Le bevande gassate dolci sono causa di fegato grasso. Si sospettava da tempo che il consumo giornaliero di bevande zuccherate non è affatto cosa buona per la salute. Stavolta, però, il dati dello studio condotto da ricercatori della Tufts University (USA), i cui risultati sono pubblicati nel Journal of Hepatology, lanciano un vero allarme: nei consumatori abituali di bevande gassate il rischio di steatosi epatica non alcolica o fegato grasso (NAFLD) è molto elevato. Questo danno al fegato, derivante da un accumulo di grasso negli epatociti, può progredire fino a trasformarsi in cirrosi, che a sua volta ha conseguenze molto più gravi.
I BEVITORI CORRONO UN RISCHIO MAGGIORE DEL 55%
Come evidenzia l’abstract dello studio dal titolo “Sugar-sweetened beverage, diet soda, and fatty liver disease in the Framingham Heart Study cohorts”, i ricercatori si sono interessati al caso di 2.634 uomini e donne, per lo più di etnia caucasica, e delle loro abitudini alimentari. E’ stato loro chiesto di annotare il consumo quotidiano di bevande analcoliche e di cole (con o senza caffeina), ma anche il loro consumo di tabacco e di alcol.
Nel valutare la quantità di grasso presente nel fegato dei partecipanti utilizzando la TAC, gli autori dello studio hanno scoperto che i maggiori consumatori di bevande gassate sono stati più colpiti di altri dalla NAFLD: il rischio maggiore era di un più 55%. Le percentuali restano le medesime anche considerando sesso, età, stile di vita e indice di massa corporea dei partecipanti. Tuttavia, non c’è nulla che possa collegare questi rischi di NAFLD con un consumo frequente di bibite “light”.
Negli Stati Uniti, quasi il 30% della popolazione sarebbe affetto da questa sindrome del “fegato grasso” che si trasforma in cirrosi e può evolvere eventualmente in cancro del fegato. Il numero di casi è raddoppiato tra il 1988 e il 2013 e, proiettando questi risultati nei prossimi anni, gli scienziati sostengono che quasi il 50% della popolazione mondiale potrebbe soffrire di NAFLD nel 2030.
TUTTA COLPA DEL FRUTTOSIO E DEGLI ZUCCHERI?
Secondo uno studio del 2014 intitolato “Liver transplantation for nonalcoholic fatty liver disease: New challenges and new opportunities”, il NAFLD è la malattia del fegato più diffusa nei paesi sviluppati. Osservando le curve di evoluzione, si può facilmente notare come l’indicatore di danno epatico legato a queste patologie nei paesi sviluppati è strettamente conseguenza dell’esplosione dell’obesità. “Se l’epidemia di obesità è un indicatore, l’effetto NAFLD Osservato negli Stati Uniti potrebbe avere una risonanza anche nel resto del mondo” sostiene Ma Jiantao, uno dei principali autori di questo lavoro. Le cifre non sono affatto ottimistiche: l’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS recentemente aveva messo in guardia dal pericolo di un’epidemia di obesità molto probabile nei prossimi anni. Una ricerca svolta sui bambini è estremamente chiara: l’eccesso di cibo e l’obesità favoriscono la steatosi epatica.
I ricercatori hanno in programma di estendere il loro lavoro per capire come lo zucchero (soprattutto il fruttosio) contenuto in alcune bevande, possa provocare un danno del fegato ai consumatori. Nel frattempo, e con tutto il buon senso del mondo, lo studio consiglia ai genitori di limitare queste bevande per occasioni molto speciali, per non abituare il giovane al loro consumo regolare.