Vincere la depressione: ci vuole più contatto fisico con amici e familiari

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La Depressione, negli anziani si fronteggia con più presenza di amici e familiari. E non bastano il telefono, il messaggino, skype o l’e-mail: ci vuole il contatto fisico. Uno studio pubblicato lunedì 5 ottobre sul Journal of the American Geriatrics Society osserva che ci sono vantaggi notevoli nell’essere fisicamente presente vicino ad una persona cara e sono superiori ai benefici della sola comunicazione telefonica o con altri mezzi .

BEN 11MILA OVER 50 STUDIATI IN SEI ANNI

I ricercatori hanno utilizzato i dati dell’Università del Michigan di uno studio longitudinale chiamato Health and Retirement Survey, che ha esaminato 11mila adulti di età over 50 tra il 2004 e il 2010. L’indagine è stata condotta per circa due anni su ciascun soggetto, per cui i ricercatori sono stati in grado di seguire i progressi dei partecipanti nel tempo. Lo studio, dal titolo “Does Mode of Contact with Different Types of Social Relationships Predict Depression Among Older Adults? Evidence from a Nationally Representative Survey”, ha misurato una vasta gamma di fattori sociali e sanitari, tra i quali quanto tempo una persona ha trascorso nella socializzazione, con chi hanno trascorso questo tempo, così come i segni auto-riferiti di depressione.

INCONTRARSI ABBATTE LA PERCENTUALE DI RISCHIO DEPRESSIVO

Gli studiosi hanno scoperto che i partecipanti che fisicamente si sono incontrati con gli amici o con familiari, almeno tre volte alla settimana, hanno avuto minori probabilità di riportare sintomi depressivi: solo il 6,5% di loro ha riferito tali sintomi. All’altra estremità dello spettro si sono ritrovate quelle persone che hanno interagito raramente con chi è loro vicino, una volta al mese o anche meno, e sono risultati con quasi il doppio delle probabilità di riferire sintomi della depressione.ANZIANI
L’autore principale dello studio Alan R. Teo, che è un assistente professore di psichiatria presso la Oregon Health and Science University, dice che tra contatto interpersonale e benessere non c’è soltanto una correlazione. “Abbiamo verificato ogni possibile influenza individuale che avrebbe potuto influenzare i risultati, come avere tendenze depressive prima dello studio” dice. “E questo è uno studio longitudinale che segue le persone nel tempo, non solo in un singolo momento. Quello che abbiamo trovato è che quanto riscontrato non è casuale: è più legato alla probabilità che alla casualità“.

Nei partecipanti di età compresa tra 50 e 69 anni i più frequenti contatti di persona con gli amici hanno prodotto una riduzione della depressione. Al contrario, gli adulti di 70 anni e più hanno beneficiato del contatto di persona con i bambini e altri membri della famiglia. “Potrebbe essere che quando si invecchia, si trova nella famiglia il conforto più significativo rispetto agli amici perché sei in una fase diversa della tua vita”, dice Teo. Studi di valore internazionale mettono in relazione la depressione anche con alcuni alimenti: fa bene il ribes nero mentre sono assolutamente controindicati i grassi.

Tornando allo studio della Oregon Health and Science University, questo è stato sviluppato sugli adulti più anziani, ma i ricercatori sospettano che i benefici possono essere tradotti anche ai più giovani. Teo, infatti, ritiene che non solo gli anziani possono ottenere benefici da questo studio: in questo modo verrebbe messa in discussione la forza attrattiva dei social network! E si sottolinea che se fare una telefonata agli amici e ai propri cari può essere considerato un primo passo, la pianificazione di momenti da passare insieme deve essere valutata come una “medicina preventiva, al pari di assumere una dose regolare di vitamine.” D’altra perte anche uno studio della Brigham Young University (Utah, USA) evidenzia che l’interazione sociale è un bene per la salute emotiva e migliora la salute fisica a livello fisiologico.

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