Allarme nell’uso di farmaci diuretici anti-ipertensivi contenenti l’ Idroclorotiazide per il rischio di innescate tumori della cute o non-melanoma. A lanciare l’allerta sono l’Ema (Agenzia Europea dei Medicinali) e dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) con una specifica nota inviata a tutti gli operatori sanitari.
La nota, emessa il 17 ottobre 2018, ha il titolo perentorio: “Idroclorotiazide – Rischio di tumori cutanei non melanoma (carcinoma a cellule basali, carcinoma a cellule squamose)”. Nella sostanza vengono riportate le conclusioni di due diversi studi entrambi concordanti: l’esposizione a dosi cumulative crescenti del diuretico idroclorotiazide (HCTZ) mostra un aumento del rischio di tumore cutaneo non melanoma (TCNM), nella fattispecie carcinoma a cellule basali e carcinoma a cellule squamose.
Il primo dei due studi, entrambi danesi, citati nell’allerta Ema e Aifa è stato pubblicato con il titolo Hydrochlorothiazide use and risk of nonmelanoma skin cancer: A nationwide case-control study from Denmark che ha riguardato una popolazione di 71.533 casi di carcinoma a cellule basali (BCC) e di 8.629 casi di carcinoma a cellule squamose (SCC) confrontati rispettivamente con popolazioni di 1.430.833 e 172.462 di controllo. È stata osservata una relazione dose-risposta cumulativa sia per BCC che per SCC. Ad esempio, una dose cumulativa di 50.000 mg corrisponde a 12,5 mg di HCTZ assunti giornalmente per circa 11 anni. QUESTO E’ L’ORIGINALE della pubblicazione in lingua inglese.
Il secondo studio, dal titolo Hydrochlorothiazide use is strongly associated with risk of lip cancer, ha evidenziato una possibile associazione tra cancro del labbro (SCC) ed esposizione a HCTZ: 633 casi di cancro del labbro (SCC) sono stati posti a confronto con 63.067 controlli, utilizzando una strategia di campionamento in funzione del rischio. QUESTO E’ LO STUDIO pubblicato in lingua inglese.
Il tumore cutaneo non melanoma TCNM è un evento raro e dipende fortemente dal dai fenotipi cutanei. Sulla base dei risultati dei due studi epidemiologici danesi, questo rischio potrebbe aumentare da circa 4 a 7,7 volte per il carcinoma a cellule squamose SCC e 1,3 volte per il carcinoma a cellule basali BCC, a seconda della dose cumulativa di idroclorotiazide HCTZ.
I medicinali contenenti HCTZ sono ampiamente utilizzati per il trattamento dell’ipertensione, così come dell’edema cardiaco, epatico e nefrogeno o come terapia dell’insufficienza cardiaca cronica. I nomi commerciali ed equivalenti più diffusi sono: Esidrex, Ramipril più idroclorotiazide, Accuretic, Quinapril + Idroclorotiazide, Acediur, Aceplus, Captopril + Idroclorotiazide, Acequide, Acesistem, Corixil, Cotareg, Prinzide, Zestoretic, Nalapres, Lisinopril, Clorisip, Ensor, Tensivopril, Dilis, Karvezide, Coaprovel, Irbesartan ID, Coabesart, Klugen, Ratipred, Ifirmacombi, Sykrazide, Irbediur.
Gli esperti esortano i medici a rispettare specifiche disposizioni. “I pazienti che assumono idroclorotiazide da sola o in associazione con altri farmaci devono essere informati del rischio di tumore cutaneo non melanoma e devono essere avvisati di controllare regolarmente la loro cute per identificare eventuali nuove lesioni o modifiche di quelle esistenti e a segnalare al medico ogni lesione cutanea sospetta“. Inoltre, “le lesioni cutanee sospette devono essere esaminate includendo possibilmente esami istologici di biopsie”.
Poi “i pazienti devono essere avvertiti di limitare l’esposizione alla luce solare e ai raggi UV e utilizzare una protezione adeguata quando esposti alla luce solare e ai raggi UV, per ridurre al minimo il rischio di cancro della pelle”. Infine, “l’uso di HCTZ deve essere attentamente valutato in pazienti che hanno avuto un precedente tumore della cute”.
QUESTA E’ LA NOTA diffusa da Ema e Aifa in Italia.