Un italiano su cinque soffre di ipertensione arteriosa eppure il 17% della popolazione non ha fatto misurare la pressione negli ultimi due anni. Sono allarmanti i dati della sorveglianza Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) riguardante il rischio cardiovascolare. Una minaccia che resta ancora molto alta per il nostro Paese, stante la cattiva pratica sanitaria degli intervistati.
Com’è noto i fattori di rischio modificabili per le malattie cardiovascolari sono numerosi: ipertensione arteriosa, fumo di tabacco, ipercolesterolemia, diabete, sovrappeso/obesità, sedentarietà, dieta (scarso consumo di frutta e verdura e di pesce, eccessivo contenuto di sale e grassi saturi nei cibi, ecc). Ebbene, nel quadriennio 2010-2013 Passi rileva che l’ipertensione coinvolge il 20% della popolazione adulta, l’ipercolesterolemia il 24%, l’eccesso ponderale il 42%, il diabete il 4%, il fumo di tabacco e la sedentarietà il 28% e il 31% rispettivamente; il 90% della popolazione poi consuma meno di 5 porzioni di frutta e verdura al giorno.
IPERTENSIONE: LIGURI PIU’ SCRUPOLOSI, LUCANI FANALINO DI CODA
L’83% degli intervistati riferisce di aver misurato la pressione arteriosa nei due anni precedenti l’intervista. Ciò significa che il 17% non sa delle sue condizioni pressorie, non essendosi sottoposto allo specifico esame. Differenze statisticamente significative si registrano per Regione di residenza del campione, con un chiaro gradiente Nord-Sud, a sfavore delle Regioni meridionali: in Liguria si registra la percentuale più alta di persone che dichiarano di aver misurato la pressione arteriosa (89%), mentre quella più bassa si registra in Basilicata (63%).
Tra le persone che riferiscono di aver misurato la pressione, il 20% riferisce di aver ricevuto una diagnosi di ipertensione, percentuale che raggiunge il valore più alto in Calabria (26%), e quello più basso in Valle D’Aosta (17%). Alte le prevalenze di ipertesi che hanno dichiarato di essere in trattamento farmacologico (79%) o di aver ricevuto i consigli per tenere sotto controllo la pressione arteriosa quali: diminuire il consumo di sale (88%), controllare il peso corporeo (81%) e svolgere regolarmente attività fisica (82%).
COLESTEROLO QUESTO SEMISCONOSCIUTO
Più di un italiano su cinque non sa nulla della propria colesterolemia: è il 79% degli intervistati, infatti, a dichiarare di averla misurato almeno una volta nella vita. Fra questi, il 24% riferisce di aver ricevuto una diagnosi di ipercolesterolemia, con una variabilità significativa per Regione di residenza: il valore più alto si osserva in Sardegna (31%) e il più basso in Campania (17%). Il 31% degli ipercolesterolemici ha dichiarato di essere in trattamento farmacologico, l’80% di aver ricevuto il consiglio di un consumo di frutta e verdura, l’88% un minor consumo di carne e formaggi, il 77% di controllare il peso e l’81% di fare regolare attività fisica.
MALATTIA CARDIACA, SOLO IL 3% PRIVO DI RISCHIO
I dati Passi 2010-2013 mostrano che meno del 3% degli adulti è completamente privo dei fattori di rischio cardiovascolare fra quelli indagati ma più del 40% ne possiede tre o più. Riguardo alle abitudini alimentari, una proporzione consistente della popolazione consuma meno di 5 porzioni di frutta e verdura, ulteriore elemento di rischio
La carta del rischio cardiovascolare
L’uso della carta del rischio o punteggio cardiovascolare è indicato come strumento di valutazione clinico-prognostica nelle persone con 35 anni di età o più; è uno strumento semplice e obiettivo che il medico può utilizzare per stimare la probabilità, in termini assoluti, che il proprio paziente ha di andare incontro a un primo evento cardiovascolare maggiore (infarto del miocardio o ictus) nei 10 anni successivi, conoscendo il valore di sei importanti fattori di rischio (diabete, abitudine al fumo, pressione arteriosa sistolica, colesterolemia, sesso ed età). Solo il 7% degli intervistati di età 35-69 anni, senza patologie cardiovascolari, ha dichiarato che gli è stato misurato il rischio cardiovascolare, mediante carta o punteggio individuale, con differenze significative a livello regionale, per cui il valore più alto si registra in Calabria (13%) e il più basso nella PA di Bolzano (3,6%).
PASSI OVVERO L’AUDITEL DELLA SANITA’ ITALIANA
Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), è una evidence sanitaria avviata nel 2006 con l’obiettivo di effettuare un monitoraggio a 360 gradi sullo stato di salute della popolazione adulta italiana. La sorveglianza Passi si caratterizza come una sorveglianza in sanità pubblica che raccoglie, in continuo e attraverso indagini campionarie, informazioni dalla popolazione italiana adulta (18-69 anni) sugli stili di vita e fattori di rischio comportamentali connessi all’insorgenza delle malattie croniche non trasmissibili e sul grado di conoscenza e adesione ai programmi di intervento che il Paese sta realizzando per la loro prevenzione.