Lotta all’Aids: un farmaco contro l’alcolismo combatte l’HIV

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Un farmaco usato per trattare l’alcolismo, da solo o in combinazione con altri principi attivi, potrebbe contribuire all’eradicazione del virus dell’AIDS nel trattamento dei pazienti HIV-positivi, secondo uno studio pubblicato in questi giorni.

SNIDARE IL VIRUS HIV LA’ DOVE SI NASCONDE

Il farmaco chiamato disulfiram (dietilditiocarbammato), che è commercializzato con diversi nomi in vari paesi in Italia Antabuse in altri Antabus, Esperal, Etiltox), risveglia il virus dormiente nell’organismo del soggetto infetto, distruggendo così le cellule ospiti e senza effetti, come sottolineano gli autori, il cui studio appare sulla rivista medica on-line, The Lancet HIV con il titolo di “Short-term administration of disulfiram for reversal of latent HIV infection: a phase 2 dose-escalation study“.

Attualmente la terapia antiretrovirale (ART) prevede spesso la somministrazione di un cocktail standard di farmaci noti come HAART: il risultato consente di mantenere il controllo del virus nei pazienti con HIV ma senza liberarsene definitivamente. Il virus in effetti resta in agguato nel corpo delle persone trattate nella forma latente (dormiente). Questo serbatoio, difficili da raggiungere, è uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo di un trattamento per fornire qualche possibilità di guarigione. “Risvegliare” il virus dormiente è una strategia promettente per liberare il paziente del virus dell’HIV.ANTABUSE

SUFFICIENTI TRE GIORNI PER RISVEGLIARE L’HIV

Ma “risvegliare il virus è solo il primo passo per eliminarlo” avverte Julian Elliot, direttore della ricerca clinica nel reparto di malattie infettive presso il The Alfred Hospital di Melbourne (Australia), primo autore dello studio. “Ora dobbiamo capire come sbarazzarsi delle cellule infette“, ha aggiunto. Altri farmaci sono stati testati anche per affrontare serbatoio di HIV, ma senza molto successo, o si sono dimostrati tossici. Nello studio clinico condotto da Sharon Lewin, direttore dell’Istituto di Melbourne Doherty, dopo aver verificato in vitro l’attivazione del virus HIV nelle T-cell, a 30 persone in terapia antiretrovirale seguiti da un ospedale di San Francisco (Usa) e da un altro di Melbourne (Australia) , tra settembre 2013 e marzo 2014 sono state date dosi crescenti di disulfiram per un periodo di tre giorni.

Alla dose più alta, secondo gli autori, è stata ottenuta una stimolazione di HIV dormiente, senza effetti negativi sulla pazienti. “Questo processo dimostra chiaramente che disulfiram non è tossico e sicuro da usare, e potrebbe molto probabilmente essere quello che cambia tutto nel protocollo di trattamento”, dice Sharon Lewin in una dichiarazione rilasciata dal suo istituto.

L’Aids è una patologia mortale in continua evoluzione: dall’Università di Loviano, in Belgio, è stato lanciato l’allarme su una mutazione dell’HIV capace di uccidere in tre anni. Due sono gli indirizzi seguiti dalla ricerca per individuare il miglior percorso terapeutico per sconfiggere l’AIDS: uno è il potenziamento della risposta immunitaria con promettenti sperimentazioni condotte dalla statunitense Argos Arcelis e l’altro è l‘immunizzazione di massa attraverso un vaccino, con buoni risultati ottenuti in Francia.

COME FUNZIONA IL DISULFIRAM NELLA TERAPIA CONTRO L’ALCOLISMO

Nella terapia per la disassuefazione all’alcool negli alcolisti, il disulfiram agisce come un inibitore dell’aldeide deidrogenasi: ciò porta ad un accumulo di acetaldeide nel sangue che genera sintomi spiacevoli (palpitazioni, cefalea, vomito, etc.). Questa sintomatologia fastidiosa, in un paziente motivato ed attento alla terapia, dissuadono l’alcolista dal continuare ad assumere alcolici.

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