Cinque tamponi per l’igiene femminile su undici contengono residui potenzialmente tossici, secondo una rivista di consumatori francese. Analoga situazione per alcune marche di salvaslip che contengono pesticidi. Sostanze presenti a livelli piuttosto bassi livelli, ma nessuno tuttora può escludere il pericolo per le donne che ne fanno uso.
L’INDAGINE CONDOTTA IN FRANCIA
L’avviso arriva dalla rivista francese “60 milioni di consumatori”, organo dell’Institut national de la consommation (INC), che ha condotto nel Paese d’Oltralpe dei test su prodotti in uso per l’igiene femminile. Tracce “potenzialmente tossiche” come le diossine, il glifosate e altri pesticidi, sono state trovate nei tamponi in uso per la protezione femminile. L’istituto ha chiesto al governo francese di imporre controlli più severi. “I livelli di dichiarazioni sono bassi”, ammette il giornale dell’Istituto Nazionale dei consumatori, ma alcune di queste sostanze sono sospettate interferenti endocrini, e gli scienziati non hanno dati sufficienti per valutare il rischio per le donne.
La presenza di residui potenzialmente tossici è stata rilevata in cinque degli undici prodotti per l’igiene femminile analizzati da “60 milioni di consumatori”. In particolare dalla rivista si riferiscono “tracce di diossina nei tamponi di due grandi marchi su tre testati” (OB e Nett) e residui di derivati alogeni in una referenza Tampax. Inoltre, suggerisce, “residui di glifosato” ingrediente chimico usato in erbicidi, tra cui Roundup “, sono stati trovati nei proteggi slip del marchio Organyc che, addirittura, rivendica componenti bio. In una confezione di assorbenti igienici Always sono stati riscontrati residui di pesticidi organoclorurati e di insetticidi. Non è chiaro da dove possano provenire queste contaminazioni: dai pesticidi utilizzati nella coltivazione del cotone, dalle sostanze coinvolte nel processo di sbiancamento dei prodotti o da contaminazione accidentale? E’ bene che le autorità sanitarie obblighino i fabbricanti a svelare la composizione dei loro prodotti e le fasi della loro fabbricazione.
Peraltro, l’uso prolungato dei tamponi assorbenti comporta secondo QUESTO STUDIO il noto rischio di shock tossico che merita di essere ricordato.
ISTITUIRE UN PRECISO REGOLAMENTO SULLE ETICHETTATURE
Alla luce di questi risultati, l’INC ha sollecitato “un’allerta da parte delle autorità e la richiesta di istituire uno specifico regolamento per i prodotti destinati alla protezione femminile, imponendo una maggiore trasparenza, controlli più stringenti e un sistema di etichettatura dei componenti“. Infatti, pure se “i livelli dichiarati sono bassi”, secondo l’INC, la presenza di queste sostanze, alcune delle quali sono sospettate di essere interferenti endocrini e cancerogeni, è preoccupante quando si fa un uso continuo di queste protezioni.
In Italia, come in Francia, non esiste una normativa stringente sull’etichettatura dei prodotti per l’igiene femminile, anche se si potrebbe applicare in modo estensivo la legge 713/86 di disciplina dei prodotti cosmetici bisto che “si intendono per prodotti cosmetici le sostanze e le preparazioni, diverse dai medicinali, destinate ad essere applicate sulle superfici esterne del corpo umano (epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi genitali esterni) oppure sui denti e sulle mucose allo scopo, esclusivo o prevalente, di pulirli, profumarli, modificarne l’aspetto, correggere gli odori corporei, proteggerli o mantenerli in buono stato”.
Il gruppo statunitense Procter & Gamble, proprietario e produttore del marchio Tampax e degli assorbenti igienici Always, ha replicato che i suoi prodotti incriminati dalla rivista “60 milioni di consumatori” sono di “sicurezza provata”. QUESTO IL LINK all’indagine della rivista francese “60 millions de consumateurs”