Anche nel 2017 Maker Faire Rome, la kermesse degli artigiani digitali inaugurata venerdì 1 dicembre e aperta a domenica 3, è ricca di tecnologia a supporto della salute. Uno spazio di 100.000 metri quadrati dislocato in sette padiglioni della Fiera di Roma ospita 400 startup che scommettono sulle loro idee hi-tech, dalla robotica alla salute passando per l’agricoltura e l’alimentazione.
L’edizione 2018 di Maker Fare 2018 si terrà dal 12 al 14 ottobre, sempre alla Fiera di Roma.
Nel complesso sono 750 i progetti presentati dai maker di 40 Paesi, cui si aggiungono le creazioni di 55 scuole e 28 università e istituti di ricerca. Ben 110 sono espositori e partners accolti nel padiglione 6, quello dedicato al “Life-Robots” e articolato in stand di energy, health, robotics, science, sport, universities. QUI LEGGI le novità dell’edizione 2016.
Sono diversi gli applicativi tecnologici e informatici congegnati per la tutela della salute e, soprattutto, a supporto dei diversamente abili. E’ il caso di Waybration, device per la navigazione su sup (Stand-Up Paddle) di atleti non vedenti progettato da due ricercatori del CNR di Bari, Roberto Colella e Antonio Petitti, e il campione italiano di paratriathlon Matteo Fanchini. Il progetto è tra i finalisti di “Make to care” il contest di Sanofi che ha un suo grosso corner nel padiglione 6. Per realizzare Waybration i progettisti hanno usato una centralina normalmente utilizzata nell’ambito della robotica e dell’impiego dei droni collegata a due cavigliere vibranti per dare istruzioni all’atleta. Si può programmare il percorso senza la presenza di un tutor e in piena autonomia dello sportivo non vedente.
Sempre per non vedenti è il “Save track” di “Officine 3D” di Bergamo, bastone vibrante per ciechi che dispone sulla punta del bastone di un sensore ottico in grado di misurare la distanza tra un ostacolo ed il bastone in un raggio di due metri e nel manico un motore vibrante. Più ci si avvicina all’oggetto davanti al bastone più la vibrazione sarà più intensa.
Giuseppe D’Ambrosio per Aedo presenta un nuovi sistema di lettura dei diversi device (tablet, smartphone e pc) per non vedenti. “Si tratta – spiega – di un’applicazione che risolve un problema per i non vedenti di fronte al touch screen dei diversi device. Si basa su due componenti: un’app e un elemento fisico sullo schermo. Interagendo con le guide tattili su una scheda di carta si ha l’attivazione di percorsi e la possibilità di navigare attraverso una dattilobraille. E’ particolarmente importante non solo per gli adulti ma anche per l’apprendimento dei bambini non vedenti a scuola”.
Per gli studenti e per gli impiegati a rischio di sofferenza della colonna vertebrale c’è StayActive, presente già nell’edizione 2016. Si tratta di un sensore che applicato sul corpo di un soggetto ne rileva la postura ed è in grado di vibrare per invitare a correggere le posizioni sbagliate. Stayactive va in calibrazione in 30 secondi e quando si assume una posizione sbagliata si attiva, sia che si tratti di cifosi, ipercifosi e lordosi.
Sensewear è un prodotto destinati ai bambini colpiti da autismo e alle persone con sindrome di Asperger. Si tratta di un progetto nato dalle esperienze sensoriali verso quei pazienti: nella maglietta sono presenti dei sensori tessili interni che rilevano stress, gioia, tristezza e altro attraverso parametri come elettrocardiogramma, movimento sudorazione o altro. “In questo modo – evidenzia Chantal Mottola – si può valutare se la terapia è adatta per quella persona o meno ed è un modo di comunicare anche con i genitori ed avere una comunicazione non verbale. Questo è un progetto di inclusione sociale anche attraverso lo stile dei vestiti che possono essere usati in tantissimi modi come per esempio gli attacchi di panico”. Sempre nell’ambito di Sensewear c’è poi in progetto la realizzazione di un giacchetto che avrà la capacità di gonfiarsi internamente per dare la sensazione di un abbraccio e dare un momento di calma e vicinanza alla persona che ne ha bisogno in quel momento attraverso l’alert attivato dai sensori.
PD Watch (Parkinson’s Disease Watch) è una soluzione tecnologica sviluppata da Biomedical Lab per migliorare la gestione clinica del paziente affetto da disordini del movimento en per consentire il monitoraggio dei sintomi motori in ogni momento della giornata ed in qualunque posto si trovi il paziente. E’ come un orologio da polso e può essere indossato per 24 ore al giorno senza che interferisca con le normali azioni quotidiane compite dal paziente.
Ben rappresentate sono la sezioni legate alla stampa 3D per esoscheletri (per fronteggiare fratture ossee e disabilità temporanee o permanenti) della robotica e della miniaturistica legata alla realizzazione di protesi bioniche. Sanbot Elf è un robot che tra le tante funzioni che può svolgere ha anche quella di badante oltre che accogliere clienti in centri sanitari, presentare prodotti e raccogliere dati e preferenze. “Nel caso di un anziano con difficoltà motorie, grazie a dei braccialetti bluetooth è possibile inviare informazioni sullo stato di salute della persona – segnala Alessandro Guida di Omitech, distributore ufficiale per l’Italia – Se il robot vede problematiche fa scattare l’allarme verso centro sanitario”.
Ovviamente non è possibile programmare il percorso da parte di una persona non vedente. L’autonomia è totale durante la regata/allenamento, ma la pianificazione del percorso va fatta tramite mappa e punti GPS.