Nel trapianto di faccia effettuato domenica 23 settembre, dopo 27 ore di sala operatoria, c’è stato un rigetto che ha reso necessario l’impianto di tessuti autologhi ovvero appartenenti alla stessa paziente di 49 anni. L’operazione anche stavolta è tecnicamente riuscita ma la prognosi resta riservata e bisognerà attendere per avere certezza che gli innesti siano accolti dall’organismo senza reazioni.
Qualcosa non ha funzionato nel trapianto di faccia effettuato presso l’ospedale Sant’Andrea di Roma, il primo intervento del genere in Italia. I tessuti prelevati dalla donatrice di 21 anni morta in un incidente stradale, dopo qualche ora hanno iniziato a mostrare segni di sofferenza, in particolare nella rete di vascolarizzazione e si è reso necessario una nuova operazione effettuata due giorni dopo, martedì 25 settembre in vista di un auspicabile nuovo trapianto. Alla paziente, nel corso di cinque ore di operazione, sono stati impiantati tessuti autologhi cioè prelevati dal suo stesso organismo. «Come previsto dal protocollo e in attesa del nuovo trapianto, la paziente è stata sottoposta a intervento di ricostruzione temporanea con trasferimento microchirurgico di tessuti autologhi (muscoli gran dorsale e serrato anteriore più innesto di cute della coscia); l’intervento è proseguito, senza alcuna difficoltà, dalle ore 21 del 24 settembre alle ore 2.00 del 25 settembre», ha specificato il bollettino dell’ospedale
Il direttore del Centro nazionale trapianti (Cnt) Alessandro Nanni Costa, che ha seguito in prima linea l’applicazione del protocollo sperimentale al S.Andrea di Roma, ha auspicato “un secondo tentativo sulla paziente, teoricamente possibile tra almeno 30 giorni, ma saranno i chirurghi a decidere se e quando”. Va ricordato che la paziente soffre di neurofibromatosi di tipo I, una patologia genetica che provoca la formazione di tumori cutanei fortemente deturpante ed invalidante fino al punto di occludere gli occhi.
Nel bollettino medico di mercoledì 26 settembre «le condizioni generali della paziente sono in progressivo miglioramento». «La paziente è sveglia, collaborante e con buon equilibrio emodinamico e respiratorio. Le condizioni locali confermano una buona vascolarizzazione del lembo che mostra colorito roseo e buona perfusione, convalidata con esame Doppler. Rimane comunque sotto osservazione in terapia intensiva, in prognosi riservata», conclude il comunicato dell’ospedale.