Mangiare alimenti ricchi di colesterolo, come per esempio le uova, non aumenterebbe i rischi di malattie cardiovascolari e di quelle con implicazioni dismetaboliche alla base come l’Alzheimer (QUI SCOPRI LA RELAZIONE). “Il colesterolo assunto per via alimentare non si traduce in alti livelli di colesterolo nel sangue“. A fare l’affermazione è il dottor Luc Djousse, professore associato e malattie cardiache ricercatore presso la statunitense Harvard Medical School e Brigham and Women Hospital, che ha rilasciato una lunga intervista al Time. Le sue conclusioni coincidono con lo studio “Associations of egg and cholesterol intakes with carotid intima-media thickness and risk of incident coronary artery disease according to apolipoprotein E phenotype in men: the Kuopio Ischaemic Heart Disease Risk Factor Study” pubblicato sulla rivista online The american journal of clinical nutritional condotto da un team di medici finlandesi della Institute of Public Health and Clinical Nutrition, University of Eastern Finland di Kuopio.
UNA RICERCA DI MILLE UOMINI SEGUITI PER 21 ANNI
Durante lo studio, i ricercatori hanno seguito 1.032 uomini sani di età compresa tra 42 e 60 anni circa un terzo dei quali erano portatori del gene ApoE4, una variante genetica che può aumentare il rischio di malattia sia di Alzheimer che di patologie cardiache. I ricercatori hanno esaminato le diete dei partecipanti, fornendo loro i questionari, e li hanno seguiti per circa 21 anni, durante i quali, 230 uomini hanno sviluppato una malattia coronarica. Gli uomini nello studio avevano consumato circa 2.800 milligrammi di colesterolo ogni settimana (2,8 grammi), in media. Gran parte di questa, o un quarto, è derivato dal mangiare una media di quattro uova settimanali: un uovo contiene circa 180 milligrammi di colesterolo.
I risultati hanno rivelato che non esiste alcuna associazione tra malattie cardiovascolari e colesterolo totale o da consumo di uova sia nei portatori di ApoE4 che dei non portatori, anche dopo aggiustamento per alcuni fattori di controllo, tra cui l’età, l’istruzione, indice di massa corporea (BMI), il diabete, l’ipertensione e altre caratteristiche. “Il consumo moderato di colesterolo non sembra aumentare il rischio di malattie cardiache, anche tra le persone a rischio più elevato” sottolinea Jyrki Viranen, professore aggiunto di epidemiologia presso l’Università della Finlandia orientale.
QUESTO E’ LO STUDIO in lingua inglese.
E’ bene chiarire, comunque, che il colesterolo rappresenta un fattore di rischio che può essere ridotto attraverso l’attività fisica (QUI TROVI UN METODO ORIGINALE) o introducendo nella dieta alimenti particolarmente indicati come MELOGRANO E DATTERI oppure MIRTILLI E MANDORLE.