Terme malate in Italia

In Italia non esiste un meeting che promozioni la ricchezza terapeutica delle terme come succede in Francia. Eppre è un settore da 430 milioni di fatturato annuo e 75mila posti di lavoro

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TERME1Le terme sono una potenza economica e di salute imponente eppure priva di una efficiente promozione come avviene, per esempio in Francia. Stiamo parlando del termalismo, della talassoterapia e della balneoterapia, un settore economico da 430 milioni di euro l’anno che occupa 15mila lavoratori diretti più 60mila indotti e potrebbe contribuire alla cura di decine di patologie.

IN FRANCIA E’ UN SETTORE CHE “TIRA”

A Parigi, presso Le Carrousel du Louvre, dal 24 al 27 gennaio 2019 si terrà il meeting “Les Thermalies: le salon de l’eau e du bien-etre” per promozionare il valore delle nuove cure termali e dei nuovi trattamenti di talassoterapia. Si illustreranno le capacità di cura di ciascun centro sullo stress, sull’ipertensione, sulla cistite, sulla disintossicazione, sulle dermatiti, sulla riabilitazione dal cancro al seno. E quest’anno in Francia si raddoppia: dall’8 al 10 febbraio il salone si trasferisce anche a Lyon. Lo scorso anno il salone francese ospitò 300 espositori e ben 35mila visitatori. In Italia l’unica iniziativa simile si è svolta nel 2004 (2.856 visitatori) e nel 2007 a Ischia. Poi c’è stato il maldestro tentativo di inserire nel 2014 un settore terme nel Rimini Wellness. Poi più nulla.

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LA REALTA’ “SOTTACIUTA” DELL’ITALIA

Eppure stando ai dati della Federterme, segnalati nel “Rapporto sul settore termale 2013/2014”, il comparto è particolarmente importante sul piano della salute pubblica oltre che economico. “Nel 2013 gli ospiti delle terme italiane sono stati 3.139.937 per un totale di 11.131.598 pari a 3,5 giornate medie di permanenza. Nel 2007 i numeri erano maggiori: 3.174.694 ospiti per una permanenza media di 4 giorni, quindi 12.596.236 presenze. Le terme italiane sono presenti su tutto il territorio nazionale (oltre 380 centri, di cui circa 50 classificati da ATECO/ISTAT nell’attività alberghiera), in 20 regioni e in 180 Comuni, al Nord, come al Centro, al Sud e nelle Isole, grazie alla disponibilità di acque minerali e termali con caratteristiche specifiche di riconosciuto valore salutistico e terapeutico. Una vera e propria rete di strutture e di risorse (naturali e sanitarie) importante perché vicina ai potenziali utilizzatori dei servizi termali, di cure, di trattamenti di benessere e di riabilitazione termale, come anche nuovi stili di vita”.

Riguardo all’occupazione, “gli addetti diretti delle aziende termali sono circa 15mila (compresi i direttori sanitari, i medici e altri operatori sanitari (nonché i lavoratori stagionali, calcolati full time equivalent) ai quali sono da aggiungere circa 60mila lavoratori indiretti dell’indotto. Tra le regioni al vertice ci sono il Veneto, la Campania e la Toscana. Sul fronte del ricettivo, nelle località termali l’offerta è composta da 110mila posti letto per oltre 1500 strutture. Il valore aggiunto di circa 430 milioni di euro ha toccato nel 2013 il livello più basso degli ultimi cinque anni”.

Infine, “sono quasi 900mila gli stranieri che hanno frequentato i centri termali italiani nel 2013, provenienti prevalentemente dal centro Europa ma si sono registrati flussi crescenti, anno dopo anno, anche da parte di turisti russi che trovano il modo di coniugare la loro passione per le terme con il sogno del viaggio in Italia”.

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