Aumento del seno: attenzione a questi rischi

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Quasi una paziente su 7 che ha subito un intervento di chirurgia estetica in Italia richiede una seconda operazione correttiva della prima. E poco più di una su tre torna dallo stesso chirurgo.

MASTOPLASTICA ADDITIVA: LE COMPLICANZE

Sono i dati dell’ Aicpe, Associazione italiana di Chirurgia Plastica Estetica: nella Penisola le operazioni di chirurgia estetica secondarie, ossia eseguite dopo che il primo intervento non è andato a buon fine, sono state il 13,6% del totale. E soltanto nel 36,5% dei casi, il paziente ritorna dallo stesso dottore: la maggioranza preferisce rivolgersi a un altro. Spesso il motivo dell’insoddisfazione circa la riuscita dell’intervento è la mastoplastica additiva ovvero l’ingrandimento del seno. «La mastoplastica additiva, ossia l’aumento del seno, è uno degli interventi più eseguiti in Italia e nel mondo: le complicazioni sono molto rare e sempre risolvibili, ma è bene che le pazienti siano informate di quello che potrebbe andare storto» avverte Chiara Botti, chirurgo plastico della clinica Villa Bella di Salò (Brescia), recentemente invitata al Congresso della Società tedesca di chirurgia plastica svoltosi a Berlino (affollato da oltre mille specialisti) e a quello organizzato a Teheran dalla Società di chirurgia estetica, proprio per rioperare pazienti che avevano avuto dei problemi con le protesi al seno. 

L’errore può derivare da uno di quei fattori imprevedibili che in medicina non si possono mai escludere del tutto, da un chirurgo poco esperto, da qualche richiesta avventatamente accontentata o da qualche indicazione post operatoria non rispettata dalla paziente. Il consiglio, pertanto, è  scegliere con cura il medico a cui ci si rivolge già dalla prima volta, senza lasciarsi lusingare da prezzi bassi o offerte low cost, ma basandosi sull’esperienza dello specialista: «Se ci si rivolge a un medico poco esperto non solo aumenta la possibilità di incorrere in una complicazione, ma si rischia anche che non sia in grado di risolverla. E non tutti i medici accettano di rioperare una paziente altrui» afferma.

LA COLLOCAZIONE DIFETTOSA DELLE PROTESI

Nel caso di mastoplastica additiva le cause delle complicazioni sono diverse: «Spesso i problemi derivano dal fatto che si impianta una protesi troppo grande per il torace, di solito accontentando il desiderio della paziente: soprattutto nei soggetti molto magri può succedere che la protesi debordi e che, essendoci poco grasso di copertura, sia visibile il contorno. Meglio preferire una protesi piccola per far sì che il risultato non sia troppo “plastificato”. Un altro fattore che può incidere è il livello in cui si mette la protesi: il punto migliore è dietro il muscolo pettorale, dove la copertura è maggiore, anche se spesso il chirurgo preferisce l’innesto davanti al muscolo in quanto, oltre a essere tecnicamente più difficile, può causare un po’ più di dolore nei primi giorni successivi. Tuttavia, considerando che può servire a evitare complicazioni e ad ottenere un risultato migliore, ne vale la pena» aggiunge la dottoressa.

Le complicazioni più frequenti con la mastoplastica additiva sono contrattura capsulare, spostamento della protesi, rotazione e rottura. «Un elenco che, pur non essendo del tutto esaustivo, riassume le problematiche più frequenti» dice Botti. La prima è la contrattura capsulare, ossia l’indurimento del seno. «È quella più diffusa, con un’incidenza tra l’1 e il 2%. Può capitare durante tutto l’arco di vita della protesi e le cause sono diverse: dalle infezioni subcliniche (dovute a batteri presenti nella mammella e nei dotti o a bronchiti o tonsilliti non curate con antibiotici), alla contaminazione delle capsule con materiale estraneo. Si manifesta appunto con l’indurimento del seno e si risolve rimuovendo la protesi e reinserendone una nuova» dice il chirurgo plastico di Villa Bella. 
Altra complicazione possibile è lo spostamento della protesi. «La dislocazione della protesi può capitare nei primi due mesi dopo l’impianto. Si verifica se la paziente esegue un movimento troppo energico con le braccia oppure se fa molto esercizio nelle settimane immediatamente successive all’intervento. Trascorsi due mesi il tessuto intorno alla protesi si cicatrizza e la paziente può riprendere con regolarità la propria attività. Anche in questo caso la soluzione è tornare in sala operatoria per riposizionare la protesi nella giusta posizione» spiega la dottoressa Botti.

La terza cosa che può andare storta è la rotazione. «Capita con le protesi anatomiche a forma di goccia se si girano cambiando anche la forma del seno. Può succedere quando si realizza una “tasca” troppo larga per inserire la protesi; quando si passa da una protesi più grande a una più piccola senza ridimensionare la tasca e nel caso in cui la paziente esegue dei movimenti eccessivi con le braccia. La soluzione è rimettere la protesi nella posizione originaria: a volte si può risolvere con un’apposita manovra per girare la protesi, altrimenti si deve rioperare. Succede più frequentemente nei primi due mesi dopo l’intervento ma può capitare anche successivamente».

CHIRURGIA.SENO
Le donne con un seno cadente si rivolgono alla mastoplastica additiva per rimodellarlo

Infine, può succedere che la protesi si rompa. «La rottura della protesi di solito è successiva a un trauma, ad esempio un incidente d’auto. L’incidenza è bassissima, tanto che le aziende forniscono gratuitamente una coppia di protesi per la sostituzione e, in alcuni casi, rimborsano anche il costo dell’intervento per il reimpianto» afferma Botti. Sempre escludendo, però, il caso che le aziende produttrici di protesi non incorrano in gravi inadempienze e irregolarità.

LE TECNICHE ALTERNATIVE

Dall’Aicpe suggeriscono che in caso ci cerchino aumenti modesti, questi possono essere perseguiti mediante il trasferimento di grasso (lipofilling). Oppure, si può fare ricorso alla mastopessi o lifting del seno, altresì chiamata breast lifting che consiste in un intervento di eliminazione della pelle in eccesso con l’obiettivo di risollevare i volumi.

In quanto ai costi della mastoplastica additiva, ovvero dell’ingrandimento del seno con l’inserimento di protesi, dalla stessa associazione di specialisti viene segnalato che il costo medio è a partire da 5mila euro: “al di sotto di questa tariffa è difficile si possano garantire dei livelli accettabili di sicurezza e qualità. Il costo totale di un intervento può variare in base a molti fattori: regione o città, struttura (clinica o day surgery), equipe, materiali (protesi o altri dispositivi medici utilizzati), tecnica operatoria”. Un gruppo di chirurghi italiani, infine, ha messo a punto una tecnica denominata smart mastoplastica con tempi brevi d’intervento e di recupero funzionale, ovviamente smart anche nel prezzo.

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