La scelta di rinunciare ad alimentarsi con carne, pesce e prodotti di derivazione animale è una suggestione sempre più diffusa. In Italia, secondo il rapporto Eurispes 2014, il 7,1% della popolazione si definisce vegetariana: si tratta di circa 4,2 milioni di persone. Uno stile di vita in notevole incremento: rispetto al 2013, infatti, quando se ne sono contate 3 milioni e 720mila. Orientamento, peraltro, confermato anche dai rapporti sul consumo e sulla distribuzione alimentare. Negli Stati Uniti alcune stime contano circa il 2% degli adulti che seguono questo tipo di dieta.
Il motore di questa scelta è in ragioni religiose o semplicemente etiche, criticando l’onnivorismo dell’uomo e ritenendo che la carne sia tanto nociva per l’organismo e di difficile digestione, quanto innescante comportamenti negativi nell’individuo, stimolando l’istinto alla violenza. Si pensi alla semplice caccia, fino alla guerra. Per altri versi, si preferisce alimentarsi con i prodotti della terra per senso di rispetto verso tutti gli altri esseri viventi. Insomma, da qualsiasi angolazione la si prenda, quella della scelta di una dieta vegetariana, o ancora più estrema, vegana, non è sicuramente facile. Rinunciare alla carne o a qualsiasi alimento legato agli animali è una scelta estrema, dura, che va anche contro le proprio abitudini.
Che si tratti di una scelta difficile e spesso inattuabile, lo conferma una ricerca condotta dallo Human Research Council statunitense, secondo il quale addirittura 8 tra vegetariani e vegani su 10 vi rinuncerebbero quasi subito o dopo poco tempo. Lo studio, dal titolo Study of Current and Former Vegetarians and Vegans, condotto da Asher K. Ed altri, ha interessato su 11mila adulti americani che avevano scelto questo stile alimentare: otto di loro su dieci lo avrebbero abbandonato definitivamente, di cui la metà (48%) nel giro di un anno ed il 30% addirittura nel giro di tre mesi. La ricerca ha anche evidenziato come l’età media nella quale si sceglie di diventare vegetariani e vegani è 34 anni, in età matura, dunque.
Il risultato dell’analisi sui soggetti esaminati indica che due terzi dei vegetariani o vegani pentiti ammettono di non aver reagito bene fisicamente al cambio repentino di alimentazione. Altri parlano di ripercussioni psichiche. Ma c’è anche un altro dato interessante: quasi sei di loro su dieci ammette che in futuro ci riproverà. Magari avrà una maggiore consapevolezza e maturerà una più forte resistenza. Farlo in maniera graduale e non dall’oggi al domani, d’altra parte, è ciò che consigliano gli esperti in favore della dieta vegetariana.
Tra le curiosità emerse c’è che il 49 per cento degli ex vegetariani quando ha reinserito una bistecca nella sua dieta, viveva con un partner, la maggior parte dei quali erano non-vegetariani e vegani.
CUCINARE I LEGUMI: ECCO I CONSIGLI
Cambiare le abitudini alimentari non è mai facile. C’è però modo di farlo in allegria e con soddisfazione per il palato apprendendo ricette e piccoli segreti della cucina. Sono innumerevoli le pubblicazioni che ci insegnano a farlo. Sfizioso ed economico per un quadro generale è Un tranquillo weekend di verdura. 500 ricette facili e appetitose per cucinare ortaggi, verdure e legumi di ogni stagione. Sempre generico ma di un livello superiore si rivela “Cucinare Meglio – PASTA,RISO E LEGUMI MINESTRE E ZUPPE”
mentre più specifico sulle proteine vegetali è Cucinare i legumi
. Infine, per volesse fare una scelta radicale in senso veg, questo Scoprire e cucinare i prodotti bio. 50 ricette a base di tofu, tempeh, latti vegetali, miele, legumi…
è un testo agile e simpatico.