Additivi alimentari: ecco cosa provocano al colon

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CAKE.DESIGNAdditivi alimentari sul banco degli accusati nella colite cronica e nell’obesità. Che sono spesso anticamera del cancro del colon e delle altre malattie correlate come diabete ed ipertensione. A denunciarlo è uno studio condotto su topi di laboratorio da un gruppo di ricercatori della Georgia State University, con il contributo della Emory University, della Cornell University  e dell’Università Bar-Ilan in Israele.

ESAMI SUGLI EFFETTI DELL’E466 E DELL’E433

Il tema che ha determinato lo studio “Dietary emulsifiers impact the mouse gut microbiota promoting colitis and metabolic syndrome”, pubblicato sulla rivista “Nature” , è che le malattie infiammatorie croniche come la malattia di Crohn e la colite ulcerosa sono in rapido aumento nell’occidente industrializzato. Così gli studiosi hanno somministrato a un gruppo di cavie due degli addensanti alimentari più usati: la carbossimetilcellulosa e il polisorbato 80. La carbossimetilcellulosa o CMC meglio nota come addensante alimentare E466 si usa largamente nei dolciumi, nelle caramelle e nel cake design ovvero nella pasta da zucchero da modellare sulle torte o come colla alimentare. Il polisorbato 80 rientra negli “addensanti, stabilizzanti e emulsionanti”. Ha sigla E433 ed è presente in molti alimenti oltre che in alcuni vaccini e farmaci: si ritrova in alcuni prodotti come quelli da forno, ma anche dessert, gelati industriali, caramelle, chewing-gum, salse, sughi e zuppe liofilizzate.

METODO E CONCLUSIONI DELLO STUDIO

Questo il metodo con le conclusioni dello studio. “Il tratto intestinale è abitato da una grande e diversificata comunità di microbi noti come flora intestinale. Mentre il microbiota intestinale offre vantaggi importanti per il suo ospite, in particolare nel metabolismo e sviluppo del sistema immunitario, disturbi del rapporto tra microbiota e ospite sono associati a numerose malattie infiammatorie croniche, tra cui malattie infiammatorie intestinali e il gruppo di malattie collegate all’obesità indicate collettivamente come sindrome metabolica. Un mezzo principale con cui l’intestino è protetto dalla microflora è tramite strutture mucose multistrato che coprono la superficie intestinale, permettendo in tal modo alla maggior parte dei batteri intestinali di tenere a distanza di sicurezza le cellule epiteliali che rivestono l’intestino dagli agenti pericolosi. Così, le sostanze che distruggono l’interazione muco-batterica potrebbero potenzialmente promuovere malattie associate all’infiammazione intestinale. Di conseguenza, è stato ipotizzato che emulsionanti, molecole simil-detergenti che sono una componente onnipresente degli alimenti trasformati e che possono aumentare la traslocazione batterica attraverso lo strato epiteliale in vitro, potrebbero essere promuovendo l’aumento delle malattie infiammatorie intestinali in atto dalla metà del Ventesimo secolo. Qui si segnala che, nei topi, relativamente basse concentrazioni di due emulsionanti comunemente utilizzati, in particolare carbossimetilcellulosa e polisorbato-80, inducono un’infiammazione di basso grado e obesità / sindrome metabolica in ospiti selvatici e promuovono una robusta colite nei topi predisposti a questo disturbo. La sindrome metabolica indotta con quegli emulsionanti è stata associata all’invasione microbiota, all’alterazione della sua composizione di specie e all’aumento del potenziale pro-infiammatorio. L’uso di topi privi di germi e i successivi trapianti fecali indicano che tali cambiamenti della fauna microbiota erano necessari e sufficienti sia per il basso grado di infiammazione che per la sindrome metabolica”.

Ed ecco le conclusioni: “Questi risultati supportano il concetto emergente che perturbando l’interazione ospite-microbiota di determina un conseguente basso grado di infiammazione che può promuovere l’adiposità ed i suoi effetti metabolici associati. Inoltre, essi suggeriscono che l’ampio uso di emulsionanti potrebbe contribuire ad un aumento dell’incidenza sociale dell’obesità / sindrome metabolica e delle altre malattie infiammatorie croniche”. Numerosi altri studi hanno evidenziato la pericolosità degli additivi alimentari su diversi fronti patologici. Sull’E171 (o biossido di titanio TiO2), largamente usato nei dolciumi, i ricercatori francesi hanno prodotto QUESTE PROVE circa la sua azione deprimente sul sistema immunitario e sulla sua cancerogenicità.

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