di lavoro si è focalizzato sulla genesi, sviluppo, progressione del tumore e ha affrontato l’importante problematica della resistenza ai farmaci, con particolare riferimento alla problematica della resistenza all’apoptosi, cioè quel processo di morte cellulare con il quale si cerca di combattere le cellule tumorali”, commenta Spagnuolo in una nota pubblicata dal CNR. “Così come per gli altri gruppi di lavoro è emersa l’utilità di impiegare sostanze naturali a bassa tossicità, ad esempio la quercetina (flavonoide tra i più comuni isolabile da ippocastano, calendula, biancospino, camomilla, iperico, gingko biloba, cappero, levistico, l’uva rossa e il vino rosso, cipolla rossa, tè verde, mirtillo, mela, propoli e sedano) nella leucemia cronica, in combinazione con farmaci di nuova o vecchia generazione”, prosegue Russo. “Queste considerazioni suggeriscono un nuovo approccio per la prevenzione e la terapia del cancro che andrebbe approfondito e validato sperimentalmente, tenendo conto delle problematiche legate ad alcune di queste molecole, quali la limitata biodisponibilità. E confermano come le conoscenze condivise permettano di far luce sui bersagli primari a cui riferirsi per ottenere migliori risultati nel trattamento di pazienti affetti da tumori resistenti alle terapie”. E’ recentissimo, per esempio, lo studio congiunto Usa-Cina sulle proprietà chemioterapiche del pigmento rosso del rabarbaro.
“Nonostante i successi dei moderni approcci terapeutici contro il cancro, molte nuove terapie restano estremamente costose, tossiche e spesso inefficaci nel trattamento di forme tumorali rare o in stadio avanzato”, conclude Spagnuolo. “Anche quando i trattamenti funzionano, una percentuale significativa di pazienti va incontro a recidiva quando sottopopolazioni di cellule maligne resistenti ai farmaci cominciano a espandersi. Per superare questi ostacoli si ricorre alla combinazione di diverse terapie le quali, purtroppo, spesso portano a un aumento della tossicità che ne limita l’impiego”.
UNA NUOVA COMBINAZIONE: FARMACI CONVENZIONALI PIU’ FITOCOMPLESSI
“È necessario quindi proporre anche nuovi approcci terapeutici, partendo ad esempio dallo studio dei meccanismi che consentono ai tumori di evadere la risposta del sistema immunitario”, afferma Signori. “Strategie innovative in questo campo sono i vaccini antitumorali di nuova generazione, dei quali da anni si occupa il nostro laboratorio. La vaccinazione infatti rappresenta un’importante strategia che, permettendo una efficace modulazione della risposta immunitaria del paziente, potrebbe riuscire a controllare molti casi di recidive, così come la somministrazione di anticorpi o di fitofarmaci”.
“Molte sostanze selezionate, come il resveratrolo (fenolo presente nella buccia dell’acino d’uva n.d.r.) e la genisteina (isoflavone contenuto nei lupini, nella soia, nel kudzu, nella psoralea, nel caffè e in alcune piante medicinali come la Flemingia Vestita n.d.r.) o la curcumina (estratta dal rizoma della Curcuma longa n.d.r.), provengono da piante e alimenti. Nella maggior parte dei casi, la loro attività antitumorale è stata associata alla singola molecola, quasi mai tali composti sono stati studiati in combinazione”, ricorda Keith I. Block, direttore scientifico del Block Center for IntegrativeCancer Treatment in Skokie, Illinois (Usa). “Questa è stata la prima volta che gruppi di ricercatori con uno spettro di competenze così ampio hanno affrontato il complesso problema delle recidive. Dal lavoro eseguito emerge in maniera convincente che combinazioni accuratamente progettate di composti non tossici potrebbero essere utilizzati per migliorare le cure della maggior parte dei tumori”. “Questo settore merita grande attenzione”, sostiene Dean Felsher della Stanford University (Usa). “Le moderne terapie stanno migliorando, ma abbiamo bisogno di una svolta che possa aiutarci a risolvere il problema della recidiva, e questo approccio potrebbe darci una possibilità rivoluzionaria”.
OLTRE 19 MILIONI DI CASI L’ANNO DAL PROSSIMO DECENNIO
Circa il 67% delle sostanze naturali impiegate ha rivelato effetti potenzialmente complementari e per il resto non hanno avuto alcuna reazione conosciuta. Questi risultati suggeriscono che l’approccio terapeutico è fattibile da un punto di vista della sicurezza. Questo nuovo approccio ha come elementi di forza il fatto di essere relativamente poco costoso, dovrebbe aiutare a risolvere fasi e tipi di cancro che non hanno trattamento convenzionale, e può ridurre i rischi di ricaduta. Il cancro è una fonte significativa di mortalità in crescita a livello mondiale, con un incremento di 19.3 milione di nuovi casi di cancro all’anno previsti per il 2025. Più della metà dei casi di cancro e la mortalità si verificano nei paesi a basso e medio reddito, e si prevede un aumento proporzionale entro il 2025. Gli attuali trattamenti per il cancro includono la chirurgia, la radioterapia e trattamenti sistemici comprendenti chemioterapia citotossica, terapia ormonale, la terapia immunologica e terapie mirate.
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Interessante articolo, solo vorrei far notare che “fitofarmaci” sono i farmaci con cui si curano le piante, non i farmaci naturali che casomai sono fitocomplessi