Hiv, scoperte le cellule “serbatoio”: si lavora a ucciderle prima che si manifesti la malattia dell’Aids. Il virus dell’HIV, responsabile dell’insorgenza dell’AIDS, si nasconde in alcune cellule prima di manifestarsi e far esplodere la malattia. E questo si sapeva. C’è però una novità: un team di ricercatori francesi ha individuato il marcatore cellulare “serbatoio” del virus HIV nei pazienti, un percorso decisivo per la cura dell’AIDS.
PROVE IN LABORATORIO E SU PAZIENTI

La novità nell’Aids è di quella sensazionale. L’equipe è quella di Monsef Benkirane, del Laboratorio di Virologia Molecolare dell’Istituto di genetica umana a Montpellier. E l’annuncio è arrivato sotto forma dello studio pubblicato il 16 marzo 2017 sulla rivista online Nature con il titolo “Hidden HIV reservoirs exposed by telltale protein”. Si apre la strada ad una guarigione finora inimmaginabile.
Per capirne di più è utile conoscere quello che succede nel paziente infettato dall’HIV. “Per fermare l’evoluzione dell’AIDS oggi si interviene sulle cellule che nascondono il virus, il che richiede una terapia combinata per tutta la vita in quei pazienti sieropositivi infettati con la carica virale non ancora rilevabile. Non appena si interrompe il trattamento (QUI UNA DESCRIZIONE), il virus si moltiplica e la malattia progredisce. Sappiamo da vent’anni di queste cellule dormienti ma è stato impossibile finora identificarle perché sono molto rare, sono in un rapporto di una su un milione. E’ come cercare un ago in un pagliaio. Lavorando sulle caratteristiche di queste cellule, la mia squadra è riuscita a sviluppare un modello cellulare teorico in laboratorio così vicino alla realtà che potrebbe, per la prima volta, consentire di individuare le cellule nel sangue dei pazienti “, ha detto Monsef Benkirane circondato da Benjamin Descours e Gael Petitjean, due dottori di ricerca associati con la scoperta.
LA CHIAVE D’ACCESSO IN UNA PROTEINA, LA CD32a
Il team ha identificato una proteina presente sulla superficie delle cellule infette in grado di identificare. Questa “tag”, battezzata CD32a, è “una firma che consiste di 103 geni” ed è stata oggetto di un brevetto. La ricerca ha accelerato drasticamente dal 2011, anno nel quale la squadra sulla stessa rivista Nature, ha annunciato l’identificazione di un gene responsabile della protezione delle cellule dormienti. Gli studi “in vivo”, utilizzando campioni clinici, sono iniziati nel luglio 2016 su 100 ml di sangue di due pazienti trattati presso l’Ospedale Universitario Gui de Chauliac di Montpellier dal team di Jacques Reynes. “I risultati sono stati incoraggianti”, ricorda Monsef Benkirane. Lo studio sui campioni di sangue di dieci pazienti seguiti presso l’Ospedale Henri Mondor di Créteil, ha confermato l’ipotesi.
Per sradicare il virus, non resta che “uccidere” queste cellule. “Nel lungo periodo, questa conoscenza dovrebbe portare a strategie terapeutiche per eliminare il virus latente nel corpo” annunciano gli studiosi. “Finora, la porta è stata chiusa, ora possiamo cercare di capire”, confermano i ricercatori. La strada è necessariamente lunga. “Dobbiamo anche rispondere a un sacco di domande” chiarisce Monsef Benkirane. «Perché le cellule serbatoio esprimono questo marcatore? E’ specifico per l’HIV oppure si manifesta anche in presenza di altri virus?”.
La novità nella lotta all’Aids è in QUESTO E’ LO STUDIO del team di ricercatori francesi pubblicato su Nature.
Sono diversi i fronti d’attacco nella strategia contro l’Aids. Per ridurre i rischi di contagio, nelle aree del mondo a maggior rischio si è introdotto persino QUESTO STRUMENTO innovativo. Sul piano farmacologico Truvada, ad esempio, è un antiretrovirale che ha dimostrato QUESTA EFFICACIA anche nei rapporti sessuali a rischio. C’è poi QUESTA TECNICA sperimentale combinata che promette ottime prospettive in Inghilterra. C’è, infine, tutto il capitolo legato ai vaccini: in QUESTO CASO i risultati di guarigione nei sieropositivi sono di uno su tre mentre IN QUESTI STUDI si stanno sperimentando ben quattro vaccini diversi. Bisogna fare in fretta, però, perchè in QUESTO AVVISO si legge che i nuovi ceppi di virus ammalano più in fretta dei precedenti.
PRESERVATIVO E TEST COME MIGLIOR DIFESA
Nei rapporti sessuali il profilattico rappresenta tuttora la miglior prevenzione contro il rischio di contagio dell’Hiv. Anche perchè preserva dalle altre infezioni sessualmente trasmesse COME SPIEGA QUESTO ARTICOLO. Il mercato offre una vasta scelta per sensibilità, forma e anche gusto orale di profilattici. Questa confezione 72 PROFILATTICI PRESERVATIVI DUREX PLEASURE MAX STIMOLANTI PLEASUREMAX … si caratterizza per la capacità di stimolare la patner. Questo tipo classico Durex Elite Preservativi x 72
è interessante per il rapporto qualità/prezzo. L’economicità è il punto forte invece di questo pacchetto PASANTE PROFILATTICI EXTRA SENSITIVE 144 PEZZI
. Per le patner più esigenti si suggerisce il TouchÚ – Profilattici stimolanti per lei
o il toy riutilizzabile Double pleasure – Profilattici con sextoy
.
Se si hanno comportamenti a rischio, è importante pure effettuare periodicamente test per la ricerca della sieropositività all’HIV, opportunità che la tecnologia ha reso possibile effettuare nella totale privacy e a domicilio. Il self test più diffuso nel mondo è il Test autodiagnostico BioSURE per l’HIV, con marchio CE che ha un margine di affidabilità del 99,7%. Il test più venduto in Francia e ai primi posti in Europa è OMEGA PHARMA – Autotest Santé Autotest VIH 1 test
. Promette risultati delle analisi in 10 minuti il Test per HIV tipo 1 e 2 per Maschi e Femmine, (Risultati in solo 10 minuti)
: è prodotto in Inghilterra e sono oltre mille gli studi medici che ne fanno uso. Inoltre, i ricercatori della McGill University Health Centre (RI-MUHC) e della McGill University di Montreal in Canada hanno comunicato di aver inventato questo Oraquick Oral In Home Saliva Test For Hiv. (Completely Private) The 1St Test You Can Read Yourself. No Outside Facilities Involved.
test salivare. Il test della saliva è efficace almeno tanto quanto quello del sangue: in particolare la diagnosi è corretta nel 99% dei casi nella popolazione ad alto rischio e nel 97% in quella a basso rischio. Notevoli i vantaggi per il suo uso: è più economico di quello del sangue, è più rapido (bastano 20 minuti), è indolore e non invasivo, è pratico soprattutto in quei Paesi ad alto rischio ma poco sviluppati.