Salute e tecnologia si incontrano: ecco il futuro prossimo disegnato dal Maker Faire

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Sempre più app, sensori e ausili stampati in 3D nella salute del futuro. Life and care: molto presto facility e innovazioni in ogni campo della vita agevoleranno il monitoraggio delle nostre condizioni, suggeriranno rimedi e modalità di cura, sostituiranno o integreranno funzioni fisiologiche assenti o lacunose.

ANALISI DELLE MP10 E SENSORI DI POSTURA

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I ragazzi dell’Università Roma 3

Maker Faire, fiera delle invenzioni tenutasi a Roma dal 14 al 16 ottobre, ha rappresentato in questo senso una affidabile finestra sul futuro prossimo con un intero padiglione, il 6 Life, dedicato alle attività della vita: dall’agricoltura, al mondo animale, all’energia, al cibo, alla salute e al corpo umano. Con 149 espositori, tra innovatori, aziende private, istituzioni pubbliche e università, il padiglione ha offerto una visione chiara delle innumerevoli applicazioni che la tecnologia già oggi consente e che prossimamente renderà alla portata di tutti.

E’ il caso, per esempio, dei ragazzi del Microcontrollers users group Roma3, Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Roma 3. Nel loro stand hanno proposto una creazione di Andrea Nicosanti utile a fare il monitoraggio del particolato nell’aria, ovvero delle PM10: il Check the air pollution by yourself si può realizzare con una spesa di appena 30 euro di componenti. Particolarmente interessante l’OpenPostureScanner: si tratta di uno strumento open source ottenuto grazie all’uso di Matlab e di Kinect for Windows, per il calcolo della correttezza della postura tramite l’analisi dell’immagine del corpo del paziente. Lo strumento è stato concepito per fornire al personale qualificato medico immediate misurazioni sulla postura del paziente in formato digitale.

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Il sensore StavActive

A proposito di esame della postura, sarà prossimamente disponibile sul mercato (approssimativamente dal maggio 2017, costo orientativo 60/80 euro) un sensore innovativo, lo StayActive. E’ un rilevatore di postura del soggetto, sia in piedi che da seduto: grande come una scatola di fiammiferi, si applica due dita sotto la clavicola sui vestiti.  Se il soggetto ha assunto una postura non idonea per la salute della colonna vertebrale (il software è stato realizzato insieme all’Istituto Scientifico Italiano Colonna vertebrale ISICO), emette una vibrazione che lo richiama all’attenzione. Il prototipo al momento rileva solo la cifosi ma presto, promettono i progettisti, sarà in grado di segnalare anche la scoliosi.

DALLE SCARPE ALLE ALGHE AL CAFFE’ CON I FUNGHI

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Alcuni modelli delle Footmoov

Restano nel tema delle tecnologie correttive, è già in produzione Footmoov, il primo smart controller per i piedi. Si tratta di una scarpa (di produzione italiana in vari modelli) che integra vari tipi di sensori, elabora i dati tramite un microcontrollore e trasmette le relative informazioni allo smartphone tramite wi-fi. In questo modo si possono conoscere svariati tipi di informazioni sull’andatura e sull’attività dei nostri piedi: per obiettivi di wellness, gaming, musica, biometria, internet of things ma anche applicazioni a supporto di persone diversamente abili.

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I kit di FunghiEspresso

Una delle principali preoccupazioni del futuro è senz’altro il reperimento delle risorse alimentari. Non mancano le soluzioni prospettate dal mondo tecnologico, dall’acquario per la coltivazione di alghe commestibili alla produzione di funghi dai fondi di caffè. Questo secondo progetto è della Funghi Espresso SARL di Firenze. Consiste nell’acquisto di confezioni già pronte, solo da inumidire e tenere all’ombra in una temperatura tra i 15° e i 25°: l’azienda usa il fondo di caffè come substrato di coltivazione, unendolo alle spore dei funghi che al momento sono di tre qualità: il PLEUROTUS OSTREATUS o fungo ostrica, il PLEUROTUS DJAMOR  o fungo dell’amore, e il PLEUROTUS CORNUCOPIAE. Il tutto avviene all’insegna della Blue economy fondata sul riuso e sulle modalità completamente naturali, senza l’uso di prodotti chimici. 

VESTIREMO CON LE STAMPANTI IN 3D E VIVREMO IN CASE DI PAGLIA

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La A gonna de La Sapienza

Non commestibili ma senza meno utili all’ambiente sono i materiali impiegati per il designemadein un social network sostenuto dalla Regione Lazio che diffonde la cultura del riuso, del riciclo e dell’upcycle promuovendo l’autoproduzione di oggetti di design realizzati esclusivamente con materiali di scarto. E sembra proprio che in futuro vestiremo sempre più abiti realizzati con la stampante3D. Sono diversi gli esempi e le sperimentazioni: l’Università La Sapienza di Roma propone il progetto “A” la gonna in Printed Pleats stampata con filaflex nel FablabCesma. Abiti ma anche scarpe nei processi produttivi del sarto professionale: è la sartoria digitale proposta da Dama  per body scanning, software di modellazione e taglio laser dei tessuti.

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Balle di paglia per pareti

Tecnologia e natura sotto braccio nella progettazione e realizzazione di case in paglia. Il team di caseinpaglia.it , risultato vincitore della selezione per uno stand espositivo a Maker Faire di Roma, attraverso la collaborazione di professionisti, tecnici ed esperti ha messo a punto la tecniche costruttiva che utilizza le balle di paglia, ma anche materiali come terra cruda, argilla, calce, canapa, bamboo. Lo scopo è di approfondire e innovare l’edilizia sostenibile. Un disegno reso realtà a Spicello, nel Comune di San Giorgio di Pesaro, dove è in divenire la realizzazione di un piccolo borgo fatto di case in paglia. Le case sono 4, indipendenti tra loro e tutte alimentate con energia rinnovabile, recupero acqua piovana e fitodepurazione.

DEDICATO AI DIVERSAMENTE ABILI

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Ultra Cane per i non vedenti

Naturalmente ampia parte della tecnologia è dedicata agli ausili per i diversamente abili. Il prototipo di “See 4 me” è un caschetto (con tecnologia Intel) per non vedenti: sensori collegati a una telecamera descrivono al fruitore cosa quella cam riesce a vedere ovvero il numero delle persone, la loro espressione, l’età approssimativa ma anche gli oggetti e gli spazi. Anche la tecnologia inglese UltraCane è destinata ai non vedenti. Un bastone dotato di “radar” permette ai ciechi di individuare gli ostacoli e farsi orientare nello spazio. Ed è in dirittura d’arrivo sul mercato anche la UltraBike che applica la medesima tecnologia al manubrio della bicicletta permettendo ai non vendenti di pedalare.

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Il progetto Glassense

Glassense è invece il dispositivo elaborato dall’Istituto Italiano di Tecnologia: sono occhiali smart glasses progettati per aumentare la capacità di discriminazione spaziale dei suoni nelle persone affette da ipoacusia. Gli occhiali sono in grado di migliorare le capacità di comprensione della voce. Nella sostanza crea una sorta di “lente acustica” che esalta i suoni provenienti da specifiche direzioni nello spazio.

Originale e interessante anche Unico, marchio di una collezione di oggetti e di una nuova piattaforma creata dal FabLab Opendot milanese e Fondazione Tog. Si tratta di prodotti su misura e ausili di design che consentono un miglioramento nella qualità di vita nei bambini con disabilità.  Tra quelli esposti: La bici di Lorenzo, Fisiorabbit, Pimpy Car e Glifo. Gli studenti del Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Bolzano, infine, con l’associazione internazionale di volontari e-NABLE hanno messo a punto protesi di mano per persone che hanno malformazioni o hanno subito amputazioni, utili negli scenari di guerra e nelle disabilità profonde.

In questo video un’idea sulla possibile sinergia tra tecnologia #move e esigenze #care

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