In nove anni il numero malati di celiachia diagnosticati si è triplicato, passando dai 64.398 del 2007 ai 182.858 del 2015. Merito, secondo gli esperti, di una maggiore sensibilizzazione verso il fenomeno, dell’affinamento delle tecniche di diagnosi ma anche di un’espansione della malattia.
ALMENO 320MILA NON SANNO DI ESSERE CELIACI

E’ il dato principale che emerge dalla “Relazione annuale al Parlamento sulla celiachia” pubblicato il 13 dicembre 2016 dal Ministero della Salute. “Questa patologia – sottolinea la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin – si sviluppa in soggetti geneticamente predisposti e colpisce circa l’1% della popolazione nel mondo. Dalla mappatura epidemiologica compiuta per questa relazione, risultano diagnosticati nel 2015, in Italia, 182.858 celiaci, quasi 11mila in più dell’anno precedente, di cui 129.225 appartenenti alla popolazione femminile e 53.633 afferenti a quella maschile”. L’intolleranza al glutine tra le donne, dunque, è più di due volte superiore rispetto che tra gli uomini. Nel 2015 le Regioni che hanno registrato il più alto numero di diagnosi sono la Campania con 2.268 e la Lombardia con 1.867.
La stima della prevalenza della celiachia a livello mondiale si aggira intorno all’1% mentre in Italia, sulla base dei dati del 2015, risulta essere dello 0,30%, che spalmata sulla popolazione maschile e femminile risulta rispettivamente 0,18% e 0,41%. Ciò significa che sono moltissimi (lo 0,7%) coloro che sono celiaci ma non sanno di esserlo. E’ stato calcolato che nella popolazione italiana il numero teorico di celiaci, infatti, si aggiri intorno ai 600mila; quindi sono circa 320mila le persone celiache non diagnosticate.
IL DECALOGO PER SCOPRIRE IL PIANETA CELIACHIA
La Relazione al Parlamento quest’anno propone dieci risposte facili e comprensibili ad altrettante domande, le più frequenti, che riguardano il mondo della celiachia e dell’intolleranza al glutine. Nel dettaglio del domande sono le seguenti: 1) Che cosa è la celiachia? 2) Cos’è il glutine? 3) In cosa consiste la predisposizione genetica della celiachia? 4) Come si manifesta clinicamente la celiachia? 5) Come si fa diagnosi di celiachia? 6) Quale è la terapia per la celiachia 7) La celiachia è transitoria? 8) I celiaci devono evitare il glutine contenuto nei cosmetici e nei detergenti 9) La celiachia è diversa dalla sensibilità al glutine? 10) In presenza di sintomi suggestivi di celiachia, si può escludere il glutine dalla dieta “per prova”, senza avere effettuato gli accertamenti per celiachia? A rispondere in maniera comprensibile a tutti è stato chiamato un team di esperti che è riuscito a sintetizzare i chiarimenti in poco più di nove pagine.
MENO FONDI PER DIAGNOSI E MENSE
Sul mondo della celiachia sta per cadere una tegola, come anticipa la Relazione: non trattandosi più di una malattia rara (l’incidenza supera la soglia dei 5/10mila abitanti fissata dall’Unione Europea), nell’aggiornamento dei LEA (Livelli essenziali di assistenza), alla data del 13 dicembre 2016 all’esame delle Commissioni parlamentari competenti, “le prestazioni specialistiche per giungere alla diagnosi non saranno più in esenzione”. Ciò significa che bisognerà pagare il ticket per l’esame di antigliadina, antitransglutaminasi e anticorpi antiendomisio nel sangue, per la gastroduodenoscopia (non più obbligatoria tra i bambini come segnala QUESTO ARTICOLO) e per l’esame istologico delle biopsie duodenali. Per fortuna “sul fronte dell’assistenza integrativa relativa agli alimenti senza glutine, ai fini di garantire un’alimentazione equilibrata è stato confermato, per i celiaci, il diritto all’erogazione gratuita dei prodotti tramite un sostegno economico all’acquisto di alimenti sostitutivi di quelli a base di cereali contenenti glutine”. Nel 2015 il contributo ministeriale (erogato dalle Regioni) per l’acquisto di prodotti senza glutine, è stato di 241.773.048,00 di euro. I livelli di erogazione gratuita restano gli stessi: 45 euro mensili per bambini tra 6 mesi e un anno d’età, 62 euro fino a 3 anni e mezzo, 94 euro fino a 10 anni, 140 euro per gli adulti di sesso maschile, 99 per quello femminile.
Un’altra brutta notizia rispetto alle prospettive di “cura” della celiachia (l’unica esistente è l’eliminazione del glutine dalla dieta attraverso alimenti specifici) è che per i prossimi anni si prevede una riduzione di spesa per le mense (897.512.000 euro spese nel 2015) anche se parte dei fondi sarà dirottata nella formazione degli operatori. Nella Relazione, infatti, si anticipa che “la rimodulazione (dei fondi di cassa e di competenza n.d.r.) si è resa necessaria per ottimizzare le risorse disponibili alla luce delle difficoltà di spesa del capitolo riservato ai pasti e soprattutto dalla necessità di investire maggiormente sulle attività di formazione degli operatori del settore alimentare”.
ALIMENTI SENZA GLUTINE
Un po’ per sensibilità (anche commerciale) verso i celiaci ma anche per rispondere a quello che è un trend salutistico, si va sempre più consolidando lo sviluppo delle linee di alimenti privi di glutine complete e gustose. Il sito di vendita online Amazon dedica attenzione alla celiachia proponendo una intera sezione di alimenti (i più commerciali) privi di glutine ovvero la Gluten free Amazon.
QUESTA E’ LA RELAZIONE al Parlamento sulla celiachia del 2016 relativa alla situazione censita l’anno prima