Beethoven, il genio musicale era un aritmico cardiaco

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BEETHOVEN1Sappiamo bene quanto le anomalie del ritmo cardiaco – pensiamo alle extrasistoli, alla tachircardia, alle fibrillazioni – condizionino l’umore e lo stato psicologico di una persona. Quel senso di instabilità e incertezza si ripercuotono su ogni attività quotidiana, anche la meno importante.

Ebbene, in un grande personaggio della cultura mondiale, l’aritmia avrebbe condizionato persino la creazione di opere immortali. In Ludwig Van Beethoven il ritmo musicale anomalo eppure così armonioso è stato ispirato dalla sua aritmia cardiaca. A rivelarlo è lo studio della musica del celebre compositore tedesco da parte di ricercatori (tra i quali uno storico medico, un musicologo e un cardiologo) dell’Università del Michigan ad Ann Arbor e dell’Università di Washington School of Medicine di Seattle che hanno applicato una sorta di “elettrocardiogramma musicale” alle opere di Beethoven. Il titolo della ricerca (che puoi leggere in lingua originale COLLEGANDOTI QUI) è “Music straight from the heart: Could a cardiac arrhythmia have influenced famous works by the musical great?”.  Il compositore è vissuto e ha composto i suoi grandi capolavori due secoli anni fa, e non ci sono prove attendibili della sua salute e delle sue afflizioni. Il suo disturbo più spesso descritto era la sordità, che gli autori suggeriscono avrebbe accresciuto la consapevolezza del suo battito cardiaco, spingendolo a fare musica letteralmente seguendo il suo cuore. Ci sono anche teorie che Beethoven soffrisse di molti altri problemi di salute, tra cui malattie epatiche, abuso di alcool, malattie renali, malattie infiammatorie intestinali e la malattia di Paget relativa alle ossa.

L’ELETTROCARDIOGRAMMA MUSICALE ALLE OPERE DI BEETHOVEN

Il capo-team dello studio, Zachary D. Goldberger, assistente professore di medicina nella Divisione di Cardiologia presso UW School of Medicine, afferma: “Non possiamo provare o confutare che Beethoven avesse molte delle malattie delle quali era presumibilmente affetto perché quasi tutti i test medici diagnostici di oggi non esistevano nel 18° secolo, e stiamo interpretando le descrizioni mediche di allora rapportandole al contesto delle nostre conoscenze attuali”. L’aritmia è una condizione in cui vi è un cambiamento dalla normale sequenza di impulsi elettrici nel cuore. Come risultato, il cuore può battere irregolarmente (fibrillazione), troppo veloce (tachicardia), troppo lentamente (bradicardia) o troppo presto (contrazione prematura).

Per eseguire lo studio, il team ha esaminato il ritmo di molte delle composizioni di Beethoven e ha scoperto che i modelli indicati dal prof. Goldberger corrispondono a ciò che potrebbero essere definiti come “elettrocardiogrammi musicali”, mediante la lettura di moderne attrezzature di controllo del ritmo cardiaco. Gli improvvisi, inaspettati cambiamenti di ritmo e di chiave armonica sembrano corrispondere ai modelli asimmetrici di aritmie: “troppo veloce, troppo lento o irregolare” sostengono i ricercatori. Ad esempio, uno dei pezzi che hanno studiato è la “Cavatina” movimento finale del Quartetto in B-bemolle maggiore, Opera 130. Beethoven riferì che questo passo lo fece piangere. Nel mezzo della Cavatina, si registrano i bruschi cambiamenti di chiave a C-bemolle maggiore. Insieme con il ritmo sbilanciato, questo improvviso cambio evoca un’emozione nel buio e di disorientamento che alcuni hanno descritto come simile alla “mancanza di respiro”. “La qualità aritmica di questa sezione è indiscutibile” notano gli autori.
Un altro aspetto della musica di Beethoven rimanda a chiari riferimenti cardiaci. Nello spartito, a proposito delle sue indicazioni per suonare il pezzo, il compositore usa la parola tedesca “beklemmt” per indicare “pesantezza del cuore.” Gli autori suggeriscono che, mentre “pesantezza del cuore” potrebbe essere intesa nel senso di tristezza, in un senso più letterale potrebbe significare anche una sensazione di pressione, che è associata con la malattia di cuore.

Il team ha rintracciato aritmie anche in altri pezzi di Beethoven. Le hanno trovate nella Sonata per pianoforte in la-bemolle maggiore, Opera 110, e l’apertura del “Les Adieux” Sonata opera 81a in mi-bemolle maggiore, che Beethoven scrisse durante l’attacco di Napoleone su Vienna nel 1809. “Quando il tuo cuore batte in modo irregolare per causa di malattie cardiache, lo fa in alcuni schemi prevedibili. Pensiamo di aver riconosciuto alcuni di questi modelli nella sua musica ” conclude Joel Howell della University of Michigan Medical School.

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