Le proprietà del Viagra nella cura della sepsi

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VIAGRAI farmaci che sono sul mercato per il trattamento della disfunzione erettile (DE) potrebbe avere un altro impiego verso una patologia molto pericolosa: potrebbero essere in grado di proteggere il fegato dai danni causati dalla sepsi, una risposta infiammatoria sistemica alle infezioni. Lo sostengono i ricercatori dell’Università di Pittsburgh School of Medicine che recentemente hanno pubblicato i risultati dello studio “Erectile Dysfunction Drugs Could Protect Liver from Sepsis-Induced Damage” su Science Signaling.

ECCO COME AGISCONO SULLA SEPSI

“L’infezione può portare al rilascio di sostanze chimiche che causano sepsi, ovvero l’infiammazione del corpo intero, che può causare danni a organi tra cui il fegato e reni, tali da mettere in pericolo la vita” spiegato il ricercatore senior Timothy Billiar, MD, professore e preside di chirurgia alla Pitt School of Medicine. La sepsi è una delle principali cause di morte nei reparti di Terapia intensiva. “La sepsi è un problema molto difficile da fronteggiare, quindi la possibilità di poter riutilizzare un farmaco che è già in uso e ben valutato è molto emozionante”, ha detto il dottor Billiar.

La sepsi innesca la produzione di una proteina chiamata fattore di necrosi tumorale o TNF, che aiuta a combattere le infezioni, ma è dannoso ad alti livelli di diffusione. I ricercatori hanno scoperto con studi di sepsi su topo, che il sildenafil, più comunemente noto come Viagra, induce il fegato a produrre una maggiore quantità di una proteina chiamata GMP ciclico, che a sua volta ha portato le cellule a rivestirsi di proteine di superficie chiamate recettore TNF, che riducendo TNF circolante prevengono danni al fegato. Esperimenti con cellule di fegato umano hanno mostrato gli effetti protettivi del farmaco.

Il nostro studio suggerisce che l’aumento della biodisponibilità del GMP ciclico potrebbe essere utile nel migliorare l’infiammazione associata con la sepsi“, ha detto il dottor Billiar. “Il Sildenafil e altri farmaci ED potrebbero rappresentare un buon approccio da impiegare precocemente nel corso della malattia per prevenire danni agli organi”. Il gruppo di ricerca prevede di verificare i risultati in un modello di sepsi animale più ampio.

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