Importanti avvisi farmacologici per i pazienti affetti da sindrome di Cushing e da diabete 2 in trattamento farmaceutico.
SINDROME DI CUSHING: MONITORARE ATTENTAMENTE IL KETOCONAZOLE
L’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha emesso nuove e importanti informazioni di sicurezza sul Ketoconazole HRA, autorizzato per il trattamento della sindrome di Cushing endogena in adulti e adolescenti sopra i 12 anni di età. Le avvertenze sono dirette sia al personale sanitario che ai pazienti. In particolare, “la terapia con Ketoconazole HRA deve iniziare e proseguire sotto la supervisione di medici esperti nel trattamento della sindrome di Cushing che abbiano a disposizione strutture idonee al monitoraggio delle risposte biochimiche, dal momento che il dosaggio deve essere adeguato alle esigenze terapeutiche del paziente, in base alla normalizzazione dei livelli di cortisolo”. Inoltre, il “Ketoconazole HRA è controindicato in pazienti con epatopatia acuta o cronica e/o se i livelli pre-trattamento degli enzimi epatici sono oltre 2 volte superiori al limite superiore di normalità”. Infine, “per ridurre al minimo il rischio di danno epatico grave, il monitoraggio della funzionalità epatica è obbligatorio per tutti i pazienti che ricevono Ketoconazole HRA prima dell’inizio della terapia e in seguito periodicamente”.
La sindrome di Cushing è causata da un tumore benigno nell’ipofisi e la condizione più diffusa è la sua diagnosi tardiva sicchè i malati devono poi pagare lo scotto delle complicanze che possono intervenire se la patologia non viene curata. L’ipofisi è una ghiandola endocrina delle dimensioni di un fagiolo, collocata situata alla base del cranio, in prossimità dei nervi ottici. E’ una specie di «centrale di controllo» che gestisce l’attività delle altre ghiandole endocrine: tiroide (attraverso la secrezione del TSH), surrene (secrezione di cortisolo) e gonadi (ovaie e testicoli). Secerne ormoni fondamentali, tra cui l’ormone della crescita (GH), che stimola la deposizione del calcio nel tessuto osseo e la proliferazione delle cellule cartilaginee, e altri ormoni determinanti per la fertilità, gravidanza e parto e l’allattamento (come la prolattina e le gonadotropine). E’ evidente che se va in “tilt” l’ipofisi i disordini ormonali determinano una serie di sintomi difficilmente riferibili alla sindrome di Cushing.
REVISIONE SUGLI INIBITORI DEL SGLT2 NEL DIABETE DI TIPO 2
Una comunicazione rilanciata dall’Aifa è legata all’agenzia europea dei medicinali Ema che ha avviato una revisione di canagliflozin, dapagliflozin e empagliflozin, medicinali noti come inibitori del SGLT2, usati nel trattamento del diabete di tipo 2. Lo scopo della revisione è di valutare il rischio di chetoacidosi diabetica, una condizione grave che solitamente si sviluppa in pazienti con diabete di tipo 1 quando i livelli di insulina sono troppo bassi.
Gli inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 sono farmaci usati per il trattamento del diabete di tipo 2. Bloccano una proteina nei reni chiamata SGLT2, che riassorbe glucosio dalle urine nel sangue quando il sangue viene filtrato nei reni. Bloccando l’azione del SGLT2, questi farmaci determinano una maggiore escrezione di glucosio attraverso l’urina, riducendo così i livelli di glucosio nel sangue. I medicinali a base di inibitori del SGLT2 sono autorizzati in UE con i seguenti nomi commerciali: Forxiga (dapagliflozin), Invokana (canagliflozin), Jardiance (empagliflozin), Synjardy (empagliflozin/metformin), Vokanamvet (canagliflozin/metformin) e Xigduo (dapagliflozin/metformin).
I sintomi della chetoacidosi diabetica includono difficoltà respiratorie, confusione, sensazione di molta sete, vomito, dolore addominale, nausea, perdita di appetito e stanchezza insolita. I pazienti che sviluppino qualsiasi sintomo devono ricorrere a cure mediche urgenti e devono essere valutati dal proprio medico per chetoacidosi diabetica, indipendentemente dai livelli di glucosio nel sangue.