Una app per geolocalizzare locali, strutture e servizi pubblici più attenti alle esigenze delle famiglie con bebè. E’ il progetto che anima la start up Baby Pit Stoppers, piattaforma geolocalizzata e interattiva che ha lanciato un crowdfunding per raccogliere fondi destinati al suo sviluppo nazionale.
LA APP GRATUITA

“Lavoriamo per una società in cui sia semplice, per neo-mamme e neo-papà, evitare l’isolamento nelle fasi più vulnerabili del post-parto riprendendo presto ad uscire e viaggiare con il proprio bambino/a” riassume gli intenti dell’operazione Valeria Miccolis, ideatrice del progetto Baby Pit Stoppers e presidente di Baby Friendly Society APS.
Consultando la web app gratuita, accessibile da smartphone tablet e pc al sito www.babypitstoppers.com, i neo-genitori, o chi si prende cura di un bebè come nonni o tate, potranno scoprire ovunque e in tempo reale, su tutto il territorio nazionale e, in qualche caso, nel mondo, oltre 2.600 bar, ristoranti o negozi attrezzati per accogliere le neo-famiglie così come altre tipologie di spazi pubblici, ospedali, studi medici, associazioni ricreative o culturali che possono offrire loro supporto nel delicato periodo del post-parto. “La vera forza del progetto è nella community che dal basso segnala e recensisce i locali che incontra garantendo così una mappatura capillare, autentica e sempre aggiornata, premiando gli esercenti più virtuosi e le istituzioni più illuminate e incentivando gli altri ad attrezzarsi – prosegue Miccolis – La piattaforma raccoglie inoltre tutte le principali reti di ‘baby pit stop’ presenti sul territorio nazionale: quelli certificati da La Leche League e Unicef Italia, le Farmacie Amiche dell’Allattamento (FAAM) e i Poppa&Pannolo dell’Associazione Allattamento IBCLC oltre ad un nutrito numero di reti locali meno conosciute ma altrettanto preziose”.
In Italia il crowdfunding, ovvero il sistema di raccolta di fondi privati per dare vita alle start up, vale 67 milioni di euro (Studio Starteed, aggiornato al 15 maggio 2016) ma è ancora poco sfruttato dal terzo settore. “Come modalità libera e indipendente di finanziamento dal basso, si sposa perfettamente con la storia del progetto Baby Pit Stoppers – conclude Valeria Miccolis – Dopo un anno e mezzo di attività, riteniamo che la community sia pronta a sostenere l’iniziativa e assicurarne la crescita e il passaggio alla prossima generazione di neo-genitori”. Questo è il LINK DIRETTO al progetto di crowdfunding del Baby Pit Stoppers.
LE MAMME SU FACEBOOK
Su facebook sono diversi i siti che mettono in rete le mamme per scambiare informazioni, esperienze, suggerimenti ma anche per vendere o comprare oggetti usati legati al mondo dell’infanzia. Il gruppo Mamme ad Arte nasce per creare un “salotto virtuale“, un punto di aggregazione ed informazione che permetta alle donne e mamme della rete di confrontarsi, scambiarsi informazioni, chiedere consigli. L’associazione Mamme che idea di Roma nasce sull’esperienza nata nel 2005 con una piccola ditta gestita da una “imprenditrice donna” che si occupa di marketing pubblicitario. Viaggia verso i 23mila follower il gruppo Mamme a me non serve più, lo svendo (Roma), gruppo per acquistare e vendere “le cose che non utilizziamo più per i nostri piccoli”. Meno affollato ma molto attivo e prodigo di consigli è il gruppo Mamme di Pomezia e dintorni legato alla cittadina della provincia di Roma così come è a destinazione locale il gruppo Club delle mamme marchigiane. Simpatuico per tono e per grafica il gruppo Mamme che scrivono messaggi su WhatsApp è una comunità molto attiva con quasi 1,3 milioni di iscritte. Mammeoggi.it è invece un gruppo collegato al sito di informazione dedicato al mondo delle mamme e alla famiglia. Infine, MammeCreative.it è un luogo d’incontro virtuale per condividere idee, giochi, consigli anche di natura sanitaria.