I giovani e le donne: sono queste le due “zone d’ombra” nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. La mancanza di uno screening generale sulla fascia di età 16/19 anni impedisce l’individuazione precoce delle malattie di cuore. E la scarsa percezione del rischio sulle donne fa trascurare l’utilità di controlli clinici periodici. Sono alcuni dei temi affrontati dal 75° Congresso nazionale della Società italiana di cardiologia (Sic), in corso dal 13 al 15 dicembre nella Capitale.
UN GIOVANE SU QUATTRO HA IL TRACCIATO ECG ANOMALO
Dopo la cancellazione della visita di leva, “attualmente, per quanto riguarda la prevenzione delle malattie cardiovascolari in giovane età, c’è il deserto. Per questo, vogliamo istituzionalizzare i controlli a scuola. Un obiettivo che ci poniamo con l’aiuto del ministero dell’Istruzione, della Salute e del Coni”. Sono le considerazioni di Francesco Fedele, ordinario di Cardiologia all’università Sapienza di Roma e presidente di ‘Il cuore siamo noi – Fondazione italiana cuore e circolazione onlus’. Senza l’impegno delle istituzioni difficile una diffusione più capillare dell’elettrocardiogramma nelle scuole. “Finora – sottolinea Fedele – da un nostro progetto che ha coinvolto quasi 20mila ragazzi, è emerso che circa il 20-25% ha una anomalia del tracciato, che dopo approfondimenti svela una malattia nell’1% dei casi’‘. Gli esperti si sono già mossi per entrare nelle scuole e hanno già effettuato i 20mila ecg nel giro di tre anni su studenti da 16 a 19 anni delle scuole di tutto il territorio nazionale. “Vogliamo che la visita cardiologica a scuola venga istituzionalizzata, intanto continueremo a entrare negli istituti anche il prossimo anno e a effettuare controlli specialistici” insiste Fedele che sull’argomento muove una critica alle istituzioni.
“Il decreto Balduzzi del 24 aprile 2013 – ricorda – aveva previsto l’obbligo di idonea certificazione medica sia per le attività sportiva non agonistica, che ludico-amatoriale. Un’attenzione alla salute dei cittadini che è venuta meno con il decreto del Fare, che adducendo motivazioni prettamente economiche ha abolito l’obbligo per l’attività ludico-amatoriale”. “Il decreto del ministro Lorenzin dell’agosto 2014 – aggiunge il cardiologo – ha preteso poi di fare chiarezza sul tema specificando per chi è necessario il certificato, quali sono i medici certificatori, la periodicità dei controlli e gli esami clinici da eseguire”. In particolare, l’esperto lamenta che, per una persona adulta, basti “un elettrocardiogramma debitamente refertato, magari fatto anni prima. Ma un esame effettuato a 20 anni non può essere valido a 55″.
Oltre che sui giovani, l’attenzione dei cardiologi intervenuti al congresso si concentra sulle donne. “Le malattie cardiovascolari rappresentano la causa principale di morbilità e mortalità nel genere femminile, esattamente come in quello maschile”, spiega Giuseppe Mercuro, ordinario di Cardiologia all’Università di Cagliari e presidente di Finsic (Finanziaria della Sic). Un dato che, come testimoniano indagini statistiche su scala europea, contraddice la scarsa percezione del pericolo da parte delle donne, ma anche un senso comune diffuso secondo cui le malattie cardiovascolari colpiscono di più gli uomini. Nei Paesi occidentali la cardiopatia ischemica, ad esempio, è la causa principale di disabilità e di morte per le donne e in Italia è responsabile di 120mila decessi all’anno. Muovendo da queste premesse – annuncia Mercuro – “la Sic sta conducendo uno studio su tutto il territorio nazionale in collaborazione con la Società italiana di ginecologia e ostetricia sulla percezione, conoscenza e consapevolezza delle donne italiane” in materia di patologie cardiovascolari.
Stupisce come in tale articolo non si faccia menzione allo screening effettuato sin dal 1982 dal Medico dello sport per tutti i ragazzi agonisti a partire dagli 8 anni per alcuni sport . Tale screening include un elettrocardiogramma refertato da un medico specializzato in screening quale il medico dello sport. E’ documentato (articolo di Domenico Corrado professore ordinario di cardiologia e noto in tutto il mondo basta ricercare su pub med) che dalla introduzione del modello siffatto di screening il rischio di morire improvvisamente per cardiopatie congenite e aritmie si è ridotto del 90 per cento e che gli sportivi in Italia sono più al sicuro rispetto ai sedentari perché più controllati . C e da dire inoltre che i medici dello sport eseguono una visita comprensiva di ECG anche per i non agonisti ( Che sono anche tutti I bambini delle scuola Che fanno competizioni in ambiti studentesco ) che richiedono una certificazione e lo fanno a prescindere dal decreto balduzzi perché così è’ stato loro insegnato dai maestri di medicina e cardiologia dello sport. Oltretutto la visita di medicina dello sport non è minimamente una semplice visita cardiologica , e’ ben di più investigando anche l apparato respiratorio con la spirometria, facendo eseguire un esame delle urine alla ricerca di diabete ed altre patologie metaboliche. In più valuta la vista e la postura. Ovviamente non è paragonabile ad una visita cardiologica semplice e’ molto più articolata e complessa includendo anche una valutazione dello stato di forma con un test del gradino e verificando l ECG nel dopo sforzo . Ormai tale esame quasi sempre seppur non in maniera sistematica poiché non per legge viene effettuato con un monitoraggio continuo durante lo sforzo con elettrocardiogramma, essendo quindi simile ad un test da sforzo convenzionale. Il perché si svolgano esami di legge come un ECG e un test del gradino e non un eco cardio o una scintigrafia miocardica a tutti risiedono nel fatto di ricercare un minimo di esami e una minima spesa affrontabile da tutti con i quali individuare il massimo delle patologie possibili. Ovviamente con un eco si individuano più anomalie, spesso però non come gravità superiori a quelle individuabili con un elettrocardiogramma, ma sicuramente vizi valvolari di grado lieve o anomalie minori possono sfuggire ad esami di primo livello. D altro canto una scintigrafia potrebbe determinare a 20 anni un rischio di sviluppare malattie legate alle radiazioni. Occorre trovare il giusto compromesso e la legge ha fissato tali esami visita medica interna esame cardiologico con ECG di base test del gradino e spirometria ed esame urine .
Certamente chi non fa sport non si sottopone a tale visita di medicina dello sport. in passato
un congruo numero di medici dello sport aveva effettuato tale screening nelle scuole con rilevante successo.
Perché invece di puntare su realta già esistenti non si punta a fortificarle invece di disperdere le energie?
Inoltre verifichiamo la letteratura esistente italiana e internazionale sull argomento prima di scrivere che in Italia non esiste lo screening . Va migliorato e incrementato ma è già stato inventato e l Italia e’ il primo paese al mondo ad aver introdotto lo screening obbligatorio negli sportivi.
Emanuele Guerra
Medico chirurgo
Specialista in Medicina dello Sport
Disposto a chiarire ogni dubbio sull’ argomento
Emanuele.guerra75@hotmail.com
Grazie per il commento molto ben dettagliato. L’articolo riporta le dichiarazioni di Francesco Fedele, ordinario di Cardiologia all’università Sapienza di Roma e presidente di ‘Il cuore siamo noi – Fondazione italiana cuore e circolazione onlus’, onlus che ha condotto lo studio manzionato. Concordo con lei che la prevenzione nello sport in Italia ha fatto enormi passi avanti ma credo che l’intervistato si riferisca alla popolazione giovanile, indistintamente tra sedentaria e sportiva.