Videosorveglianza in camera operatoria

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SURGERYChe fine ha fatto la “scatola nera” prevista nelle linee guida della sicurezza in sala chirurgica? Se lo chiede Teresa Petrangolini, già presidente del Tribunale per i Diritti del malato e consigliere della Commissione Politiche sociali e salute della Regione Lazio, commentando «quanto accaduto al CTO Alesini, dove ad una signora di 84 anni è stato asportato un rene sano anziché quello affetto da adenocarcinoma».

«Nel nostro Paese e nella nostra regione ormai ci sono tutti gli strumenti per prevenire questi gravi eventi – prosegue Petrangolini – Nelle linee guida ministeriali per la sicurezza in sala operatoria, infatti, una delle procedure consigliate è anche la registrazione degli interventi chirurgici. Un modo per valutare in maniera oggettiva tutti i soggetti che si trovano nella sala operatoria. Credo sia arrivato il momento di rendere omogenea in tutto il territorio regionale questa procedura della “scatola nera”, così come avviene per il sistema dell’aeronautica».

Nella sostanza ciò che è richiamato dall’ex presidente del Tibunale per i Diritti del Malato, la “scatola nera”, è quello che al Ministero della Salute viene denominato Registro Operatorio (RO): “Il Registro operatorio è il verbale ufficiale di ogni intervento chirurgico e per tale ragione costituisce parte integrante e rilevante della documentazione clinica; il RO documenta il numero e le modalità di esecuzione degli interventi chirurgici e di qualunque procedura invasiva eseguita in sala operatoria“. Questo registro potrebbe essere digitale, registrando in via audio o anche audiovisiva, ogni passaggio degli interventi in sala operatoria. Le moderne tecnologie lo consentirebbero agevolmente (una videocam applicata ad un pc costerebbe poche decine di euro): avveniristico o no, sarebbe comunque una tutela in più per la sicurezza dei pazienti.

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