Tenere i nervi saldi e magari aggiungerci anche un sorriso di fronte a situazioni di stress può aiutare a rimanere in buona salute a lungo termine. Sono le conclusioni dello studio “Affective Reactivity to Daily Stressors Is Associated With Elevated Inflammation” pubblicato sulla rivista statunitense Health Psychology.
STRESS E INFIAMMAZIONE CRONICA
Le persone che reagiscono negativamente a piccoli inconvenienti della vita quotidiana hanno un alto tasso di infiammazione, hanno scoperto i ricercatori. Queste forme di risposta infiammatoria sono reazioni naturali del corpo per proteggersi attivando il sistema immunitario, ma l’infiammazione cronica, a lungo termine, può avere conseguenze negative sulla salute. In passato, è stata associata con l’obesità, con le malattie cardiovascolari e disturbi del sonno, con il cancro.
Le prove sulle implicazioni sanitarie della risposta emotiva, che gli scienziati chiamano “la reattività emozionale” a fattori di stress di tutti i giorni, continuano dunque ad accumularsi. Non è la frequenza di questi fattori che interessa, dunque, ma la risposta del soggetto come sostiene unom degli autori dello studio, Nancy Sin dell’Università di Stato della Pennsylvania: “è come la persona reagisce allo stress, che è importante” .
Per condurre questo studio, che ha dimostrato anche come le donne abbiano un rischio maggiore di malattie derivanti dallo stress rispetto agli uomini, il team di ricerca ha lavorato su 872 americani adulti che hanno preso parte al programma National Study of Daily Experiences.
I partecipanti hanno riferito i loro fattori di stress quotidiani e le loro reazioni emotive per otto giorni di fila. In parallelo, i ricercatori hanno condotto esami del sangue per riscontrare i segnali dell’infiammazione. Le situazioni di stress vissute erano molto diverse, dalle controversie all’evitare conflitti a scuola, a casa o al lavoro, ma anche questioni di discriminazione o di altri tipi di situazioni che tendono a provocare stress in chiunque come il ritardo di un treno, per esempio.
PICCHI ELEVATI DI MARKER DELL’INFIAMMAZIONE
Per la durata dell’esperimento, i ricercatori hanno parlato per telefono con i partecipanti ogni giorno. Sono stati invitati a valutare le loro emozioni, se fossero positive o negative e se avessero fornito loro stress o no.
“Abbiamo calcolato i punteggi della reattività per vedere come i partecipanti di solito reagiscono a fattori di stress”, ha spiegato la professoressa Sin. “Abbiamo utilizzato quindi questi punteggi per monitorare due marker dell’infiammazione”. Nei soggetti con reazioni negative allo stress sono cresciuti notevolmente i livelli di proteina C-reattiva e di interleuchina-6 (IL6).
Sembra che il gentil sesso è più portato a reagire negativamente ai fattori di stress di tutti i giorni rispetto agli uomini. La professoressa Sin avverte che questi risultati sottolineano la necessità di adottare un atteggiamento positivo di fronte alle situazioni di stress inevitabili. “Le emozioni positive e il loro modo di aiutare le persone in condizioni di stress sono troppo spesso trascurate“. La professoressa conclude sottolineando che il suo studio è il primo a stabilire un legame tra biomarker di infiammazione e le risposte positive a semplici fattori di stress di tutti i giorni.