Sono ben tre gli studi presentati contemporaneamente alla Alzheimer’S Association International Conference, tenutasi a Washington (USA) fino al 23 luglio, a confermare che l’attività fisica migliora notevolmente le condizioni di vita delle persone colpite da Alzheimer. Team di ricercatori statunitensi, danesi e canadesi hanno, infatti, dimostrato che il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer o altre forme di malattia degenerativa può essere ridotto attraverso l’attività sportiva.
MENO SINTOMI COLLEGATI
“Le persone che hanno partecipato al programma sportivo avevano significativamente un minor numero di sintomi quali l’ansia, l’irritabilità e la depressione rispetto al gruppo che non si era sottoposto agli esercizi” hanno costatato gli esperti del cervello del Danish Dementia Research Centre, il centro di ricerca sulla demenza di Copenaghen. I ricercatori del primo studio, pubblicato sotto il titolo “Moderate to High Intensity Physical Exercise in Patients with Alzheimer’s Disease”, hanno fatto affidamento sui risultati ottenuti dopo aver studiato i dati sanitari di circa 200 pazienti, di età compresa tra 50 e 90 anni e affetti da malattia di Alzheimer: alcuni erano stati affidati ad un programma di esercizi (60 minuti tre volte alla settimana per 16 settimane), gli altri hanno ricevuto cure standard.
MENO PROTEINE DANNOSE NEL CERVELLO
I ricercatori della Wake Forest University Health Sciences a Winston Salemn (Stati Uniti) hanno esaminato se lo sport può influenzare il calo dei livelli di una proteina responsabile per l’accelerazione della malattia di Alzheimer : la proteina “tau”. Come segnala la pubblicazione dal titolo “Aerobic Exercise Reduces Phosphorylated Tau Protein in Cerebrospinal Fluid in Older Adults with Mild Cognitive Impairment“ , gli studiosi dopo aver casualmente diviso 65 adulti di età compresa tra 55 e 89 anni, con disturbi lievi, in un gruppo sottoposto a esercizi aerobici e in un altro limitato a esercizi di stretching quattro volte a settimana, gli scienziati hanno osservato una riduzione statisticamente significativa di proteine ”tau” nel cervello di soggetti che praticano più tipi di sport.
MIGLIORANO LA MEMORIA E L’ATTENZIONE
Infine, l’ultimo studio, “Vascular Cognitive Impairment and Aerobic Exercise: A 6-Month Randomized Controlled Trial” condotto da esperti della University of British Columbia (Stati Uniti) e del Centre for Brain Health di Vancouver (Canada), ha confermato i benefici dello sport in pazienti con disturbi cerebrovascolari dovuti a piccole ischemie (CVA), la seconda causa più comune di demenza negli anziani. Esattamente 71 pazienti di età compresa tra 56 e 96 anni sono stati arruolati e divisi in due gruppi: alcuni hanno partecipato ad un programma di allenamenti tre volte alla settimana per 60 minuti, l’altro ha ricevuto cure tradizionali. Anche in questo caso i ricercatori hanno scoperto che “i pazienti che hanno seguito il programma sportivo hanno migliorato le loro funzioni cognitive tra cui la memoria e l’attenzione.” Ce n’è a sufficienza per dimostrare che l’attività motoria regolare è indispensabile per migliorare non solo le performance fisiche ma anche quelle cerebrali.
Tra le più recenti ricerche che riguardano modi e pratiche per migliorare le capacità cognitive o per prevenire l’Alzhaimer figura quella legata ad un buon sonno ristoratore come elemento importante nei pazienti, così come gli studi che mettono in evidenza i benefici derivanti dal consumo di caffè, e la possibile incidenza positiva dell’esposizione al sole.