Bloccare la della malattia, fermandone la progressione, piuttosto che curare i sintomi è il target medico di molte malattie, e l’epilessia non fa eccezione. Uno studio pubblicato su Scientific Report sostiene questa speranza: ricercatori della Louisiana State University hanno scoperto e brevettato un composto neuroprotettivo che protegge gli effetti negativi della crisi e ridurre la loro frequenza.
IL RUOLO DEL LAU
Il titolo dell’articolo è “Dysfunctional epileptic neuronal circuits and dysmorphic dendritic spines are mitigated by platelet-activating factor receptor antagonism” e si riferisce a una ricerca che ha come capo team un italiano, Alberto E. Musto del centro d’eccellenza in Neuroscienze della Louisiana State University. Testata su modelli di topi epilettici, la nuova molecola, chiamata LAU, agisce come antagonista del PAF (fattore di attivazione delle piastrine) e contribuisce a mantenere le connessioni tra i neuroni danneggiati di solito quando le crisi si presentano. Questa connettività è garantita dalle spine dendritiche (estensione dei neuroni) coinvolti nella plasticità del cervello destro. Quando sono danneggiati, si ricollegano in modo sbagliato. I circuiti neurali si trovano iperconnessi, promuovendo le crisi, e così via.
Il composto LAU blocca il recettore che segnala l’infiammazione nel cervello, riducendo l’ipereccitabilità dei neuroni, e prevenendo il verificarsi di convulsioni, fino a 100 giorni dopo la fine del trattamento. “Questo suggerisce che il processo di sviluppo di epilessia è stato interrotto“, osserva Dr Nicolas Bazan, Direttore del Centro di Neuroscienze di New Orleans. Una buona notizia perché i farmaci attuali possono solo curare i sintomi della crisi, ma non la malattia stessa.
La scoperta di questi composti potrebbe anche essere utile per le persone a rischio di sviluppare epilessia, rischio legato a una storia familiare o a traumi cerebrali. Oltre il danno al cervello, la malattia può infatti portare a disturbi comportamentali, e la stigmatizzazione ovvero il declassamento sociale. Le crisi sono spesso impressionanti: convulsioni, spasmi muscolari, perdita di coscienza. Inoltre, la condizione si verifica frequentemente nei bambini: un malato su due ha meno di venti anni. Essi possono quindi subire il ridicolo o l’incomprensione da parte dei loro coetanei. Più preoccupante, poi, il fatto che l’attività dei neuroni non segue un andamento normale, che può causare sensazioni, emozioni e anche il comportamento considerato “strano”.
Sapendo che il 30% delle epilessie non si risolvono con i trattamenti esistenti, e che ciò può portare alla perdita di indipendenza per alcuni pazienti, i composti di recente scoperta costituiscono una seria speranza. Ulteriori ricerche sono a buon punto per completare questo lavoro, e gli studi clinici sono già programmati.
QUESTO E’ LO STUDIO pubblicato su Scientific Report in lingua originale.
Tra le sostanze che possono aiutare a mitigare i sintomi dell’epilessia, come documenta QUESTA RICERCA, c’è anche l’uso della marijuana. Studiosi, poi, sostengono CON QUESTA ANALISI che un aiuto importante possa derivare dall’ascolto della musica. Infine QUESTA SCOPERTA fatta con il concorso del CNR indica in una sostanza la capacità di ridurre quasi totalmente le crisi epilettiche.