Arrivano le feste di fine anno e per migliaia di italiani che se lo possono ancora permettere scatta il momento dei viaggi in mari esotici, lontani da casa. Più che del pericolo Ebola, del quale ormai si sa tutto grazie alla stringente campagna mediatica e del quale si tiene la massima considerazione, spesso, quei viaggiatori esotici ancora tendono a sottovalutare pericoli come la malaria, ma anche le infezioni sessualmente trasmesse, l’Hiv, e patologie di origine alimentare come la maledizione di Montezuma.
Attenzione, però, nella scelta della mèta e nei comportamenti da adottare una volta sul posto. Molte malattie, da tempo sconfitte in Italia, infatti, sono ancora diffuse in alcuni Paesi, specie quelli in via di sviluppo. Si tratta di malattie infettive, la cui diffusione è favorita dalle caratteristiche climatiche dei Paesi e dalla persistenza di situazioni di carenze igienico-sanitarie e che in molti casi possono avere serie conseguenze per la salute.
Prima di mettersi in viaggio è dunque di massima importanza conoscere le caratteristiche del Paese ospitante e rivolgersi al proprio medico o alle strutture sanitarie preposte alla prevenzione delle malattie dei viaggiatori per ottenere indicazioni specifiche. Sul sito www.travelmedicine.it sono elencate, dalla A alla Z, tutte le insidie mèta per mèta. E a Milano la Asl ha elaborato una app gratuita per smartphone e tablet, “Viaggia in Salute” dedicata ai viaggiatori internazionali. E’ utile vaccinarsi, come prescritto rispetto ad alcuni paesi, ma anche avere accortezza una volta giunti sul posto. E’ bene fare attenzione a ciò che si mangia e si beve. Questo vuol dire curare l’igiene delle mani, mangiare cibi ben cotti, evitando verdura cruda e frutta fresca che non può essere sbucciata al momento. Accertarsi sempre che l’acqua sia potabile e nel dubbio bere da bottiglie confezionate, evitando assolutamente il ghiaccio. Senza distrarsi neanche al momento dell’aperitivo.
Molto importante difendersi dalle malattie trasmesse con le punture di alcuni insetti: è il caso della malaria, della febbre gialla, della Dengue, della Chikungunya e del virus del Nilo occidentale. E per ridurre al minimo il rischio di punture è necessario evitare profumi, uscite al crepuscolo e all’alba e, nelle situazioni più estreme, usare le zanzariere sopra il letto e i repellenti sulle parti scoperte.
Per ogni buon conto, ecco un elenco delle malattie infettive più diffuse.
Malaria
È endemica in gran parte dell’Africa, nel sub-continente indiano, nel sud-est asiatico, in America latina e in una parte dell’America Centrale. È una delle più frequenti cause di febbre in chi ritorna da paesi endemici. È trasmessa dalla puntura di una zanzara del genere Anopheles. Si manifesta nella maggior parte dei casi con febbre accompagnata da brividi, mal di testa, mal di schiena, sudorazione, dolori muscolari, nausea, vomito, diarrea, tosse. In caso compaiano i sintomi è necessario rivolgersi subito a un medico. Per difendersi dalla malaria è fondamentale adottare le misure che impediscono la puntura delle zanzare. Prima di recarsi in Paesi in cui la malattia è diffusa è anche possibile effettuare una profilassi con appositi farmaci che riducono ulteriormente il rischio della malattia.
Febbre gialla
È un problema in molti paesi dell’Africa centrale e occidentale. È inoltre diffusa in alcune regioni equatoriali e tropicali dell’America centrale e meridionale. È dovuta a un virus trasmesso tramite le punture di zanzara. Si manifesta con febbre accompagnata da brividi, dolori muscolari, senso di prostrazione, nausea vomito. È possibile la comparsa di un colorito giallo della pelle; infatti, il virus colpisce il fegato. Rivolgersi a un medico: se non opportunamente curata, la malattia può essere infatti letale. Contro la febbre gialla esiste un vaccino a base di virus viventi attenuati che ha un’efficacia protettiva superiore al 90 per cento. Prevenire la puntura da parte delle zanzare.
Colera
È diffuso soprattutto in Asia (India e Bangladesh, per esempio) e in Africa. È causato da batteri appartenenti al genere vibrioni che producono una tossina in grado di danneggiare le cellule del rivestimento dell’intestino alterando così la loro capacità di assorbire le sostanze nutritive e i liquidi contenuti negli alimenti. Il colera si manifesta con molte scariche di diarrea acquosa, vomito, rapida disidratazione, abbassamento della temperatura. Esistono vaccini per la sua prevenzione, ma la loro protezione è di molto inferiore al 100 per cento. Per questa ragione, resta fondamentale l’adozione delle norme igieniche per la prevenzione delle malattie a trasmissione oro-fecale.
Dengue
La malattia è presenta allo stato endemico in gran parte del Sud est asiatico, in Africa, America Centrale e Meridionale e in alcune parti dell’Oceania. A causarla è un virus che viene trasmesso attraverso la puntura di zanzare. In caso di comparsa improvvisa di febbre, mentre si è ancora in viaggio o appena tornati a casa, è necessario rivolgersi a un medico evitando l’automedicazione, che può aggravare la situazione. Non sono disponibili vaccini né misure di profilassi. La prevenzione consiste nell’adozione di misure di protezione dalla puntura delle zanzare.
Diarrea del viaggiatore
È conosciuta con diversi nomi, il più comune dei quali è probabilmente “la vendetta di Montezuma”. A causarla possono essere sia batteri, sia virus sia parassiti. È caratterizzata da diarrea, che in genere si presenta con almeno tre scariche al giorno. Quando si presentano i sintomi è necessario rivolgersi a un medico, soprattutto per escludere la possibilità che si tratti di altre condizioni più serie. Non esistono modalità di prevenzione e l’unica strategia efficace è il rispetto delle norme igieniche per prevenire le malattie a trasmissione oro-fecale.
Amebiasi
È una malattia diffusa nei Paesi tropicali e sub-tropicali ed è favorita dai climi caldi e umidi e da condizioni igienico-ambientali scadenti. È provocata da un parassita (l’ameba) e si trasmette per via oro-fecale (vale a dire tramite l’ingestione di acqua o cibi contaminati da feci di individui infetti). Non esistono vaccinazioni nei confronti dell’amebiasi. Come per tutte le malattie a trasmissione oro-fecale, per prevenire la malattia è fondamentale il rispetto di norme igieniche.
Shigellosi (dissenteria bacillare)
È diffusa in tutti i paesi economicamente poco sviluppati. È causata da batteri appartenenti al genere Shigella. Si manifesta con diarrea (talvolta sanguinolenta), febbre, nausea, dolori addominali. La trasmissione è oro-fecale, quindi può essere contratta in seguito all’ingestione di acqua e alimenti contaminati da materiale fecale di persone infette. Quando si presentano i sintomi è necessario rivolgersi a un mendico. Non esistono forme di prevenzione se non quelle igieniche.
Febbre tifoide
È diffusa in tutti i Paesi dalle condizioni igienico-sanitarie scadenti. È dovuta a un batterio trasmesso per via oro-fecale. Si manifesta con febbre alta, mal di testa, malessere generale, mancanza di appetito, rallentamento del battito cardiaco, presenza di macchie rossastre e rilevate sul tronco, tosse secca e disturbi gastrointestinali. Opportuno rivolgersi immediatamente al medico che valuterà il trattamento più adeguato. Sono disponibili vaccini contenenti il batterio reso innocuo.
Ebola
Cinque i Paesi più colpiti: Guinea, Liberia, Mali, Sierra Leone e Stati Uniti d’America. La malattia da virus Ebola (Evd), in passato nota come febbre emorragica da virus Ebola, è una malattia grave e spesso fatale per l’uomo. La trasmissione avviene per contatto interumano diretto con organi, sangue e altri fluidi biologici (es saliva, urina, vomito) di soggetti infetti (vivi o morti) e indiretto con ambienti contaminati da tali fluidi. La trasmissione per via sessuale può verificarsi fino a 7 settimane dopo la guarigione a causa della prolungata permanenza del virus nello sperma. L’incubazione può andare da 2 a 21 giorni, a cui fa seguito generalmente un esordio acuto caratterizzato da febbre, astenia, mialgie, artralgie e cefalea. Con il progredire della patologia possono comparire astenia profonda, anoressia, diarrea (acquosa talvolta con presenza di muco e sangue), nausea e vomito. Questa prima fase prodromica può durare fino a 10 giorni. La letalità, a seconda della specie di ebolavirus, varia dal 25% al 90%. La prevenzione si affida al rispetto delle misure igienico sanitarie, alla capacità di una diagnosi clinica e di laboratorio precoci e all’isolamento dei pazienti.