Arrivano gli OGM, autorizzato l’uso di 19 prodotti agricoli in Europa

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MONSANTOL’Unione europea ha approvato venerdì 24 aprile l’importazione e la commercializzazione di 19 diversi semi per produzioni agricole OGM ovvero di organismi geneticamente modificati. Una decisione arrivata due giorni che la stessa Commissione UE aveva stabilito di dare il via ad una riforma che consenta agli Stati membri di vietare l’uso sul loro territorio.

17 SONO SEMENTI PER ALIMENTI UMANI E MANGIMI

Undici prodotti della multinazionale statunitense Monsanto sono tra gli OGM autorizzati, specifica la Commissione europea in un comunicato. Gli altri nove sono prodotti della società statunitense Dupont e dai gruppi tedeschi Bayer e BASF. Diciassette di questi OGM sono destinati ad alimenti e mangimi (tre tipi di mais, cinque di soia, due di colza, sette di cotone), due sono fiori recisi. Il principio delle modificazioni genetiche indotte sui prodotti è di natura commerciale: si creano nelle sementi resistenze all’azione di insetti, si proteggono i raccolti e si incrementano le produzioni. Il timore da parte delle associazioni naturalistiche ed etiche riguarda l’aspetto della conservazione della biodiversità in Natura ed il dubbio sull’azione a lungo termine dei prodotti modificati geneticamente sull’organismo umano. Insomma, la contrarietà è diffusa a causa dei rischi imprevedibili e sconosciuti che il loro uso comporta.
Le autorizzazioni “erano pendenti”, perché gli Stati membri non sono riusciti a formare una maggioranza a favore o contro la commercializzazione. Il permesso è immediato e vale per i prossimi dieci anni. Se i governi europei approveranno la riforma presentata martedì 22, potranno vietare l’uso di OGM sul loro territorio. In caso contrario, le regole saranno quelle che hanno indotto la Commissione europea ad autorizzare la commercializzazione di OGM. Greenpeace ha accusato il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, “di non avere intenzione di avvicinare l’Europa ai cittadini, come promesso, ma di agire a favore di interessi degli Stati Uniti e Monsanto“.

A gennaio il Parlamento di Strasburgo aveva stabilito che la decisione se autorizzare o meno la coltivazione di prodotti geneticamente modificati (Ogm) fosse lasciata ad ogni singolo governo. E il 22 aprile la Commissione ha ratificato quell’orientamento politico dando il via alla discussione su una riforma del settore. “Data l’importanza cruciale di mantenere un sistema unico di gestione del rischio al fine di garantire lo stesso livello di protezione in tutta l’UE, non verrà modificato l’attuale sistema di autorizzazione, fondato su basi scientifiche e sulle norme in materia di etichettatura che garantiscono la libertà di scelta per il consumatore. La novità consiste nel fatto che, una volta che un OGM è autorizzato per l’uso in Europa come alimento o come mangime, gli Stati membri avranno la possibilità di decidere se consentire o no che un determinato OGM venga usato nella loro catena alimentare (misure di opt-out)”.

Come ricorda Greenpeace, in Italia dall’aprile 2014 c’è l’obbligo di indicare nell’etichetta di prodotti agroalimentari la presenza di OGM. Anche se le norme non sono completamente efficaci a salvaguardare la scelta consapevole del consumatore. Negli USA dal 2014 non vige alcun obbligo di contrassegno sulle etichette alimentari la presenza di alimenti OGM e che con il referendum della California del 2012 c’è stato il via libera alla vendita di sementi e semi geneticamente modificati.

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