Le statine indicate come trattamento per la riduzione del colesterolo nel sangue, potrebbero rivelarsi molto utili nel nel cancro al seno. Il ruolo del colesterolo, infatti, come è stato sottolineato da un team dell’Università di Oslo (Norvegia) e del Breast Cancer Now Toby Robins Research Centre, The Institute of Cancer Research di Londra (Regno Unito), favorisce le recidive.
UNA SPERIMENTAZIONE CLINICA SU 72 PAZIENTI
Lo mette in luce lo studio dal titolo “Cholesterol biosynthesis pathway as a novel mechanism of resistance to estrogen deprivation in estrogen receptor-positive breast cancer” pubblicato su Breast Cancer Research. I ricercatori hanno coltivato in laboratorio cinque tipi di cellule tumorali sensibili agli ormoni, prelevate da pazienti con resistenza al trattamento. I tumori ormone-sensibile rappresentano l’80% dei casi in questa platea di pazienti. Le cellule sono state coltivate fino a che non avevano più bisogno di estrogeni per la crescita. E’ stato in quel momento che hanno scoperto che le molecole specifiche per il colesterolo, 25-HC e 27-HC, stimolavano la crescita del tumore.
Interrompendo i geni necessari per la produzione di molecole specifiche al colesterolo, il team è riuscito a ridurre dal 30 al 50% la crescita delle molecole. In una fase successiva, queste molecole sono state studiate in due coorti di pazienti con carcinoma mammario ormone-sensibile. Essi sono stati trattati a volte con tamoxifene e altre con inibitori dell’aromatasi.
L’analisi genetica di queste 72 persone ha mostrato un aumento dell’espressione di quattro enzimi necessari per la produzione di colesterolo. “Le nostre osservazioni suggeriscono che gli enzimi nel meccanismo della biosintesi del colesterolo possono essere associati con la resistenza acquisita agli inibitori dell’aromatasi”, concludono i ricercatori. “Il nostro studio sottolinea la necessità di studiare l’impatto di abbassare il colesterolo nella terapia endocrina”.
L’ipotesi della terapia con statine sembra promettente. Ma il servizio sanitario britannico, che analizza questa pubblicazione, invita alla prudenza. Le statine “non sono state testate per questo scopo” si evidenzia. Saranno necessari ulteriori studi per dimostrarlo. Per un prima, fu una ricerca del 2011 a suggerire che una dose giornaliera di statine potrebbe ridurre il rischio di recidiva. Ma questi risultati devono ancora essere replicati. Peraltro le statine hanno rivelato potere preventivo anche IN QUESTA PATOLOGIA.
QUESTO E’ LO STUDIO sulla prevenzione delle recidive nel cancro del seno pubblicato in lingua inglese.
LE PROTESI PER L’ESTETICA
Le donne che hanno subito un intervento di mastectomia radicale vivono drammaticamente l’impatto della menomazione fisica. Al punto che solitamente negli ospedali si accompagna l’intervento chirurgico con un sostegno psicologico alla paziente. La privazione nell’aspetto di una parte della propria femminilità trova oggi supporto nella disponibilità di protesi mammarie in silicone da poter utilizzare all’interno dei reggiseno, qualora sia sconsigliato o non possibile un intervento di mastoplastica additiva. Sul mercato sono disponibili numerosi modelli, proposte da aziende specializzate, che propongono misure, formati e consistenze per tutte le esigenze. E’ possibile persino poter acquistare online le protesi. I Seni in silicone, realistici, coppa B, forma goccia, ca. 500 grammi/paio, taglia S, con strato adesivo, inserti per reggiseno sono molto realistici e presentano capezzoli color carne. Hanno una forma triangolare e presentano il capezzolo ben definito per forma e colore, invece, i Seni in silicone (in reggiseno trasparente), realistici, coppa F, forma triangolare, ca. 2000 grammi/paio, taglia 3XL, con strato adesivo
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