Si accende una luce di speranza per i genitori dei bambini che nascono con una malformazione grave del cuore, pari a circa quattromila soggetti l’anno in Italia. Decolla, infatti, la ricerca per lo sviluppo di due nuovi cuori artificiali pediatrici, totalmente impiantabili, del peso rispettivamente di 11 e 40 grammi (in foto il raffronto con quello di un adulto).
UN SOGNO CHE SI REALIZZA GRAZIE AI CLIENTI CONAD
Il progetto “Un cuore nuovo” del Dipartimento di Cardiologia pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma potrà vedere la luce grazie al contributo di 861.628 euro che Conad ha messo a disposizione, coinvolgendo oltre 300 mila clienti in possesso della carta fedeltà del gruppo. “Siamo grati alla Conad per il suo eccezionale impegno a favore di questo importante progetto di ricerca – afferma Giuseppe Profiti, presidente dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù – e siamo riconoscenti nei confronti delle tantissime persone che tramite Conad hanno deciso di sostenerci. La loro generosità ci spinge a proseguire con entusiasmo e responsabilità sulla strada della ricerca scientifica finalizzata alla cura dei nostri piccoli pazienti”.
AUMENTA LA PATOLOGIA MA RESTANO POCHI I TRAPIANTI
L’insufficienza cardiaca pediatrica, malattia letale e disabilitante, è in aumento in questi ultimi anni, sottolinea Antonio Amodeo, responsabile dell’Unità di Funzione Ecmo. “Vista la riduzione dei trapianti cardiaci e la difficoltà nel reperimento di ‘cuori pediatrici’, si rendono necessarie nuove strategie terapeutiche. Le linee di ricerca più innovative si indirizzano verso lo sviluppo di nuovi cuori artificiali miniaturizzati pediatrici e la terapia rigenerativa miocardica cellulare”, sottolinea. Per questi motivi il Bambino Gesù ha deciso di intraprendere il progetto ‘Un cuore nuovo’.
Obiettivo del lavoro è quello di mettere a punto mini-apparecchi dalla ridotta invasività e dotati di un’alimentazione che riduce i rischi infettivi: una pompa assiale attivata elettricamente e collocata interamente all’interno del torace. Questi nuovi modelli permetteranno ai piccoli pazienti di essere dimessi a casa e aspettare il trapianto nel loro ambiente familiare. In casi selettivi dove il trapianto cardiaco non è praticabile, la scelta del cuore artificiale potrà essere anche definitiva.
ANCHE LE STAMINALI FARANNO LA LORO PARTE
In associazione all’impianto dei cuori artificiali verrà sperimentata la terapia cellulare rigenerativa miocardiaca, mediante l’utilizzo di cellule staminali. Il modello di ricerca prevede che alcune cellule staminali autologhe, vengano prelevate dal paziente stesso all’atto dell’impianto chirurgico del cuore artificiale e, dopo un processo di “caratterizzazione ed espansione”, reintrodotte nel muscolo cardiaco al fine di generare nuovo tessuto miocardico con conseguente recupero della funzionalita’ del cuore. Si potrebbe quindi ipotizzare l’utilizzo del nuovo cuore artificiale come ponte alla rigenerazione miocardica in alternativa al trapianto cardiaco.
La finalità è quindi quella di validare un modello che preveda molteplici soluzioni terapeutiche per i piccoli pazienti. Il progetto vedrà una collaborazione con il Policlinico Umberto I in Roma e l’Università Cattolica del Sacro Cuore in Roma. Nel 2010, ricordano dal Bambino Gesù, è stato realizzato il primo impianto al mondo di cuore artificiale permanente su un paziente pediatrico. Negli ultimi tre anni, l’ospedale romano ha coperto da solo quasi il 50% di impianti di cuori artificiali pediatrici in Italia.