Dubbi sull’efficacia di Baclofene (in Italia equivalente e anche con il nome commerciale Lioresal), medicinale largamente impiegato per trattare la dipendenza da alcol, sono stati sollevati da una ricerca condotta in Olanda e pubblicata il 1° dicembre su una rivista specializzata sui neuropsicofarmaci.
LO STUDIO OLANDESE SU 151 ALCOLISTI

Lo studio in questione, condotto da un team olandese dell’Università di Amsterdam, conclude che “non vi è alcuna prova” che il Baclofene (QUI L’ARTICOLO che ne descrive il meccanismo d’azione), originariamente impiegato contro contrazioni muscolari involontarie, offra opportunità ed efficacia superiori ad altri metodi per liberarsi dall’alcolismo. Insomma l’assunzione di Lioresal (baclofene) non riduce la dipendenza dall’alco più di altri sistemi.
L’indagine, l’estratto della quale è intitolato “Efficacy and safety of high-dose baclofen for the treatment of alcohol dependence: A multicentre, randomised, double-blind controlled trial”, ha coinvolto 151 persone, soggetti anche ad una cura di carattere psicosociale. Per i 58 pazienti trattati con “alte dosi” pari a 150 mg di Baclofene, il tasso di ricaduta di “circa il 25%” è stato sostanzialmente lo stesso dei 31 che sono stati trattati con una bassa dose di 30 mg al giorno o dei 61 che hanno assunto solo un placebo. Questo dimostra “che il baclofene sembra efficace come trattamento psicosociale, ma non porta maggiore efficacia” così ha concluso NEL SUO ESTRATTO Reinout W. Wiers, psicologa specializzata in dipendenze, che ha curato la ricerca.
I FRANCESI CONTESTANO IL DOSAGGIO USATO
Contattato dalla rivista francese Express, il prof. Philippe Jaury, coordinatore dello studio “Bacloville” (su 320 pazienti QUI DESCRITTO), non è convinto di questi risultati. “Come in un precedente studio tedesco, dal risultato negativo, la ‘dose elevata’ impiegata di baclofene è inferiore a quella utilizzata comunemente in Francia: non si possono avere buoni risultati con dosi fino a 150 mg” spiega. Il professore di medicina generale presso l’Università René Descartes è ancora più convinto che sta scrivendo l’articolo di anticipazione sul suo studio che sarà pubblicato a breve. Le sue conclusioni sul baclofen sono molto diverse da quelle dei colleghi olandesi. “Per quanto riguarda i pazienti trattati con baclofene [al di fuori del gruppo placebo], il 25% di loro ha ricevuto un trattamento giornaliero di oltre 242 mg e la nostra dose media è stata di 180 mg, ben al di sopra dello studio olandese” ha dichiarato Philippe Jaury.
“Abbiamo riscontrato il 56,8% dei pazienti trattati in totale astinenza o in riduzione del consumo di alcol nel gruppo baclofene, contro il 36,5% per il gruppo trattato con placebo”, ha aggiunto. “A differenza dello studio olandese il nostro obiettivo non era solo l’astinenza, ma anche un ritorno al consumo di alcol nei limiti raccomandati dalla OMS“. Cioè 20 grammi al giorno per una donna, l’equivalente di due bicchieri di vino rosso, e 40 grammi per gli uomini.
Il tasso di successo del 36,5% nel gruppo placebo per lo studio francese sul baclofene è spiegato dalla cura psicosociale. “Come gli olandesi, abbiamo una buona gestione da medici di medicina generale. I pazienti sono accettati come persone malate e sono interlocutori disponibili”, ha detto il prof Jaury. Per alcuni degli alcolisti, questo è sufficiente per ottenere risultati. Gli studi francese e olandese non si smentiscono. “Rispetto al dosaggio, non sono in contraddizione”, ha detto Philippe Jaury. “Gli olandesi hanno mostrato riluttanza all’uso in alte dosi di baclofene e so anche che il loro studio non è stato completato per ragioni di budget e di tempo. Per Bacloville sono stato fortunato a beneficiare dell’aiuto di un buon donatore oltre che dei fondi forniti dallo Stato “.
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